Link: https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/caritas-un-gioco-per-guarire-dal-gioco-2830602.html
Sirio dal 17 al 23 novembre 2025
Radio Marconi cultura
Share

Fiera

Caritas, un gioco per guarire dal gioco

Alla 21ª edizione di «Fa’ la cosa giusta» (14-16 marzo), protagonista dello stand dell’organismo diocesano sarà «Breaking the rules», uno strumento innovativo per mettere in guardia dalle trappole dell’azzardo, realizzato in collaborazione con la società di comunicazione della scienza Taxi 1729

di Paolo BRIVIO

10 Marzo 2025

Dominano la scena la sorte e una scimmia. Bisogna mantenere la concentrazione, nonostante gli imprevisti. Si tratta di ripianare perdite finanziarie, senza finire per accumularne altre. Si utilizzano carte e una batteria di strani dadi… Breaking the rules è un gioco (da tavolo) che mette in guardia dal gioco (d’azzardo). Insegnando che affidarsi alla fortuna costa molto caro. Perché una vincita può capitare a chiunque. Ma alla fine a vincere è comunque il banco: il sistema è programmato per fare utili, anche a costo di rovinare i giocatori.

Caritas Ambrosiana presenterà alla 21ª edizione di Fa’ la cosa giusta (la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, in programma da venerdì 14 a domenica 16 marzo a Fiera Milano Rho) un gioco che si potrà sperimentare sui cinque tavoli dello stand, con sessioni ciascuna di circa mezz’ora, al termine delle quali sarà possibile un breve confronto con operatori Caritas sulle trappole dell’azzardo.

Controllare la dipendenza

I visitatori che accetteranno la sfida di Breaking the rules saranno chiamati a impersonare un giocatore d’azzardo che ha perso tutto e che tenta la fortuna per l’ennesima volta. La sua ultima spiaggia si chiama Trice, un gioco d’azzardo immaginario che si gioca con diversi dadi, dalle classiche 6 fino a 20 facce, e che offre scarse possibilità di successo. In dieci turni di gioco, l’obiettivo è cercare di recuperare la somma persa in anni di ludopatia. Durante le partite accade però qualcosa di inaspettato, che – come suggerisce il titolo – aiuta a “rompere le regole” del gioco. A patto di mettere in campo una strategia, di scegliere come sfruttare le nuove abilità senza lasciarsi lusingare da vincite temporanee e di imparare a controllare la dipendenza non cedendo all’adrenalina che cresce.

Caritas Ambrosiana ha dunque scelto di utilizzare lo strumento della gamification per trattare un problema sociale gravissimo e sempre più pervasivo. La dipendenza dall’azzardo segna in profondità le esistenze di centinaia di migliaia di italiani e delle loro famiglie, molti dei quali, iperindebitati, finiscono per rivolgersi ai Centri d’ascolto e alle Fondazioni antiusura.

Divertire e inquietare

Per far capire meglio come si cade in questo baratro, e quanto sia difficile uscirne, Caritas si è alleata con Taxi 1729, una società di comunicazione della scienza, fondata a Torino nel 2012, la cui mission è trasformare contenuti scientifici considerati complessi e noiosi in strumenti e percorsi chiari e godibili. Insieme hanno studiato un gioco ancora in progress, che troverà forma definitiva nei prossimi mesi, ma che già ora intrappola i partecipanti in un’altalena di emozioni, innescate da combinazioni a loro volta fondate su calcoli che simulano fedelmente le basi matematiche e statistiche dell’industria dell’azzardo.

L’iniziativa di Caritas Ambrosiana è un modo divertente (ma con risvolti inquietanti: provare a giocare per credere) per declinare i contenuti di un’iniziativa lanciata a livello nazionale a fine febbraio da Caritas Italiana e Fict – Federazione italiana delle comunità terapeutiche, in collaborazione con la Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II e la campagna nazionale “Mettiamoci in gioco”. Grazie al progetto Vince chi smette, i due organismi intendono promuovere percorsi di animazione comunitaria, con l’obiettivo di sensibilizzare le comunità, costruire una coscienza critica collettiva e promuovere azioni di prevenzione e contrasto del gioco patologico: un impegno che deve vedere protagonisti i soggetti sociali, anche per tamponare gli effetti di un’azione politica insufficiente, la quale anzi proprio in questi mesi sembra voler aprire nuovi spazi a un mercato in cui si gioca con la salute, e in definitiva con le vite di tanti italiani.