Il cardinale arcivescovo Angelo Scola ha scritto il suo Messaggio per la Festa dell'Oratorio in calendario domenica 27 settembre 2015, segnando l'inizio dell'anno oratoriano 2015-2016 «Come Gesù». I cartoncini con il Messaggio sono a disposizione gratuitamente (fino ad esaurimento) presso la nostra sede di via Sant'Antonio 5 a Milano.


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Cari amici,

               in questi mesi estivi abbiamo avuto diverse occasioni di incontrarci, a cominciare dall’entu­sia­smante incontro coi cresimandi a san Siro, passando dal simpatico pomeriggio ad Acquatica Park con molti gruppi degli oratori estivi, senza dimenticare la festa vissuta in piazza Duomo da tanti animatori adolescenti. L’estate appena trascorsa ci ha visti Tuttiatavola per imparare che «non di solo pane vive l’uomo», ma di ogni parola che viene da Dio e di ogni azione buona che doniamo o riceviamo.

L’anno scorso abbiamo vissuto la proposta Solo insieme, per educarci allo stile di Gesù, quello stile ben raccontato dall’evangelista Marco: il Signore invitò coloro che sarebbero diventati i suoi primi testimoni (i dodici apostoli) a condividere la sua vita, a «stare con lui» (Mc 3,14). Ci siamo esercitati anche noi a costruire comunità che siano sempre più educanti, dove cioè l’amore e la cura reciproca siano le prime modalità attraverso le quali testimoniare agli altri la bellezza di aver conosciuto il Signore Gesù.

Nel prossimo anno vogliamo fare un passo in avanti. Ai vostri genitori ed educatori, insieme a tutti gli adulti della nostra diocesi, ho proposto di lasciarci educare «al pensiero di Cristo», secondo una bella espressione di san Paolo (1Cor 2,16). La conoscenza di Gesù non può limitarsi a sapere delle cose su di lui o a provare delle belle emozioni in alcuni momenti della vita. La nostra fede, la nostra amicizia con lui deve poco alla volta cambiare il nostro modo di pensare, di amare, di comportarci, di giudicare le cose che ci capitano. Forse un piccolo esempio ci può aiutare. Fin da piccoli siete stati abituati a vedere le croci nelle vostre case, magari sopra al vostro letto, qualcuno le porta contento al proprio collo. Ma se ci pensiamo bene la croce era, ai tempi di Gesù, un terribile strumento di morte. Se la morte in sé è una cosa orrenda ed è terribile pensare che un uomo possa dare volutamente la morte ad un altro, la croce aggiungeva dolore e infamia a colui che era condannato. Ma, allora, perché Gesù ha accettato di morire, perché ha addirittura anticipato ai suoi amici che sarebbe finita così la sua vita? Perché aveva giudicato – ecco un parola importante! – che era necessario arrivare fin lì per compiere la missione ricevuta dal Padre. E quando ha compreso questa necessità? La Lettera agli Ebrei dice che anch’egli «imparò», attraverso quel dialogo costante col Padre, durante lunghe notti di preghiera, un dialogo intriso di «grida e lacrime» (cf Eb 5,7).

Se dunque anche Gesù ha dovuto imparare, pure noi dobbiamo metterci alla sua scuola per accogliere il suo modo di vedere e giudicare la vita, le relazioni, gli affetti, la fatica. In questo ci sarà da guida san Pietro. Pensate, appena Gesù lo ha conosciuto gli ha detto: «Tu sei Simone, ti chiamerai Pietro perché su di te fonderò la mia Chiesa» (cf Mt 16,18). È bastato a Gesù uno sguardo per capire fino in fondo che dietro a quel pescatore un po’ burbero, a volte un po’ «testone», c’era colui che avrebbe potuto «confermare i fratelli nella fede» (Lc 22,32). A Gesù è bastato uno sguardo, a Pietro invece è servito un lungo cammino, intriso di slanci generosi e di cadute rovinose. Seguendo lui quest’anno impareremo anche noi a guardare il mondo con gli occhi di Gesù, con gli occhi misericordiosi di un Signore che regna appeso alla croce. In questo modo, camminando con il primo degli apostoli, vivremo l’esperienza della misericordia a cui il successore di Pietro, il nostro papa Francesco, ci ha invitato in questo Anno santo.

Perché questo cammino sia autentico e reale, la condizione necessaria è che ciascuno di noi abiti davvero là dove risuona la parola viva di Gesù: nella Chiesa. Per voi, giovani amici, la Chiesa ha il volto rassicurante di mamma e papà, i colori e i rumori della vita oratoriana, i canti e i silenzi della celebrazione della messa alla domenica. È esperienza di Chiesa il cammino di iniziazione cristiana che fate insieme ai vostri catechisti, genitori, animatori e responsabili, come pure i cammini di crescita nella fede dedicati ai ragazzi preadolescenti e adolescenti, senza dimenticare l’entusiasmante mondo dello sport. Per educatori e genitori l’esperienza di Chiesa passa anche dal mettersi costantemente a servizio dei più piccoli, lasciandosi docilmente educare dalle circostanze concrete dell’esistenza. Fondamentale rimane il tendere costantemente alla comunione, lavorando e lottando per comporre le distanze e valorizzando le differenze: il motto Solo insieme non perde quest’anno la sua attualità. Quanto più convinti sarete nel vivere tutto quello che vi è proposto in oratorio, tanto più vi lascerete educare al pensiero di Cristo, così da poter imparare ad amare come Gesù, a sentire come Gesù, a soffrire come Gesù, a pensare come Gesù, a scegliere come Gesù, nella certezza di risorgere come Gesù.

Come Gesù non è quindi solo lo slogan di quest’anno oratoriano, ma un vero e proprio programma di vita. Aiutiamoci a viverlo insieme!

 

Milano, 13 luglio 2015

 

+ Angelo card. Scola
Arcivescovo di Milano

 

 

Il cartoncino con il Messaggio per la Festa di apertura degli oratori è a disposizione gratuitamente (fino ad esaurimento scorte) presso la nostra sede della Fom in via Sant’Antonio 5 a Milano.

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