di Lidia Maggi, pastora Chiesa evangelica battista (via Jacopo da Tradate 16, Milano) e di Mirella Manocchio, pastora Chiesa evangelica metodista (via Porro Lambertenghi 28, Milano) e di Anne Zell, pastora Chiesa evangelica valdese (via della Signora 6, Milano)
Tante chiese, tante diverse tradizioni insieme per invocare la pace su Gerusalemme. Lo facciamo sottovoce, non abbiamo molto da insegnare. Preghiamo, ascoltiamo storie e osiamo testimoniare del nostro cammino: chiese ieri divise oggi si riconoscono sorelle, chiese un tempo separate oggi camminano insieme.
Abbiamo fatto un lungo percorso di ascolto e conoscenza. Una riconciliazione faticosa vissuta sulla nostra stessa pelle per arrivare a comprendere che la verità di Dio è molto più grande dei recinti confessionali in cui l’avevamo imprigionata. Invochiamo la pace su una terra insanguinata e lo facciamo INSIEME: questa è la specificità del viaggio delle chiese a Gerusalemme.
Incontriamo persone ferite, confuse, impaurite, arrabbiate. Davanti ai nostri occhi l’orrore del muro, idolo demoniaco dove viene immolata la pace e schiacciata la speranza. Eppure abbiamo incontrato delle persone che nonostante le loro sofferenze hanno scelto la strada della misericordia per volare oltre gli odi e le divisioni.
Che dolore più grande ci può essere che vedersi scappare un figlio, una figlia, un genitore? Più di 500 sono le famiglie, israeliane e palestinesi, che rifiutano la logica della vendetta, perché non vogliono che sia inflitto agli altri il loro stesso dolore. Insieme si impegnano nell’associazione “Parent’s Circle” per promuovere soprattutto fra i più giovani, il dialogo e la capacità di convivere fra diversi.
Segni di speranza, passi verso la pace.