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Un capolavoro rinascimentale per il Museo Baroffio al Sacro Monte di Varese

Una nuova opera arricchisce le collezioni del Museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte sopra Varese: un'anconetta lignea quattrocentesca raffigurante la Natività che dopo trent'anni ritorna visibile al pubblico.

17 Luglio 2008

18/07/2008

L’occasione della ricollocazione nel Museo Baroffio dell’opera ha favorito la decisione di promuoverne il restauro, necessario per ragioni conservative e per garantire una migliore leggibilità. Il restauro, diretto da Isabella Marelli della Soprintendenza per i Beni Artistici ed Etnoantropologici di Milano, è stato eseguito dal Laboratorio di Restauro Lotti, grazie al contributo dell’Inner Wheel Club Varese e Verbano per volontà della sua presidente Maria Petra Ferrero Ambrosoli.

Una delle novità emerse in sede di restauro è stata l’inedita attribuzione, da parte della Marelli, a Giovan Angelo del Maino (1470 circa-1536) figlio di Giacomo, esponente di una delle più importanti botteghe di scultura lignea del Rinascimento lombardo, il cui nome è legato ai cori lignei di Sant’Ambrogio a Milano e del Santuario del Sacro Monte di Varese, e alla perduta ancona dell’Immacolata, completata dalla tavola raffigurante la Vergine delle Rocce di Leonardo, capolavoro eseguito per la chiesa di S. Francesco Grande a Milano. «La nostra anconetta è probabilmente un’opera giovanile di Giovan Angelo, realizzata nei primi anni ’90 del XV secolo, da inserire tra l’ancona dell’Immacolata nell’Oratorio della Madonna della Neve a Sernio, in provincia di Sondrio, e l’ancona di Santo Stefano nella chiesa di S. Michele a Pavia, straordinarie “macchine lignee” realizzate da Giacomo con la collaborazione del figlio precedentemente al 1496», come spiega la soprintendente e come verrà annunciato nel prossimo autunno in una presentazione aperta al pubblico.

L’anconetta fu donata da Ludovico Pogliaghi al primo museo del Sacro Monte , il Museo del Santuario, aperto nell’agosto del 1900 in tre locali della canonica. Il dato si ricava dal primo catalogo del Museo (1905) in cui la Natività è definita “Bassorilievo dorato e dipinto rappresentante il Presepio. Lavoro della fine del secolo XV, colla cornice in parte rifatta. Dono del Prof. Lodovico Pogliaghi”. Al Pogliaghi, che già aveva lavorato a Milano per il Museo Poldi Pezzoli e che in seguito fu chiamato a progettare il Museo Teatrale alla Scala, erano stati affidati l’allestimento del Museo del Santuario e la catalogazione delle sue opere.

In vista dell’apertura, Pogliaghi si dedicò con energia all’incremento del patrimonio da esporre: individuò alcune sculture provenienti da “antiche costruzioni della chiesa”, come la romanica Madonna con il Bambino di Domenico e Lanfranco da Ligurno; cercò di ottenere il deposito di opere del Monastero delle Romite Ambrosiane; suggerì l’acquisto di alcuni dipinti; donò opere riconosciute importanti per la storia di S. Maria del Monte, come i due dossali del coro sforzesco di S. Maria del Monte. Il rapporto tra Ludovico Pogliaghi e l’Amministrazione del Santuario, già stretta negli anni che videro comparire in Museo la Natività da lui donata, proseguì a lungo: alla sua direzione furono in seguito affidati quasi tutti i lavori di restauro del Sacro Monte, e, all’inizio degli anni Trenta del Novecento, il progetto e l’allestimento del Museo Baroffio dove confluì tutto il patrimonio già nel Museo del Santuario, anconetta compresa. Allo stato attuale degli studi non è nota l’originaria collocazione dell’anconetta né dove Pogliaghi l’abbia scovata, sorte condivisa con i ben più noti dossali, appena citati, accanto ai quali è ora esposta in Museo.

Museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte sopra Varese
Piazzetta Monastero, 21100 – Varese
tel. 0332 212042
info@museobaroffio.it
www.museobaroffio.it
Apertura: giovedì, sabato, domenica 9.30–12.30/15.00-18.30
Per venerdì 15 agosto è in programma un’apertura straordinaria.
Ingresso 3,00 €; ridotto 1,00 €