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Nota

Messa in streaming: ha senso dopo la pandemia?

Il vicario generale, monsignor Agnesi, scrive ai decani per fornire alcune linee guida sulle celebrazioni via Internet

di monsignor Franco AGNESI

28 Maggio 2023

Nei giorni scorsi il Vicario generale, monsignor Franco Agnesi, ha inviato ai Decani una comunicazione, chiedendo di farla pervenire ai parroci e ai responsabili di Comunità pastorale del loro territorio.
Ecco il testo integrale

 

Carissimo,

la tanto sospirata fine dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ci chiama a riflettere anche su alcune novità che, nel tempo drammatico della pandemia, sono entrate a far parte integrante della vita ecclesiale e liturgica. Tra queste, come ha sottolineato anche una nota della Presidenza della Cei dell’8 maggio scorso, c’è la trasmissione delle Sante Messe in streaming. Secondo la nota, la quale offre indicazioni che ogni Diocesi è chiamata a concretizzare, è «opportuno che cessino, o quantomeno siano diminuite nel loro numero, le celebrazioni trasmesse in streaming».

È doveroso premettere che l’utilizzo delle nuove tecnologie nello svolgimento di molte attività pastorali, stimolato e accelerato dall’emergenza sanitaria, è stato e resta un fenomeno per lo più positivo, con risvolti che meritano di essere ulteriormente esplorati. In particolare, le celebrazioni eucaristiche trasmesse in streaming, così come peraltro quelle televisive o radiofoniche, continuano a essere una possibilità preziosa per chi – anziano o malato – è impossibilitato a partecipare alla Messa, e non si ritiene opportuna la loro drastica interruzione, specialmente di quelle festive.

Fatte queste premesse, ci sentiamo di offrire alcuni criteri e indicazioni:

  • È opportuno che la celebrazione eucaristica trasmessa in streaming sia solo una al giorno.
  • È importante che la trasmissione della Messa sia effettivamente in diretta: la contemporaneità tra l’ascolto del fedele in casa e lo svolgimento della celebrazione in chiesa favoriscono infatti una vera partecipazione spirituale e non solo la mera “visione” tipica di un telespettatore.
  • Per salvaguardare un’autentica partecipazione spirituale alla celebrazione è bene che essa non sia memorizzata e resa disponibile successivamente, se non per alcuni giorni. È invece possibile, per esempio, lasciare accessibile il video della sola omelia. Fanno eccezione i momenti più significativi della vita di una Diocesi (Messa crismale, Triduo Pasquale, ordinazioni presbiterali, ecc) o di una comunità (Messa di ingresso del nuovo parroco, Prime Comunioni e Cresime, ecc.) che possono rimanere a disposizione su Internet anche per più tempo.
  • Nell’effettuare le riprese delle celebrazioni, occorre sempre rispettare le normative relative al trattamento dei dati e alla tutela della privacy, con un’attenzione particolare al caso in cui siano coinvolti i minori; un’ampia sintesi di queste normative è contenuta in una nota dell’Avvocatura della Diocesi pubblicata il 2 ottobre 2020 e disponibile sul portale diocesano.
  • Va ricordato, soprattutto per le parrocchie che non hanno un servizio streaming o per quelle che stanno valutando se interromperlo, che un’alternativa possibile da indicare ai propri fedeli è quella del canale YouTube della Diocesi (https://www.youtube.com/chiesadimilano), dove ogni giorno viene trasmessa la Santa Messa dal Duomo (ore 8 nei giorni feriali, ore 9.30 oppure ore 11 la domenica e nelle solennità); le celebrazioni sono trasmesse anche in tv, su Telenova (canale 18 del digitale terrestre).
  • È bene infine ricordare che, ancora più preziosa per i malati, è la possibilità di comunicarsi sacramentalmente grazie al servizio dei ministri straordinari dell’Eucaristia e che tale servizio non deve essere ridotto o sostituito dalla visione della celebrazione in tv o in streaming.

L’Ufficio per le Comunicazioni Sociali (comunicazione@diocesi.milano.it, tel. 02/8556240) è a disposizione per eventuali chiarimenti o approfondimenti.

Cordiali saluti.