La visita pastorale del cardinale Angelo Scola a Lecco è motivo di gioia e orgoglio per il vicario episcopale della Zona pastorale III, monsignor Bruno Molinari. «Questo incontro – spiega il vicario – è un primo momento di conoscenza e di simpatia tra il nuovo vescovo e i suoi preti. Non possiamo dare a questo incontro un significato eccessivo, visto che non potrà certo darci il suo piano pastorale. Come preti e laici di questa zona potremo esprimere la gioia per aver ricevuto in dono dal Signore un arcivescovo originario della terra lecchese e con l’augurio di sentirsi a casa nel suo ritorno a Milano in obbedienza alla decisione del Papa».
Orgoglio particolare, per la Zona pastorale III, ricevere per prima la visita del cardinale Scola: «Sarà l’occasione per ringraziare l’Arcivescovo per aver scelto come prima tra le sette Zone diocesane, quella di Lecco. Questa giornata per me fa ancora parte dell’ingresso del nuovo arcivescovo: è come se Angelo Scola ampliasse il giorno 25 settembre, quando andò da Lecco a Milano. Fragilità, cultura, economia e politica, sono i momenti del suo articolato ingresso in Diocesi».
Monsignor Molinari presenterà al cardinale Scola una realtà molto variegata. La Zona pastorale III, infatti, anche se è molto estesa, ha solo 385 mila abitanti; 10 i decanati da Porlezza a Merate-Missaglia e 181 parrocchie divise in 114 Comuni, 80 in provincia di Lecco e 34 in provincia di Como. La maggior parte delle parrocchie sono piccole: 60 sono sotto i mille abitanti e solo 12 poco sopra i 5 mila abitanti. I preti sono 240, dei quali un terzo abbondante hanno superato i 75 anni. Sette i diaconi permanenti, 17 i seminaristi diocesani, 15 le comunità religiose maschili con circa 60 religiosi e 60 le comunità religiose femminili con oltre 650 religiose (quasi tutte anziane). Senza contare, però, la pastorale d’insieme che coinvolge un esercito di collaboratori laici: dai consigli pastorali, ai catechisti, ai ministri dell’Eucaristia, fino agli operatori delle parrocchie di cui il vescovo vedrà una buona rappresentanza la sera del 12 ottobre, al Cenacolo Francescano di piazza Cappuccini. Ventotto le comunità pastorali nate nell’ultimo lustro: comprendono 102 parrocchie (oltre la metà di quelle esistenti). A queste 28 comunità vanno aggiunte 20 comunità pastorali per altre 57 parrocchie. Mancano all’appello 22 parrocchie ancora singole che verranno accorpate nei prossimi anni.
«Alla bellezza del nostro territorio – spiega monsignor Molinari – corrisponde una notevole dispersione delle comunità. La lontananza rispetto al centro della Diocesi è importante. Le comunità parrocchiali sono ancora un buon terreno di fede, vigoroso, ma la tradizione va via via indebolendosi perché si afferma una realtà di secolarismo, di lontananza, soprattutto nelle fasce giovanili. La pastorale giovanile, nonostante impegno e risorse profuse, fa fatica».
Buono il substrato associativo: «Va sottolineata la buona presenza di volontariato civile ed ecclesiale nel nostro territorio. Le associazioni sono numerosissime e i numeri sono davvero molto buoni. La migrazione è ben integrata e abbastanza contenuta mentre la vocazione turistica della nostra zona, se non proprio del capoluogo ma della Valsassina, del Porlezzese, dell’alto Lago e della Valassina, porta nuove sfide. Il lavoro legato al turismo e un impegno pastorale a esso collegato, non mancano. La situazione socio-politica presenta tratti preoccupanti, ma non molti diversi da quelle di altre zone». Non solo sfide, ma anche speranze: «Sono quelle legate a un sempre maggior coinvolgimento dei laici perché i temi della corresponsabilità e della collaborazione propugnati dal cardinale Tettamanzi sono stati subito ripresi anche dall’arcivescovo Scola. La speranza è che da queste realtà, dai laici, possa venire uno sguardo un po’ più sereno. Domenica 16 rinnoveremo i Consigli pastorali per il prossimo quadriennio e sarà una data importante».
La casa del Pime e la Villa Aldè per missionari e preti anziani
La casa di Rancio (rione di Lecco) del Pime (Pontificio istituto missioni estere) si trova in via Sabotino ed è sorta per essere luogo di cura per i missionari, laici e preti, ma anche casa di riposo per gli stessi. In essa, vi è un tesoro nascosto, fatto di esperienze veramente eccezionali vissute da questi uomini fondatori di nuove comunità cristiane in Asia, Africa e America Latina. Vi si parlano lingue diverse, si narrano fatti di culture e tradizioni diversificate tra loro, ma in tutte si può scorgere la presenza misteriosa di Dio. L’impegno di ciascuno è quello dell’intercessione fatto di lunghi e silenziosi dialoghi davanti all’Eucaristia, dove si ritrova e si rinnova l’entusiasmo della missione. All’interno della struttura si trovano una trentina di uomini fondatori di nuove comunità cristiane in tutto il globo. La casa del Pime si avvale anche dell’aiuto degli Amici del Pime Rancio, gruppo di volontari molto attivi nel sostegno degli anziani missionari. Villa Aldè invece è una grande villa, circondata da un parco secolare, in una posizione incantevole, in collina, nel rione San Giovanni sopra Lecco, da dove si domina tutto il territorio circostante. "Compagno di viaggio" dei sacerdoti anziani ospiti è il diacono Armando Comini legato dallo stesso ministero: loro presbiterale, il suo diaconale. La vita di Villa Aldé è scandita al mattino dalla concelebrazione della Messa che per i sacerdoti anziani è parte fondamentale della giornata perché fa riemergere i cari ricordi delle loro celebrazioni.