Agli oratori è chiesto di verificare la propria missione per una progettualità che sappia accogliere il cambiamento e abitare il futuro, per il bene dei ragazzi e delle ragazze di oggi e di domani. Una parola chiave ci interrogherà quest'anno: diocesanità. L'occasione è il centenario dell'estensione del coordinamento affidato alla "Federazione Oratori Milanesi" (oggi Fondazione) dalla città di Milano a tutta la Diocesi ambrosiana, segno dell'intenzione dell'Arcivescovo di Milano di rendere l'opera degli oratori ambrosiani un'espressione peculiare della cura della Chiesa nei confronti di tutti i ragazzi a lei affidati. Rifletteremo insieme sulla nostra capacità di generare nei più giovani fraternità, senso di appartenenza, adesione alla nostra comune missione di credenti. Leggi nel sussidio PIENO DI VITA un primo approfondimento.


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Gli oratori ambrosiani sono nati storicamente grazie alla lungimiranza pastorale del Vescovo di Milano e di una Chiesa che ha voluto prendersi cura delle giovani generazioni in modo capillare, secondo uno stile educativo proprio.

 

Sotto l’episcopato del beato Andrea Carlo Ferrari (1894-1921), mentre il numero degli oratori aumentava (secondo il dettato «ogni parrocchia abbia il suo oratorio»), si sono fatti passi significativi per creare un coordinamento che favorisse l’organizzazione, desse un orientamento e indicazioni operative e sostenesse l’opera educativa degli oratori, come espressione di una comunità riunita attorno al suo Vescovo: nacquero una Commissione arcivescovile per gli oratori e fu scritto un primo Statuto degli oratori (1903-1904); iniziò la storia centenaria della rivista “L’Eco degli oratori” (1907), si svolsero alcuni convegni diocesani; fu fondata la Federazione Oratori Milanesi per gli oratori città di Milano (1913). Il 15 gennaio 1924 l’Arcivescovo di Milano, il cardinale Eugenio Tosi, rese diocesana la FOM (Federazione diocesana per gli oratori milanesi).

 

A cento anni da questa estensione della Federazione Oratori Milanesi (oggi Fondazione) a tutta la diocesi, proponiamo di riflettere insieme sul tema della diocesanità, non certo per una “operazione nostalgia” o per commemorare solamente un anniversario.

In questo tempo particolare, crediamo urgente ragionare sul senso di appartenenza che ci lega in un’unica Chiesa, che ci fa sentire un “corpo”, in comunione con Dio e fra di noi, in una dimensione che ha un riferimento preciso nel Vescovo di Milano e nella Diocesi ambrosiana.

 

Dentro la complessità nella quale siamo immersi, in cui tutto sembra essere sfilacciato, compresi i legami, ci sembra importante capire come ad esempio ragazzi e ragazze possano accogliere il dono di una comunità che li chiama a partecipare, a percepirsi appartenenti alla Chiesa nel senso più ampio del termine, a far parte di un’avventura che non è fatta tanto di gerarchie e strutture, ma soprattutto di fraternità fra persone, di comunione, partecipazione e missione (secondo quanto ci sta insegnando il cammino sinodale della Chiesa universale).

Quindi ci chiederemo che immagine di Chiesa stiamo comunicando ai più giovani e quali percorsi generiamo perché si sentano “appartenenti”.

 

E l’oratorio? È capace di accogliere il carattere “federativo” che costituisce lo stile degli oratori ambrosiani? In che modo?

Siamo convinti che la diocesanità si costruisca nel contesto in cui l’oratorio è chiamato a operare e attraverso lo stile e il senso di Chiesa di quella comunità che fa l’oratorio in un dato territorio. Si educa alla dimensione ecclesiale lì dove ci si trova, attorno all’eucaristia e nella fraternità delle esperienze quotidiane.

Ci prendiamo un anno di tempo per verificare a quale tipo di Chiesa stiamo educando, affinché lo sguardo sia ampio e l’essere Chiesa aiuti ciascuno a crescere nella fede e a impegnarsi nel mondo.

Ci chiederemo, inoltre, quale apporto stiamo portando alla costruzione della Chiesa diocesana e come essa sia per noi un riferimento fondamentale per i nostri cammini in oratorio.

 

Approfondisci con la scheda tratta dal sussidio PIENO DI VITA (pdf).

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