Ombre, ma anche luci nel versante dell’istituzione familiare che, trent’anni dopo la promulgazione della Familiaris Consortio, registra una crisi senza precedenti per il numero crescente di separazioni, divorzi, aborti e sofferenze delle persone coinvolte. Anche se – va precisato – si registrano una maggiore attenzione nei confronti dei valori familiari, la presenza di numerosi gruppi e movimenti familiari e l’accresciuta collaborazione con le diocesi.
A fare il punto sulla situazione è il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che nel corso della conferenza stampa per il trentesimo anniversario della pubblicazione dell’esortazione apostolica post-sinodale Familiaris Consortio arriva a dire: «Se la famiglia è in crisi, molte energie e risorse sono impegnate per sostenerla». Nell’incontro si è affrontato anche il cammino di preparazione del settimo Incontro mondiale delle famiglie, che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno 2012, e a cui interverrà Benedetto XVI.
«Il dicastero vaticano sta compiendo un grosso sforzo per diffondere gli insegnamenti papali sulla famiglia, a partire dalla Familiaris Consortio – ha aggiunto monsignor Jean Laffitte, segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia -. In vista dell’Incontro di Milanosono state tradotte in sette lingue (italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo, portoghese e polacco) le catechesi preparatorie, che vengono adottate progressivamente dalle diocesi di tutto il mondo».
Allo studio c’è anche un documento pastorale sulla preparazione al matrimonio, con un accento particolare per l’accompagnamento delle famiglie in cui sarà ribadito il no alle esperienze e convivenze prematrimoniali. «Il testo riprenderà l’ormai classica distinzione tra preparazione remota, prossima e immediata al sacramento – ha spiegato il presule -. La prima concerne ovviamente l’educazione all’amore. La preparazione prossima riguarda più specificamente il tempo del fidanzamento. Quando i fidanzati desiderano passare alla realizzazione concreta del loro progetto si sta aprendo per loro un tempo di preparazione immediata, nel quale è legittimo per loro ricevere dalla Chiesa una proposta consistente».
Il fidanzamento, ha detto ancora il segretario del dicastero, è il tempo oggettivamente e essenzialmente diverso dall’unione coniugale, dal momento che questo tempo di preparazione non prevede ancora di mettere in comune le rispettive esistenze. «Sono personalmente convinto – ha proseguito – che la maggioranza dei giovani è in grado di capire una tale differenza e di cogliere la ricchezza specifica dei due diversi momenti: quello della promessa e quello della realizzazione. Ovviamente, se nessuno li introduce a tale mistero, a essi non rimarrà altra scelta che seguire i comportamenti propri della cultura dominante». Invece, ha aggiunto monsignor Laffitte, «ai battezzati non praticanti potrebbe essere proposto un percorso breve di formazione sistematica, includente per esempio un’iniziazione alla lettura della Parola di Dio, una trasmissione dei fondamenti più elementari della fede cristiana, un’iniziazione alla vita sacramentale insistendo in particolare sui sacramenti del matrimonio, dell’eucaristia e della riconciliazione».