La comunità cristiana è decisa a non evacuare a sud come intimato dall'Esercito di Israele, che nella notte tra il 15 e il 16 ottobre ha preso di mira i quartieri di al-Shujaiya e di al-Zaytoun, dove si trova la parrocchia cattolica della Sacra Famiglia, con oltre 500 sfollati. A sostenerli è arrivata anche la telefonata di Papa Francesco
Nuovo accorato appello di Francesco per il Medio Oriente: i morti sono già moltissimi. Non si vede altro che sangue innocente in Terra Santa come in Ucraina
Nadav Kipnis rievoca la mattina dell'attacco che ha provocato 108 vittime israeliane. I suoi familiari (due italo-israeliani che hanno sempre creduto e si sono impegnati per la pace) probabilmente ora sono ostaggi dei terroristi
La Chiesa ambrosiana aderisce all'iniziativa della Cei dopo l’appello del cardinale Pizzaballa. Le parole dell’Arcivescovo. Proposta una traccia per l'adorazione eucaristica
Secondo l’Onu l’emergenza umanitaria coinvolge oltre 338 mila persone. La piccola comunità cristiana (poco più di 1.000 fedeli su 2,3 milioni di abitanti) apre la sue strutture
Preti, ultraortodossi, soldati, laici e persone comuni nove ore e mezza in fila, tra allarmi aerei, solidarietà e unità di intenti. La testimonianza del responsabile della comunità dei cattolici di lingua ebraica
Il sacerdote racconta i primi giorni del conflitto vissuti da Gerusalemme, dove si trovava assieme ai suoi ex parrocchiani di Cassinetta di Lugagnano e a quelli di Albairate
In mezzo a missili e bombe c’è la gente comune, vittima della violenza generata da decisioni “politiche” che passano sopra la testa dei cittadini. Morti, feriti, ostaggi, distruzioni: nessun popolo esce vincitore
Mentre sale il bilancio di morti e feriti, israeliani e palestinesi, il territorio è cinto d'assedio da Israele, che ha interrotto forniture di acqua, cibo e carburante. Padre Romanelli rivela la telefonata del Pontefice. La testimonianza di una suora
La presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche in Italia ha commentato l’allerta massima scattata attorno alle sinagoghe e ai centri ebraici. «La vita continua perché deve continuare. È giusto che siano rimaste aperte per le festività»