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Testimonianza

Personal shopper, aiuti e pasti a domicilio
agli anziani soli in città

Fulvio Pietrobon, francescano secolare, da anni è impegnato nel servizio volontario estivo organizzato da Caritas Ambrosiana e in agosto entrerà in azione nel Decanato Greco-Zara: «Fare del bene fa bene»

di Cristina CONTI

3 Luglio 2016

Un aiuto concreto per chi rimane in città in estate: anche quest’anno, per tutto il mese d’agosto, i personal shopper volontari di Caritas Ambrosiana consegneranno pasti a domicilio e aiuteranno chi ha bisogno per le piccole incombenze quotidiane. Un servizio per stare vicino a chi è in difficoltà durante il periodo estivo. Ogni anno viene scelto un Decanato diverso: «Quest’anno è la volta di Greco-Zara, vicino al Refettorio Ambrosiano gestito della Caritas», spiega Fulvio Pietrobon, da anni impegnato in questo servizio.

Città vuote, servizi ridotti, caldo. E per chi è sempre solo o soffre di qualche problema fisico diventa difficile anche andare a fare la spesa oppure a comprare medicinali in farmacia. Disabili e anziani dai 55 e ai 99 anni, segnalati dai Servizi sociali, ricevono ogni giorno la visita dei “personal shopper” di Caritas Ambrosiana, che portano loro il pasto e rimangono in casa per chiacchierare un po’. «Più che al reddito si guarda al grado di solitudine – sottolinea Pietrobon -. Durante l’anno le persone hanno figli e badanti, ma quando arriva l’estate si ritrovano sole, magari col frigorifero pieno…».

L’importante è quindi stabilire un contatto, dare a queste persone un punto di riferimento, ascoltare quello che hanno da dire, creare una relazione che si possa mantenere nel tempo. «Ho seguito un’anziana in viale Espinasse e andavo a trovarla a casa sua – racconta -. Lo scorso anno i figli l’hanno mandata in una casa di riposo a Quarto Oggiaro. Sono andato a trovarla anche lì e mi ha detto che la sua casa le mancava molto… Spesso la solitudine deriva dalla volontà di non lasciare la propria abitazione e di non disturbare i figli».

Professionisti, giovani studenti, pensionati: questo l’identikit dei volontari. Il reclutamento avviene soprattutto attraverso le parrocchie, che chiedono la disponibilità nelle settimane precedenti alla partenza dell’iniziativa. Alcuni volontari cambiano di anno in anno, altri invece mantengono il proprio impegno. Prima di iniziare occorre sostenere un colloquio con i responsabili della Caritas.

Acquistare medicine, consegnare pasti, offrire un passaggio dal medico o all’ambulatorio, fare da accompagnatori per una passeggiata nel parco: sono solo alcuni esempi. Una volta arrivati a casa delle persone segnalate alla Caritas, i volontari consegnano loro il pasto, controllano che tutto sia stato preparato a dovere e vedono se ci sono particolari necessità, come la carne da tagliare. Si trattengono per qualche minuto per sentire come vanno le cose: dalla salute, alle esigenze particolari di ogni persona. Si parla anche del tempo, di quello che si è letto sui giornali o si è visto alla televisione. L’importante è essere presenti, con la testa e con il cuore. «Ho scelto di fare questo servizio perché sono un francescano secolare – precisa Pietrobon -. Riscoprire il Vangelo significa riscoprire la gratuità. Fare qualcosa senza aspettarsi nulla in cambio riempie la vita. Mi sento realizzato a fare del bene, perché fare del bene fa bene».