Link: https://www.chiesadimilano.it/news/attualita/cop30-da-marituba-un-percorso-di-speranza-2853854.html
Sirio 8 - 14 dicembre 2025
Radio Marconi cultura
Share

«Il Segno»

Cop30, da Marituba un percorso di speranza

Alla Conferenza sul clima a Belém dal 10 al 21 novembre, la comunità, nata dall’impegno degli ambrosiani Candia e Pirovano, presenta le opere promosse dai Poveri Servi della Divina Provvidenza nel segno dell’ecologia integrale. Nei giorni scorsi ha ricevuto la visita del cardinale Parolin. Se ne parla nel numero di novembre del mensile diocesano

10 Novembre 2025

Da Il Segno di novembre

Dal 10 al 21 novembre Belém, capitale dello Stato brasiliano del Parà, ospita la Cop30, la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Tra i partecipanti figura anche la Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, fondata a Verona da san Giovanni Calabria nel 1907 e oggi presente in quattordici Paesi. Da oltre trent’anni i Poveri Servi sono attivi a Marituba, città di 130 mila abitanti a quindici chilometri da Belém, dove proseguono l’opera del vescovo missionario Aristide Pirovano e dell’imprenditore Marcello Candia, che negli anni Settanta e Ottanta promossero importanti iniziative sociali e sanitarie.

La Congregazione ha dato vita a un articolato complesso di opere: l’ospedale Divina Provvidenza, il Centro dermatologico “Dr. Marcello Candia” per la cura dell’hanseniasi, l’Abrigo “Giovanni Paolo II” per gli anziani non autosufficienti, scuole, asili, centri diurni, programmi per famiglie in difficoltà e minori con disabilità. Tutte queste realtà sono espressione di un modello di ecologia integrale, che coniuga dimensione spirituale e materiale, attenzione all’ambiente, giustizia sociale, educazione, salute e lavoro, in sintonia con il messaggio di papa Francesco secondo cui «tutto è connesso».

Alla Cop30 i Poveri Servi presenteranno l’esperienza di Marituba come un vero laboratorio di inclusione e sostenibilità. La delegazione, guidata dal Superiore generale don Massimiliano Parrella, parteciperà alla Cop della Chiesa, intervenendo al tavolo di apertura del 12 novembre. Nello stesso giorno sarà presentato al Collegio Santa Caterina di Belém il progetto educativo “Fazendinha Esperança”, centro diurno che coinvolge circa trecento bambini e ragazzi in attività su riciclo, energie rinnovabili, agricoltura biologica e pesca sostenibile. Il 14 novembre, presso l’Università Cattolica di Ananindeua, l’ospedale Divina Provvidenza coordinerà la tavola rotonda “Salute e sostenibilità”, con la partecipazione di vari ospedali cattolici amazzonici.

Sul fronte istituzionale, in accordo con il Ministero degli Esteri e il Ministero dell’Ambiente italiani, i Poveri Servi avranno uno stand nel Padiglione Italia, dove si terrà una sessione pubblica dedicata al rapporto tra cambiamenti climatici e sfide sanitarie globali, con l’apporto scientifico dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona).

«I progetti di Marituba – spiega fratel Gedovar Nazzari – nascono dai bisogni della comunità locale e crescono grazie alla collaborazione tra Chiesa, istituzioni e società civile». Da questa partecipazione alla Cop30, aggiunge, potranno nascere nuovi sogni e iniziative, come la proposta di istituire un Ufficio di ecologia integrale per coordinare e monitorare nel tempo i progetti nati in Amazzonia.

Abbonati al mensile e leggi il servizio completo

 

 

La visita del cardinale Parolin

Rispondere alla sfida del cambiamento a partire dal contributo dei bambini. Durante il suo soggiorno a Belém - a capo della delegazione della Santa Sede al “Vertice sul Clima” che ha preceduto la Cop30 - il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha visitato la comunità di Marituba, «dove c'è un bellissimo ospedale fondato dal vescovo Pirovano e che oggi è affidato ai Poveri Servi della Divina Provvidenza dell’Opera di Don Calabria - ha raccontato -. Tra le altre realtà che fanno parte di questa istituzione siamo andati anche nella “Fazenda da Esperança”, che è un bellissimo progetto che riguarda i bambini della zona - une zona che, anche da un punto di vista sociale, è molto a rischio - e che aiuta a educarli a un approccio diverso, anche al creato. Mi è parso molto bello: ho visto tutte le loro strutture, gli orti che coltivano, la produzione di biogas dai rifiuti… Cose veramente che mi hanno sbalordito e questo lo fanno i bambini, e credo che sia una maniera per aiutare a uscire da certi ambienti che sono negativi. Ecco, aiutarli invece a collaborare insieme per creare quello che vogliamo tutti: un mondo più giusto, un mondo più sano, un mondo più solidale» (da Vatican News).