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Santa Maria Bianca di Casoretto, tesoro “nascosto” da riscoprire

Nella periferia est di Milano, sorge una bella chiesa con annesso chiostro, le cui origini sono legate alla Congregazione dei Canonici Lateranensi. Con questo ampio servizio invitiamo a riscoprirne la storia e l'arte.

5 Giugno 2008

22/02/2008

testo e foto di Maria BRAVIN

La canonica di Casoretto affonda le sue radici nel 1404, anno in cui Pietro Tanzi, proprietario di una chiesetta dedicata a Santa Maria Bianca, chiede alla congregazione dei Canonici Lateranensi di Santa Maria della Frigionaia di Lucca l’ invio di alcuni religiosi per officiarla.

Nel 1406 è eletto il primo priore di Santa Maria Bianca, don Pietro Orido da Padova. I confratelli del nuovo priore inizialmente sono solo due: don Taddeo da Bagnasco e don Gregorio da Lucca. Il neoeletto doveva in segno di obbedienza recarsi ogni anno, nel giorno della festa dell’ assunzione della Madonna, alla chiesa del monastero di Santa Maria della Frigionaia per deporre sull’ altare maggiore due candele del peso complessivo di due libbre.

La chiesa e il monastero di Casoretto durante il Quattrocento costituiscono una importante sede della congregazione dei Canonici Regolari Lateranensi, presenti in seguito a Milano nella chiesa di Santa Maria alla Passione . L’ ordine dei Canonici risale all’ epoca di Sant’ Agostino. E’ Il Papa Gelasio I che introduce la regola di Sant’ Agostino tra i Canonici Regolari a Roma ed ecco che presto questi Canonici si impongono come esempi di santità.

Santa Maria della Frigionaia di Lucca, che appartiene all’ ordine dei Canonici Regolari, viene riformata nel 1395 da Bartolomeo Colonna. I canonici di Frigionaia scelgono la povertà come norma di vita: tale congregazione è approvata da Martino V nel 1431. Poco prima, nel 1404, come già menzionato, i canonici di Lucca sono chiamati dal Tanzi a Casoretto. In principio i religiosi risiedono in un villa di proprietà del Tanzi; solo nel XVI secolo inizia la costruzione del chiostro attiguo alla chiesa, purtroppo mai ultimato.

La costruzione della chiesa che noi vediamo risale al 1470-1480 ed è stata attribuita all’ ambiente dei Solari, famiglia di architetti lombardi che lavorano alla costruzionie di importanti chiese milanesi quali Santa Maria delle Grazie e San Pietro in Gessate. Non si conosce ancora quale fosse l’ impianto originario della chiesa, se a tre navate o a navata unica con cappelle laterali; ciò che è certo è che l’intera facciata, restituitaci da un intervento di restauro, conserva ancora le sue fattezze originali ad esclusione del grande tondo centrale e delle cornici delle finestre.

Testimonianza preziosa del XV secolo è il bellissimo affresco di autore ignoto raffigurante la Madonna della Misericordia a cui è intitolata la chiesa. La Vergine Maria è ritratta in atto di adorare il Bambino Gesù, disteso sull’ erba. Bellissima è la raffigurazione della Madonna, vestita di un abito candido bordato d’ oro; più semplice il disegno del Bambino Gesù, frutto di manomissioni in epoca seicentesca. Anche le scritte sul cartiglio vengono manomesse in epoca seicentesca; attualmente si legge su di esso la frase: Ecce Maria genuit nobis Salvatorem (Maria ha generato per noi il Salvatore).

Altra opera degna di nota, appartenente alla fine dell’ epoca quattrocentesca, è la pala Melzi, opera forse di Liberale da Verona. Il trittico raffigura al centro la Resurrezione di Cristo e nelle due tavole laterali, a destra il conte Giovanni Melzi presentato da san Giovanni Battista, a sinistra la moglie accompagnata da san Giovanni Evangelista. Nella lunetta sovrastante appare la figura di Dio Padre benedicente.

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