Share

Colpire i mostri del web

La denuncia di Telefono Arcobaleno: in Italia oltre 20 mila siti pedopornografici. Una nuova proposta di legge in Parlamento mira a punire l'adescamento via internet

15 Luglio 2008

02/07/2008

di Antonio RITA

L’Italia è sesta tra i Paesi in cui vi sono più clienti o fruitori di immagini di pornografia infantile on line: questo in base ai numeri diffusi da Telefono Arcobaleno, l’associazione fondata da don Fortunato Di Noto, che dal 1996 lotta contro il fenomeno della pedofilia su internet. Ora il Parlamento ha deciso di estirpare il male una volta per tutte e una proposta di legge, a firma di due onorevoli della maggioranza, sembra destinata a una rapida approvazione da parte delle Camere.

I numeri della pedopornografia su web sono, in effetti, impressionanti. Nei soli primi due mesi del 2008 Telefono Arcobaleno ha scovato in rete e denunciato alla Polizia postale ben 8149 siti (più del doppio del 2007, quando erano stati 3124); sono bastati solo altri quattro mesi perché l’associazione di don Fortunato scovasse un totale di 21.600 siti web.

A fare più impressione è il ruolo dell’Europa in questa classifica dell’abominio. Le stime di Telefono Arcobaleno (2007) evidenziano che il 61% dei fruitori di materiale pedopornografico è europeo, l’86% del materiale scambiato in rete risiede su server europei e che dei siti che della pedopornografia ne hanno fatto una fonte di ricavi il 52% è europeo.

Al primo posto spicca la Germania: nel 2007 i siti scovati erano stati 25.599 e anche nel 2008 Berlino sembra intenzionata a mantenere il suo record dato che degli 8149 siti trovati nei primi due mesi del 2008, 2385 sono tedeschi. Europei non solo carnefici, ma anche vittime: Telefono Arcobaleno rileva che nel quadro del pedobusiness on line “il 92% di bambini sfruttati” sarebbe di origine europea.

La proposta di legge, di iniziativa di Antonio Mazzocchi e Barbara Saltamartini, è stata presentata a Roma la scorsa settimana e sembra promettere di porre un freno al fenomeno. Saltamartini spiega che Internet «ha, purtroppo, moltiplicato in modo esponenziale le possibilità per i pedofili di entrare in contatto con i minori. Per questo abbiamo pensato a un intervento teso specificamente a innalzare la soglia di prevenzione, andando a colpire la condotta criminosa nel suo momento iniziale: l’adescamento».

La proposta dunque mira a punire soprattutto l’adescamento che, tramite questa proposta, verrà sanzionato anche quando avviene attraverso l’uso di strumenti informatici come internet o i semplici sms.

La proposta verrà presentata alla neo commissione bicamerale per l’Infanzia e mira a far scomparire quel “60% delle denunce” che si concludono con un’archiviazione. Ma già alcune associazioni impegnate nella difesa dei minori (come l’Associazione Prometeo e l’Osservatorio sui diritti dei minori) evidenziano i rischi di rallentamento dei processi connessi all’assegnazione all’Antimafia della gestione anche dei processi sulla pornografia infantile su Internet.