Share

11 settembre

La «Nivola» in Duomo con l’Arcivescovo

Il rito presieduto sabato alle 15 apre il triduo del Santo Chiodo: diretta tv e web

di Federico PIZZI

2 Settembre 2021

Il Triduo del Santo Chiodo in Duomo sarà aperto dall’Arcivescovo, che sabato 11 settembre alle 15 presiederà i vespri e il rito della «Nivola»: diretta televisiva su Chiesa Tv (canale 195 del digitale terrestre), in streaming sul portale della Diocesi di Milano www.chiesadimilano.it e sul canale youtube.com/chiesadimilano. Il Triduo proseguirà sabato alle 17.30 con l’Eucarestia vigiliare, domenica 12 settembre con le celebrazioni eucaristiche alle 7, 8, 9.30, 11 (Capitolare, preceduta alle 10.25 dalle Lodi), 12.30 e 17.30, con i Vespri e la processione con il Santo Chiodo alle 16, e lunedì 13 settembre con le celebrazioni eucaristiche alle 7, 8, 11 e 17.30 (capitolare con Vespri, Rito della «Nivola» e riposizione del Santo Chiodo). 

La presenza del Santo Chiodo nell’attuale Duomo di Milano è documentata fin dal 20 marzo 1461, quando l’insigne reliquia venne traslata, con grande concorso di clero e di popolo, dall’antica basilica aestiva di Santa Tecla, in via di demolizione, nell’erigenda Cattedrale, in costruzione nell’area occupata dalla preesistente basilica hiemalis di Santa Maria Maggiore.

La foggia di tale reliquia è estremamente interessante: il chiodo si configura come una punta metallica, lunga circa ventiquattro centimetri: su una delle due estremità è posto un anello in cui si innesta un secondo di maggiori dimensioni. Secondo talune interpretazioni, la singolare forma richiamerebbe quella di un morso di cavallo, riecheggiando il racconto di Ambrogio circa il ritrovamento dei chiodi della crocifissione di Cristo da parte di Elena, madre dell’imperatore Costantino. Studi più recenti attestano la possibilità che tale foggia possa più verosimilmente spiegare alcune delle difficoltà che si presentavano circa la pratica della crocifissione nel mondo romano, con l’impiego di chiodi del tutto particolari.

Nel XVI secolo, al termine della costruzione del tiburio, il Santo Chiodo fu collocato sulla sommità della volta absidale, a quaranta metri di altezza, in conformità alla tradizione ambrosiana di disporre il Crocifisso sul fastigio dell’arco trionfale della chiesa. Fu tale collocazione a determinare con probabilità l’affievolirsi della devozione al Santo Chiodo che conobbe nuovo impulso grazie all’opera pastorale di Carlo Borromeo. Durante l’epidemia di peste del 1576, il 6 ottobre, il Santo arcivescovo portò la reliquia in processione tra le vie della città e da qui la ricondusse in Cattedrale, ove fu esposta per quaranta ore all’adorazione dei fedeli.

San Carlo volle che la processione fosse ripetuta ogni anno il 3 maggio, festa del Ritrovamento della Santa Croce, secondo l’antico calendario liturgico. La singolare collocazione della reliquia ne rende tutt’oggi particolarmente complessa l’operazione di prelievo, possibile, a partire dal XVII secolo, grazie a una curiosa macchina regolata da un argano (un tempo a trazione manuale, oggi meccanica): la «Nivola». Con tale nome, di origine dialettale, si designa una sorta di «ascensore» a forma di nuvola e decorato con tele dipinte, statue di putti e drappeggi (risalente nella forma attuale al 1624), unico mezzo con il quale è possibile raggiungere il tabernacolo del Santo Chiodo.

Con il nuovo ordinamento liturgico, la festa del 3 maggio in onore della Croce è stata soppressa: il Triduo del Santo Chiodo è stato ripristinato attraverso la collocazione nei tre giorni (sabato, domenica e lunedì) più vicini al 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Santa Croce. In tale circostanza, all’inizio dei Vespri del sabato, l’Arcivescovo sale sulla «Nivola» per prelevare dalla sommità della volta del Duomo la teca contenente la reliquia, esposta quindi al popolo inserita in una croce di legno dorato. Al termine dei Vespri della domenica, si svolge la tradizionale processione all’interno del Duomo. Infine, la sera del lunedì, con una nuova «ascensione», il Santo Chiodo viene riposto nel proprio tabernacolo.