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L’arte e il potere visti dai vincitori del Premio San Fedele

Le opere in mostra, elaborate dai giovani artisti e registi, hanno cercato di indagare su come "rapporti di potere" possono declinarsi nelle modalità più diverse nei rapporti umani, sociali, politici.

5 Giugno 2008

30/05/2008

Sono Daniela Novello, Julia Krahn, Enrica Magnolini e Cristiano Tassinari i primi artisti classificati al Premio Artivisive San Fedele 2007/08, dedicato quest’anno al tema “arte e potere ”. Un rapporto, generalmente, che richiama alla mente una dimensione “politica” della vita dell’uomo. Di fatto, da sempre è esistita un’attrazione tra arte e potere politico , come se l’arte non avesse potuto fare a meno del potere e viceversa. Le opere elaborate dai giovani artisti e dai giovani registi hanno cercato di indagare su come “rapporti di potere” possono declinarsi nelle modalità più diverse nei rapporti umani, sociali, politici, nel mondo della Natura.

Molteplici sono state le modalità con cui il tema è stato declinato dai giovani autori. L’opera vincitrice Archeologia del contemporaneo – Tanica di Daniela Novello, presenta una tanica in marmo. Uno strumento contemporaneo, contenitore dell’acqua – o del petrolio, è realizzato con grande accuratezza con un materiale “antico”, il marmo . Se da un lato l’opera segnala il potere per ciò che il contenuto della tanica rappresenta, dall’altro suggerisce il potere dell’arte di immortalare l’oggetto, trasformandolo in simbolo.

Più di carattere introspettivo è l’opera seconda classificata: Sehnsucht (Nostalgia) di Julia Khran. Una vetrina d’annuncio, un tempo utilizzata nelle scuole e nelle parrocchie e di cui vediamo la chiave all’interno, è chiusa. La vetrina – suggerisce l’autrice – è simbolo stesso della vita la cui “chiave di lettura”, meglio, il cui senso sfugge continuamente, in una dialettica continua tra il nostro desiderio di aprirla e l’impossibilità di riuscire.

Il video di Enrica Magnolini, No se puede filmar, terzo classificato insieme all’opera di Cristian Tassinari, è una riflessione sul potere che, grazie alle tecnologie contemporanee, l’uomo esercita nei luoghi sacri dell’arte. Il video – che mostra alcuni momenti ripresi nel Louvre di Parigi – gioca sul contrasto tra questo atteggiamento compulsivo e il divieto inascoltato: “No se puede filmar”.

Più di carattere politico è invece l’opera di Cristian Tassinari che evoca, attraverso la presentazione di una serie di teste in pietra “barbaramente” danneggiate, la terribile distruzione delle statue di Buddha della valle di Bamyan. L’opera, il cui titolo Quando il giusto è venuto, l’errore se n’è andato riprende un verso del Corano scritto dai talebani nel luogo in cui è avvenuta il tragico scempio, si fa contestazione del potere dei regimi dittatoriali, tema a cui si rifà, questa volta in chiave ironica, anche Andrea Francolino, vincitore della Menzione Speciale Giovani Curatori, con l’opera Il Terzo Raid: li ammazza stecchiti.

Fino al 4 luglio 2008 presso la Galleria San Fedele a Milano
(Galleria Hoepli 3/a).
Orario: 16.00 – 19.00
(apertura al mattino su richiesta; chiuso festivi e sabato).
Per informazioni, tel. 02.86352233.