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Verso gli altari

«Agonizzai veramente con Gesù nell’Orto»

Suor Enrichetta racconta le terribili notti trascorse in carcere: «Come Lui pregai: “Signore, se possibile allontana da me questo amaro calice, se no... Fiat! Ma dammi la forza che mi manca”»

di Enrichetta ALFIERI tratto da La mamma di San Vittore. Memorie (Elledici)

24 Maggio 2011

La notte di venerdì fu terribile. Agonizzai veramente con Gesù nell’Orto. Quella data 29, festa di S. Michele Arcangelo, ch’io invocai incessantemente a difendermi nell’estenuante lotta, resterà memorabile nella mia vita. Da pochi minuti ero stesa sul mio giaciglio, quando un rumore di passi, di grida confuse e concitate, mi allarmò. Si aggiunse subito lo stridere dei catenacci, lo sbatacchiare delle porte sottostanti.
Ebbi l’impressione vi fosse molta gente. Balzai seduta tendendo l’orecchio, ma non capii nulla. Seppi il mattino seguente che avevano, finalmente! arrestati e portati in carcere una novantina di agenti, criminali della Polizia segreta, conosciuti col nome di “Banda Koch” operante in via P. Uccello al così detto Villino delle torture.
A un tratto, pur in mezzo a quel movimento, sentii distintamente venire uno di corsa, come chi è incaricato di portare un ordine d’urgenza, gridando: «Si parte, si parte a mezzanotte». Era un milite che portava l’ordine ai commilitoni del Centro. Dovevano prepararsi.
Erano le ore 22, o poco più. Immaginare il mio spavento non è facile. Era certa la mia partenza… Mi sentii quasi svenire. Dopo un momento raccolsi le mie forze e con un’angoscia mortale nell’anima, guardando Gesù Crocefisso, come Lui pregai: «Signore, se possibile allontana da me questo amaro calice, se no… Fiat! Ma dammi la forza che mi manca».
Avrei voluto balzare dal letto, ma ero come paralizzata. Eppure non c’era tempo da perdere. Volevo almeno farmi trovare vestita quando fossero venuti a darmi l’avviso di partenza. E poi dovevo radunare le poche cose da portare con me. Troppo poche ed estive… mentre mi sarebbero occorsi indumenti pesanti per affrontare l’inverno.
Con uno sforzo non lieve riuscii a fare quanto dovevo e poi rimasi appoggiata al letto, prima come impietrita… poi disciolta in lagrime cocenti, pensando alle Venerande Superiore, alle care Consorelle, ai miei amati congiunti che avrei addolorato tanto e riveduti mai più. In quell’attesa il movimento andava scemando, poi cessò.
Suonò la mezzanotte e tutto entrò nel silenzio. A poco a poco mi calmai e mi decisi a tornare a letto. Impossibile dormire… Circa mezz’ora dopo sento il rumoroso fremito dei motori e le manovre di pesanti ruote di automezzi in partenza, mentre un lungo fischio precede il grido «Ne mancano due!». Poi un correre, un andirivieni verso il Centro. Una sono io, penso: balzo dal letto, mi vesto in fretta e col mio fagottino in mano sto alla porta in attesa. Passano e ripassano al pianterreno, ma da me non viene nessuno. Parte il camion e io sono ancora lì, col fiato sospeso a origliare. Qualche tempo dopo tutto tornò in silenzio e io, finalmente, mi buttai di nuovo sul letto, ringraziando il Signore d’averla scampata anche questa volta.
Le tempie mi martellavano, il cuore mi faceva certi scherzi per cui sovente dovevo sedermi. Ero spossata e invocavo come grazia di poter fare un pisolino. Ma ecco, a un tratto, giungere un altro camion che mi fece balzare di nuovo e vestire. Ci siamo! Ora non la sfuggo più… Lo sapevo. Nella Sezione civile partivano 400 operai. Vi era tutta la probabilità che mi unissero a essi.
Dalle due alle quattro, ora in cui partirono gli autotrasporti, me ne stetti penosissimamente tutta tremante e implorante… non sapendo ripetere che questa invocazione venutami spontanea al momento: «O Gesù date alla vostra debole sposa la forza di resistere e fate che la violenza degli uomini e i loro tristi intendimenti siano soggiogati dalla Vostra divina Onnipotenza». E i tristi intendimenti furono soggiogati. Grazie, o Signore!
Per la quarta volta mi ponevo a letto dopo di essermi alzata altrettante, senza poter dormire, ma un po’ meno agitata. Per quella notte il pericolo era scampato.

In libreria

Vedere con il cuore (Centro Ambrosiano) è la biografia di suor Enrichetta Alfieri scritta da monsignor Ennio Apeciti. In vista della beatificazione sempre monsignor Apeciti, ancora per il Centro Ambrosiano, ha curato Veramente e per sempre Suora della Carità. Tra le nuove pubblicazioni c’è Un angelo a San Vittore. Suor Enrichetta Alfieri, di Silvio Mengotto (In Dialogo), con l’introduzione a cura di suor Wandamaria Clerici, una parte biografica, la testimonianza della miracolata Stefania Copelli, un’intervista alla storica della Chiesa suor Grazia Loparco e un consistente apparato iconografico. Suor Enrichetta Alfieri. L’angelo di San Vittore è invece il titolo dell’ampia biografia curata da Luisa Bove, con postfazione di Luigi Pagano (Edizione Paoline). Il testo, ricco di particolari, è costruito a partire dalle numerose testimonianze rese al processo di beatificazione, comprese quelle di personaggi illustri come Mike Bongiorno e Indro Montanelli.

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di Giulia MONTI

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