Alcuni giorni non possono essere uguali agli altri. Non lo è il giorno dell'Ascensione del Signore che si celebra quest'anno il 21 maggio 2020 all'inizio della Fase 2 di questa quarantena ma con i ragazzi sempre un po' chiusi in casa, almeno per mancanza di attività organizzate. Chiediamo loro di trovare un piccolo spazio per la preghiera e di impegnarsi a incontrare un amico o un'amica speciale per ripartire, in sicurezza, ma partendo appunto dal valore dell'amicizia e dalla bellezza di ritrovarsi "insieme". Scarica e consegna la Preghiera per i ragazzi con la proposta "Sali a casa mia?".


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Testo per la preghiera

Preghiera Ascensione del Signore scarica qui

 

Questo tempo per ricominciare a sperare coincide con gli ultimi giorni del tempo di Pasqua, dedicati alla preparazione per la grande festa di Pentecoste.
Il mese di maggio si sta concludendo e le proposte future saranno incentrate sull’estate.

Come possiamo accompagnare i ragazzi in questi giorni? Partiamo dall’invito alla Messa festiva, finalmente. Anche se sappiamo che questa convocazione non potrà valere per tutti, purtroppo. Dobbiamo chiedere ai ragazzi di continuare con lo stile di preghiera personale e in famiglia, continuando a stare attenti, per come possibile, a celebrare le feste.

Anche l’Ascensione del Signore è una festa da non trascurare, da ricordare ai genitori perché arrivino ai figli, affinché siano comprese anche le celebrazioni delle prossime due Domeniche e ci si possa preparare alla Pentecoste.

 

L’invio anche un po’ improvviso e inatteso della Preghiera per i ragazzi potrebbe suscitare nelle famiglie un ricordo di un giorno così importante, invitando i propri figli a pregare con più intensità in una festa così speciale: questo è il giorno della “promessa del Signore” che, salendo al Cielo, ci fa comprendere che tornerà allo stesso modo in cui l’abbiamo visto salire al Cielo. Nel frattempo, ci fa un’altra promessa, dicendoci: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Di tutto questo anche i nostri ragazzi sono chiamati ad essere testimoni, grazie al dono dello Spirito Santo, che ognuno ha ricevuto nel battesimo.

 

Che promessa potranno fare i ragazzi e le ragazze in questi giorni?

Potendo uscire, indossando la mascherina e mantenendo la distanza di almeno un metro, i ragazzi e le ragazze potrebbero passare a fare visita non solo ad un congiunto ma anche ad un amico o ad un’amica che non vedono di persona dall’inizio della quarantena. Dopo tante videochiamate ci si può dare appuntamento in casa o all’aperto per guardarsi negli occhi e raccontarsi un po’ di cose. L’amicizia è il perno su cui puntare per tornare alla normalità, anche in vista della riapertura degli oratori. Occorre invitare i ragazzi ad uscire dall’isolamento anche se dovranno incontrare a distanza un amico alla volta. 
“Sali in casa” potrebbe essere l’invito che ciascun ragazzo può fare ad un amico in questi giorni precedenti la Pentecoste (così come è suggerito nel testo della Preghiera per i ragazzi).
Radunarsi sarebbe il nostro stile, ma incontrarsi due alla volta a distanza potrebbe essere la possibilità per riattivare la relazione.

 

 

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«La speranza e la gioia che vengono dalla risurrezione del Signore accompagnano il tempo pasquale. C’è una tristezza diffusa che siamo mandati a consolare… Noi cantiamo ed esultiamo e diciamo a tutti: abbiamo una buona notizia anche per voi» (Mario Delpini, dalla Lettera per il tempo pasquale, in La situazione è occasione, p. 97).

Giorno dopo giorno, ci vengono date buone notizie che però sono ancora dentro un contesto di preoccupazione e giusta vigilanza.

La tensione educativa delle nostre comunità educanti non viene meno: educare alla fede resta la nostra priorità. Generare nei ragazzi continuamente il senso di appartenenza a qualcosa di più grande che si chiama “comunità” resta un obiettivo alto, che deve spronarci ad entrare in contatto con i più giovani, pronti ad “accenderli” e ad alimentare in loro la gioia.

L’invito e l’incontro in forme da studiare ora in questa Fase 2 sembrano più possibili.

Cerchiamo la strada della bellezza – attraverso proposte a cui non si può dire di no – per comunicare la Buona Notizia che ci è stata affidata e per attivare anche i ragazzi perché siano testimoni del Risorto.

«Ciò che è bello suscita passione. E se un giovane si appassiona di qualcosa, o meglio, di Qualcuno, finalmente si alza e comincia a fare cose grandi; da morto che era, può diventare testimone di Cristo e dare la vita per Lui. Cari giovani, quali sono le vostre passioni e i vostri sogni? Fateli emergere, e attraverso di essi proponete al mondo, alla Chiesa, ad altri giovani, qualcosa di bello nel campo spirituale, artistico, sociale. Vi ripeto nella mia lingua materna: hagan lìo! Fatevi sentire!» (Papa Francesco, dal Messaggio per la GMG del 2020)

Ogni mezzo è buono per farci vicino ai ragazzi, con la bellezza e la creatività dell’amore.

Ribadiamo che lo sforzo delle comunità educanti consista in questo periodo in un contatto costante con i genitori o con chi vive con i più giovani. Tutti le nostre mediazioni, i nostri tentativi di comunicazione, se parliamo della fascia dei ragazzi e dei preadolescenti, non possono che passare attraverso la voce e l’esortazione dei genitori, o almeno la loro simpatia nell’appoggiare iniziative e contatti da parte della comunità.
Anche per gli adolescenti un’ottima alleanza o un consenso accondiscendente dei genitori può fare la differenza in queste settimane, perché la comunità si stringa attorno a loro, in tutti i modi possibili.

Il dialogo con i ragazzi deve passare dunque attraverso i nostri canali, attraverso lo smartphone, con una telefonata, facendo sentire la presenza dell’oratorio con i video, le challenge, le bellissime cose che ci stiamo inventando, ma passa realmente solo se chiediamo “permesso”, entrando in una casa anche se solo virtualmente, passa solo se creiamo un’alleanza con i genitori o con gli adulti che stanno con i ragazzi, chiedendo anche a loro di che cosa hanno più bisogno in questo momento per educare e accompagnare i loro figli in questo momento così delicato.

L’invito alla partecipazione alla Messa torna ad essere l’invito principale che possiamo rivolgere ai ragazzi e alle loro famiglie nel limite della capienza e della sicurezza, secondo le disposizioni, ma con creatività e senza troppe esclusioni.

La vicinanza con i ragazzi di ogni fascia d’età e le loro famiglie resta dunque l’imperativo
che ci siamo dati per tutto questo periodo in cui gli oratori sono chiusi. Tutte le comunità educanti sono mobilitate e non smettono di farlo.

Interveniamo in prima persona, facendo sentire la voce della comunità.

 

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