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Nel numero di luglio

Su «Scarp de’ tenis» parla Caselli

Nel mensile di strada la denuncia dell’ex Procuratore della Repubblica di Palermo sulle infiltrazioni malavitose nel settore agro-alimentare e un reportage sul «Presidio» di Caritas contro lo sfruttamento in agricoltura

28 Giugno 2017

La criminalità organizzata ha trovato nei prodotti alimentari una lucrosa attività. La denuncia di Gian Carlo Caselli – ex Procuratore della Repubblica di Palermo, attualmente Presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura voluto da Coldiretti – è ripresa dal numero di luglio del mensile della strada Scarp de’ tenis. Nell’inchiesta anche un «viaggio» nel progetto «Presidio» di Caritas Italiana che si batte contro sfruttamento e illegalità: parte da Saluzzo, tra i «fortunati» che lavorano «in grigio», e finisce tra i «caporali» di Castelvolturno.

«La mafia è come l’acqua, tende e riesce a inserirsi ovunque. Oggi anche nell’italian sounding dei prodotti alimentari, il falso made in Italy che di italiano non ha nulla, ma che è in forte ascesa», afferma Caselli nella lunga intervista che ha rilasciato a Scarp de’ tenis. «Non dobbiamo pensare a mafiosi con coppola e lupara o in abito “militare” – avverte Caselli -. Sono mafiosi in doppio petto. Colletti bianchi. Capaci di sfruttare tutti i vantaggi della globalizzazione e delle nuove tecnologie. Perfettamente a loro agio nell’economia e nella finanza 3.0. Ma nello stesso tempo sempre capaci di intimidazione e violenza quando necessario». Il Procuratore simbolo della lotta alla mafia racconta anche il suo rapporto con Giovanni Falcone e l’eredità che ha lasciato al Paese il magistrato morto nella strage di Capaci, di cui è stato da poco celebrato il 25° anniversario.

Edito da Cooperativa Oltre, soggetto editoriale promosso da Caritas Ambrosiana, Scarp de’ tenis si acquista fuori da alcune chiese della Diocesi o in questi punti fissi a Milano: piazza Cadorna (Ferrovie Nord), piazza Fontana (Curia), corso di Porta Vittoria (sede Cgil), piazza San Babila. I venditori sono facilmente riconoscibili per la pettorina rossa.