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Intervista

Comunità energetiche rinnovabili, sale l’interesse delle parrocchie

«Il 40% ha risposto al nostro questionario e di questo il 95% ci chiede di essere affiancato nel percorso. In ogni caso non sono a costo zero e occorre capire dove e come conviene farle», spiega Daniele Ferrari, amministratore unico del Gruppo di acquisto diocesano, che dal 2017 sul fronte del consumo ha fatto risparmiare oltre 7 milioni di euro

di Annamaria BRACCINI

18 Marzo 2024

«Dare supporto al territorio diocesano e alle sue componenti – parrocchie, enti, scuole -, per ottimizzare gli acquisti, centralizzando le esigenze, analizzandole, proponendo accordi-quadro di cui le stesse realtà possono beneficiare». È questa la missione del Gad, Gruppo di Acquisto della Diocesi di Milano, avviato nel 2017 e in pieno sviluppo. Così come delinea il suo amministratore unico Daniele Ferrari, che evidenzia l’importanza di affiancare parrocchie, e tutto ciò che vi è collegato, davanti alle nuove frontiere del consumo, come le Comunità energetiche rinnovabili. 

Chi aderisce a questo Gruppo? 
Oggi abbiamo superato le 950 parrocchie su 1100 e, con la fase di completamento del lavoro, arriveremo intorno alle 1000: si va da 150 enti tradizionali, come può essere il Palazzo arcivescovile di piazza Fontana, alle scuole dell’infanzia. Quando siamo partiti, non sapevamo neanche quanti contatori avesse la Diocesi di Milano, oggi sappiamo dove sono e quanto consumano. Ovviamente abbiamo avviato la nostra attività dai comparti dell’energia e del gas, allargandoci poi a soluzioni di diverso tipo: dalle stampanti agli impianti per evitare i problemi dell’umidità di risalita capillare, concludendo anche l’accordo-quadro degli impianti di allarme. Tuttavia il primo passo è sempre l’ascolto delle esigenze del territorio.

È questo che il Gad porta con sé come “valore aggiunto”?
Sì. Siamo una Srl, ma, al di là dell’aspetto economico, chi si affida a noi semplifica la parte gestionale e i risultati si vedono: abbiamo superato i 7 mln di euro di risparmio.

Come procede il lavoro relativo alle Comunità energetiche rinnovabili?
Oggi le Cer sono come un miraggio, ma bisogna dire che non è la soluzione di tutti i mali, come gli impianti fotovoltaici non azzerano il costo della bolletta (anche se sicuramente fanno risparmiare). Ormai da quasi un anno siamo al lavoro su questo progetto, analizzando e cercando di perseguire una centralizzazione per capire dove e come conviene fare una Cer, considerando che non sono a costo zero. Bisogna conoscere i consumi, capire com’è composta la comunità, costituire un ente giuridico: percorsi che possono durare anche un anno. Inoltre, tali Comunità prevedono un vincolo ventennale e questo va tenuto presente.

Come hanno risposto le parrocchie al formulario sulle Cer?
Il questionario prevedeva 37 domande e ha avuto una risposta del 40%. Ciò vuole dire che c’è interesse sull’argomento e che veniamo considerati un interlocutore affidabile. Oltre il 95% del campione richiede di essere affiancato dal Gad nel percorso sulle rinnovabili, ma non si può dimenticare che solo il 20-25% ha la capacità economica per sviluppare una Cer. Abbiamo contattato diversi players del mercato per realizzare accordi-quadro per studi di prefattibilità, che hanno portato a fornire alle parrocchie – o più precisamente alle Comunità pastorali – alcune prime indicazioni economiche di fattibilità.

Avete contatti anche con altre Diocesi?
Dal dicembre 2022 siamo collegati con la Diocesi di Cremona, quindi con 280 parrocchie oltre a quelle ambrosiane. Proprio in questi giorni abbiamo stretto un accordo con la Diocesi di Genova (coinvolte altre 280 parrocchie circa), per un’attività di consulenza nella gestione degli acquisti del comparto energivoro e, al tempo stesso, di supporto allo sviluppo di una start-up per un Gad a livello regionale.

 

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