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18 gennaio

Scola al Forlanini,
tra identità e comunione

L’Arcivescovo celebrerà la Messa in San Nicolao della Flue, nel Decanato in cui sei parrocchie, pur conservando le loro caratteristiche particolari, partecipano alle attività comuni dell'unità pastorale. Ne parla il parroco e decano don Marco Bove

di Cristina CONTI

17 Gennaio 2015

Domenica 18 gennaio il cardinale Angelo Scola si recherà in visita pastorale nella parrocchia di San Nicolao della Flue a Milano (via Dalmazia 11). Alle 10.30 ci sarà la celebrazione eucaristica e al termine l’incontro con i sacerdoti del Decanato Forlanini. «Il Cardinale visita l’unità pastorale Forlanini, a cui appartengono, oltre a San Nicolao della Flue, anche San Lorenzo in Monluè, San Galdino, la Beata Vergine Addolorata, la parrocchia del Sacro Cuore in Ponte Lambro e Sant’Ambrogio di Linate», spiega don Marco Bove, parroco e decano.

Come vi siete preparati per questo momento?
Più che altro abbiamo puntato molto sulla comunicazione. Abbiamo segnalato la visita alla comunità, sensibilizzato il Consiglio pastorale e abbiamo avvisato che ci sarebbe stata la visita per fare in modo che tutti ne fossero a conoscenza. La celebrazione sarà animata da tutte le parrocchie: ci saranno i cori, i chierichetti e i ragazzi di tutte e sei le parrocchie. La messa si svolgerà in San Nicolao anche perché questa chiesa è tra le più capienti dell’unità pastorale. Tuttavia temiamo che non sia abbastanza grande per accogliere tanta gente. Per questo ci sarà un collegamento audio e video con il cinema-teatro sottostante la parrocchia, dotato di trecento posti.

Come sono organizzate le vostre attività?
L’unità pastorale si caratterizza per momenti che si svolgono insieme, come la catechesi degli adulti, i corsi per i fidanzati e la Caritas. Ogni parrocchia, però, ha la sua caratteristica e quindi in ciascuna sono poi sviluppate anche attività particolari. A San Nicolao ci sono molti anziani, San Galdino ha molte case popolari (le cosiddette «Case bianche» visitate dal Cardinale durante l’Avvento), nella parrocchia della Beata Vergine dell’Addolorata ci sono più sacche di povertà e qui si trova il Centro d’ascolto della Caritas. Ponte Lambro e Linate si contraddistinguono per il tema dell’integrazione, mentre a Monluè, una parrocchia molto piccola con un’antica abbazia, c’è una casa per rifugiati, “La Grangia”, a cui il Cardinale ha fatto visita due anni fa nel periodo di Pasqua.

La crisi economica si è sentita molto sul vostro territorio?
Sì, soprattutto in alcune parrocchie. Nella nostra unità pastorale ci sono due Centri d’ascolto e diverse persone si sono rivolte qui perché hanno perso il lavoro. È aumentata anche la richiesta dei pacchi alimentari. Negli ultimi mesi nella zona di San Galdino ci sono stati problemi di ordine pubblico per gli sgomberi e la scelta del Cardinale di far visita a questa realtà è stata sicuramente significativa.

Giovani: a che punto siamo?
La partecipazione dei ragazzi e in generale dei giovani è sempre difficile. Don Emmanuele Merlo segue il loro cammino nell’unità pastorale e coordina tutte le proposte che si rivolgono ai ragazzi, dai pre-adolescenti in su. Ogni parrocchia ha inoltre attività proprie che don Emmanuele segue spostandosi dall’una all’altra. Non è facile parlare di pastorale giovanile oggi, ma c’è una proposta che cerca di coinvolgere anche questa fascia d’età.

E per gli anziani ci sono iniziative particolari?
C’è una residenza in via Mecenate, dove è presente la Caritas. C’è poi un’attività di prossimità domiciliare, che tramite un collegamento telefonico raccoglie le esigenze degli anziani del quartiere: si tratta per lo più di persone sole in casa, che hanno bisogno di compagnia o devono andare a fare visite mediche. Si svolgono poi iniziative per gli anziani anche nel centro di via Salomone che è gestito dalla Caritas.

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