Si è rinnovato per il secondo anno, l'incontro dedicato alle religiose impegnate in oratorio e nella pastorale giovanile. L'appuntamento ha una doppia attenzione: la cura delle consacrate che svolgono servizio in oratorio e l'attenzione al femminile in ambito educativo e negli ambienti pastorali dedicati all'educazione.


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Quest’anno ha accompagnato la questa mattinata di riflessione, condivisione e confronto, la dottoressa Egidia Ferrari, Counsellor Professionale che collabora con il seminario e in alcuni organismi pastorali della Diocesi di Bergamo.

Poco più di 40 consacrate impegnate nella pastorale giovanile e dell’oratorio si sono date, dunque, appuntamento sabato 13 gennaio presso il Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso. Ad introdurre i lavori, don Stefano Guidi, direttore della FOM, che ha ribadito il ruolo fondamentale dell’educazione al femminile e di conseguenza della presenza della consacrate, non per un servizio puramente manuale, di riorganizzazione e riordino degli ambienti educativi, bensì di una corresponsabilità nell’accompagnare i giovani a scoprire il senso profondo della loro vita. Chiara Vescovi, Ausiliaria Diocesana e responsabile dei percorsi formativi ha introdotto i lavori della mattinata, presentando la relatrice e fornendo poi le modalità d lavoro con cui affrontare gli argomenti svolti.

Nella relazione, la dottoressa Egidia Ferrari ha trattato in modo puntuale e facendo emergere i tratti tipicamente femminili,  tre punti: l’accompagnamento spirituale, le caratteristiche dello stare accanto ai giovani e la relazione tra donne consacrate e i giovani.

La relazione si è intervallata con due semplici esercitazioni, dove personalmente o con una consorella poter confrontare le proprie sensazioni e ricordi legati all’esperienza personale dell’accompagnare e del lasciarsi accompagnare. Queste due dimensioni sono infatti strettamente legate, poiché solo attraverso il ricordo vivo dell’essersi e del lasciarsi accompagnare nasce il desiderio e la consapevolezza dell’importanza di accompagnare…

Momento significativo è stato quello della condivisione a piccoli gruppi, dove una capogruppo raccoglieva molto discretamente il vissuto e l’esperienza di ciascuna quale patrimonio prezioso della vita pastorale della nostra Diocesi in materia di consacrate che ogni giorno sono chiamate in vario modo e in vari ambiti ad accostarsi ai piccoli, ai ragazzi e ai giovani. Prima di tornare in assemblea ogni gruppo ha formulato una domanda da proporre alla dottoressa Ferrari.

Tante le cose emerse, una tra tutte, quella che è affiorata da più parti. La consapevolezza che oggi la vita veloce e frammentaria che vivono i nostri ragazzi e anche noi, ci pongono davanti ad una forma di accompagnamento veloce, non sistematico, talvolta occasionale, quasi sempre informale… dove è fondamentale farci trovare attente e disponibili.  Oggi più che mai è necessario abitare i luoghi e gli spazi dei più giovani perché è in quel particolare tempo e spazio che si concretizza il nostro farci compagne di viaggio.

Un altro elemento emerso nel confronto a gruppi è la bellezza della reciprocità dell’accompagnamento: lo sguardo maschile e femminile aiuta non solo il giovane accompagnato, ma anche chi accompagna e per le consacrate diventa l’occasione per sviluppare e per far riemergere la pazienza, la generatività, l’accoglienza e altre qualità che sono tipiche dell’essere donne consacrate.

 

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