«Passando in giro per Roma mi è capitato di vedere tante delle opere rese possibili con l’8xmille. Ciascuna di queste opere è possibile grazie a una grande rete di persone volontarie e impegnate e grazie all’8xmille». Lo ha detto don Gianluca Marchetti, sottosegretario Cei, in un videomessaggio alla presentazione della nuova campagna dell’8xmille alla Chiesa cattolica.
«Ogni opera è una storia, è un fatto – ha osservato -. Queste sono le opere che vogliamo condividere in un mondo segnato da violenze e ingiustizie, da storie di male. Abbiamo bisogno di buone storie, di qualcosa di bello che costruiamo assieme». Infine, l’invito a «condividere assieme in rete l’annuncio del Vangelo che si trasforma in opere di carità. Piccole e coraggiose voci che non hanno paura di diffondere il bene. Una goccia dopo l’altra fanno una storia di bene.
Monzio Compagnoni: «Contro gli stereotipi con voci credibili»
“La percentuale delle firme sta calando da tanto tempo. Non possiamo aspettarci che ricominci a crescere. Il trend è ben definito e dovremo strutturarci per affrontare questo tema», ha rilevato il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni. Soffermandosi sulle cause di questo trend, Monzio Compagnoni ha indicato «la secolarizzazione e il calo dei praticanti che diventano sempre più anziani. Quindi si è arrivati al calo delle firme. Inoltre, sono sempre più le Chiese partecipanti alla suddivisione. E lo Stato ha inserito la possibilità di scegliere la destinazione, come l’edilizia scolastica, o gli interventi sulle dipendenze, inseriti l’anno scorso. Poi, la dichiarazione precompilata non favorisce la destinazione dell’8xmille alla Chiesa cattolica».
Il responsabile del Servizio Cei ha poi spiegato che «ci sono lobby e media che lavorano contro di noi. Nel momento in cui comincia la campagna pubblicitaria abbiamo rilevato un aumento della diffusione di notizie negative sulla Chiesa cattolica che incide sulla percezione che ne ha la gente. Questo fatto evidenzia che c’è un mondo che non ama questa Chiesa. Ciò ci deve portare a essere più forti e uniti nel contrastare queste forze». Uno degli strumenti indicati in quest’ottica sono «gli stereotipi falsi che vengono diffusi». Occorre quindi «raccontare l’impegno sviluppato con l’8xmille con una testimonianza credibile, dalle voci delle persone che vivono la Chiesa sempre».
Tra le novità, il restyling del sito con uno spazio con storie di vita, che rendono la comunità protagonista, con dati di impatto e possibilità di raccogliere fondi direttamente per i progetti raccontati e la trasparenza delle informazioni. «L’efficacia della campagna nazionale è moltiplicata esponenzialmente dall’informazione locale dell’8xmille – ha aggiunto -. Il mio sogno è di vedere in ogni parrocchia una locandina che indichi come sono stati utilizzati i fondi dell’8xmille in quella realtà». Inoltre, è stata promossa una sinergia con associazioni che uniscono alla loro campagna del 5xmille quella dell’8xmille alla Chiesa cattolica in modo da raggiungere circa 2milioni di persone.
Morgante: «Un impegno che è servizio»
«Siamo alla 35esima edizione con un senso valoriale che ci unisce. C’è una sfida professionale e di comunità», ha detto il direttore di Tv2000 Vincenzo Morgante. «Riuscire a raccontare dal centro alla periferia la bellezza di un impegno che ha un punto di riferimento nella fede che ci unisce, ma anche una ricaduta nei territori».
Considerando l’8xmille «uno strumento di libertà», Morgante si è soffermato sul «risvolto civile di un impegno di questa portata. Un impegno professionale che è servizio alla comunità nei riguardi di chi si trova in situazioni di disagio e di quanti dedicano il proprio tempo a queste iniziative e donano la loro professionalità. Si inserisce in questo solco il nostro impegno di comunicatori, in controtendenza alla narrazione corrente che si occupa delle ombre. Noi invece come comunicatori raccontiamo il bene e le belle realtà che ci sono nel territorio».
Corrado: «Un’azione di carità»
«La comunicazione è sempre un’opera collettiva. Nella comunicazione tessiamo delle relazioni, impariamo a non essere autocentrati ma a cogliere gli aspetti positivi e negativi che sono presenti. Questa è la fatica di mettere insieme storie», ha detto Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio delle Comunicazioni sociali della Cei.
«“Collezionare” le storie che emergono dai progetti sostenuti con l’8xmille è importante e ci permette di unire un puzzle fatto di bene. Questa campagna non è solo uno spot pubblicitario, ma un’azione di carità nel nostro Paese e all’estero, traduzione del Vangelo nel vissuto delle nostre società e dei nostri territori», ha aggiunto.
Corrado ha sottolineato l’importanza di «un unico grande servizio che è sintetizzato nell’annuncio del Vangelo dell’oggi. Lo facciamo non solo a livello nazionale, ma anche sul territorio perché è davvero condivisione nel racconto del bene che è spezzato con migliaia di persone. Tutti sono protagonisti in questo tessuto di trame di relazione nella Chiesa italiana».
Francesconi: «Strumento di buona comunicazione»
«I fondi assegnati dall’8xmille hanno necessità di un’attenta rendicontazione. Come economi abbiamo un tesoro di notizie e informazioni. Se messi in sinergia con la diocesi, con gli uffici di comunicazione, possono diventare uno strumento importante per una buona comunicazione, ha rilevato Claudio Francesconi, economo Cei. «Abbiamo ascoltato come comunicare il bene e il bello sia sempre più un’esigenza – ha aggiunto -. Abbiamo bisogno di raccontare la vita buona che germina nelle nostre comunità attraverso i fondi 8xmille. I rendiconti dell’8xmille non sono solo numeri, ma fatti che possono parlare».
Spiegando poi che «la sinergia all’interno delle diocesi che siamo chiamati a sostenere è importantissima», ha ribadito che «dobbiamo sempre più comunicare ciò che di bene riusciamo a realizzare con i fondi 8xmille e renderci sempre più corresponsabili di questo. Perché è su questa corresponsabilità che si basa il presente e il futuro di questo strumento».
Valente: «Una forma di partecipazione»
«Le opere hanno come primo obiettivo quello di rendere sensibili le comunità nei confronti delle persone in stato di vulnerabilità. Ogni comunità può fare la propria parte, cioè partecipare. Al centro delle attività finanziate dalla Caritas c’è proprio la partecipazione. Anche la stessa firma dell’8xmille è una forma di partecipazione. Perché aiuta le Caritas diocesane ad avviare e realizzare le loro opere», ha fatto notare Paolo Valente, vicedirettore di Caritas italiana.
«Ci sono altre forme di partecipazione non solo in termini economici, ma anche di competenza, esperienza. Pensiamo ai 285 mila volontari nelle Caritas diocesane e parrocchiali», ha aggiunto. Valente ha poi sottolineato, dati alla mano, l’opera dell’ultimo decennio: «Dal 2014 a oggi sono stati finanziati con l’8xmille circa 3.500 progetti, attuati dalle Caritas diocesane (205) con una somma di 233 milioni. Nell’ultima distribuzione, 23 milioni 700 mila euro hanno permesso di sostenere 369 progetti. Vogliamo diffondere la consapevolezza che nelle nostre comunità i progetti sono realizzati con fondi 8xmille. E che la firma è un contributo alla vita e allo sviluppo delle nostre comunità e dei territori».



