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Sirio 8 - 14 dicembre 2025
Radio Marconi cultura
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Devozione

I Santi sul Rosa per intercedere per la pace nel mondo

Iniziativa del Gruppo Alpini di Olgiate Olona, salito sulla vetta del Balmenhorm per commemorare i caduti di tutte le guerre, portando le reliquie, tra gli altri, di Giovanni XXIII, don Carlo Gnocchi e Teresio Olivelli

13 Giugno 2025

In occasione dell’ottantesimo anniversario della fine del secondo conflitto mondiale, della ricorrenza del settantesimo anniversario della posa del Cristo delle Vette realizzato da Alfredo Bai e collocato dagli Alpini nel 1955 sul massiccio del Monte Rosa e della Festa della Repubblica, gli Alpini di Olgiate Olona hanno voluto raggiungere la bellissima vetta del Balmenhorm (quota 4170 m), per commemorare i caduti di tutte le guerre che, anche oggi, continuano a insanguinare il mondo. Con loro hanno portato la Stella Alpina che racchiude al suo interno le reliquie di San Maurizio (patrono degli Alpini), di San Giovanni XXIII (patrono dell’Esercito Italiano) e dei Beati Alpini fratel Luigi Bordino, don Carlo Gnocchi, Teresio Olivelli e don Secondo Pollo; al centro è collocata la reliquia della Santa Croce che “unisce e lega” tutte queste persone rendendole una magnifica “cordata” verso la vetta del Paradiso.

«Siamo saliti fin quassù insieme ai nostri santi e beati affinché intercedano presso il Padre Celeste per ottenere finalmente la pace nel mondo, dove la convivenza tra i popoli possa essere una realtà senza mai più spargimenti di sangue e infinite innocenti vite spezzate – spiegano Stefano Pavesi e Alessandro Rossini del Gruppo Alpini Olgiatese -. Possa la nostra preghiera innalzarsi da questo meraviglioso luogo, al cospetto del Cristo delle Vette, raggiungendo più forte che mai Nostro Signore con la Speranza che sorga una nuova umanità inondata da un travolgente amore tra tutte le Nazioni. Nella nostra Preghiera dell’Alpino ci affidiamo anche alla Madre di Dio invocando la Sua benedizione su tutti noi: possa stendere la Sua mano su tutto questo Mondo e portare conforto e serenità là dove dilagano terrore e violenza aprendo gli occhi e i cuori dei potenti della Terra. Proprio per chiedere questa Sua intercessione abbiamo inoltre raggiunto il vicino Corno Nero (4321 m) sulla cui esigua vetta è posta una Madonnina».

La Stella Alpina

Spiega Pavesi: «Ho ideato e realizzato questo reliquiario che rappresenta la Stella Alpina, fiore simbolo delle montagne, emblema di bellezza e di armonia, ma al tempo stesso di resistenza e di resilienza, dato che è sottoposta a condizioni climatiche veramente ostili, ma, nonostante tutto, vuole e riesce a fiorire. Questi grandi uomini custoditi al suo interno sono come molte stelle alpine, candidi fiori vissuti là dove la vita era impossibile, dove l’umanità era precipitata nel baratro, dove l’uomo ha mostrato tutta la sua crudeltà. È in questi tremendi luoghi che loro sono sbocciati e fioriti e hanno dato il meglio, hanno portato la Luce dove c’erano soltanto tenebre, hanno ridato Speranza là dove c’erano solo morte e disperazione, sul fronte di guerra, nei gulag e nei campi di concentramento senza mai proferire parole di odio nei confronti del nemico o dei loro aguzzini. Sono valorosi eroi che si sono immolati, così come recita la nostra Preghiera dell’Alpino, per “la nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenaria Civiltà Cristiana”. In questo fiore dimorano uomini ai quali affidarsi, sono fari nella notte, segnavia sui sentieri della vita, stelle che orientano i nostri passi: insieme formano una vera e propria “cordata” verso la vetta del Paradiso».

Questa speciale e unica Stella Alpina è stata esposta e accolta in svariati e importanti luoghi d’Italia e il suo viaggio continua…

Il Cristo delle Vette

Lo scultore torinese Alfredo Bai, partigiano combattente, fece un voto: se fosse sopravvissuto alla guerra avrebbe realizzato e collocato ad alta quota una statua raffigurante il Cristo redentore, a ricordo di tutti i caduti di tutte le guerre. Una sottoscrizione popolare riuscì a coprire finanziariamente l’opera, il bronzo venne invece recuperato da rottami bellici. E chi avrebbe collocato questa enorme statua da una tonnellata a quota 4170 m? Come fu possibile nel 1955 portare a termine questa straordinaria impresa? Ecco che in campo scesero gli Alpini reclutati dalla Scuola Militare Alpina di Aosta e dalle cinque Brigate alpine. Fu smontato in undici pezzi e dopo mille peripezie il Cristo delle Vette venne collocato nell’agosto del 1955 sul Balmenhorn. Venne inaugurato il 4 settembre dello stesso anno circondato da numerose cordate di alpinisti accorsi per l’evento.