Il Natale e l’Epilogo del Giubileo della speranza accompagnano al compimento del cammino “Nasci originale”, che in oratorio ha dato forma, settimana dopo settimana, alla parola ORIGINALE. Con la lettera E di Epilogo, domenica 28 dicembre 2025, il percorso si conclude e insieme si rilancia, per questo invitiamo i ragazzi e le loro famiglie a partecipare alla messa domenicale, dopo la celebrazione del Natale, dando esplicito appuntamento alla Messa di epilogo e chiusura del Giubileo nella propria comunità oppure partecipando alla Messa di chiusura del Giubileo in Duomo alle ore 11 di domenica 28 dicembre. Ciò che si è composto con la parola ORIGINALE non va smontato, ma custodito e vissuto. Il tempo natalizio diventa così un’occasione preziosa per rendere grazie, riconoscere come Dio ha operato e ripartire con coraggio, in nuovi impegni per proseguire con entusiasmo il nostro anno oratoriano, nel 2026. “E ora: fatti avanti” è l’invito a vivere i prossimi mesi come un tempo di libertà e responsabilità, scoprendo che Gesù non toglie nulla della nostra originalità, ma la rende piena, luminosa e davvero bella.


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Siamo arrivati a Natale con il cuore colmo di segni di speranza, di parole e di gesti di carità e amore che hanno attraversato questo anno giubilare della speranza. Non è stato un tempo neutro, né scontato. È stato un tempo favorevole, in cui la Chiesa ci ha chiesto di fermarci per riconciliarci e di rialzarci per ricominciare.

Il Giubileo è stato un invito a guardare la vita con occhi nuovi, lasciandoci raggiungere dalla misericordia di Dio che non stanca mai di aprire strade.

Ora che ci avviciniamo alla sua conclusione, in questi giorni del tempo di Natale, siamo chiamati a fare una scelta decisiva: non archiviare il Giubileo come un tempo che passa, ma custodirlo come una sorgente da cui parte tutto di nuovo.

La speranza cristiana non è ottimismo ingenuo né consolazione a basso costo. È la certezza che Dio è all’opera nella storia, anche quando la storia sembra contraddirlo. È la fiducia che il bene è più forte del male, che il perdono apre davvero il futuro, che ogni fine può diventare un nuovo inizio.

Per questo la lettera E, che chiude il percorso di animazione del tempo di Avvento in oratorio “Nasci originale”, non è semplicemente un epilogo. È una soglia.

È il punto in cui il cammino si compie e, proprio per questo, chiede di essere rilanciato.

La parola ORIGINALE, costruita lettera dopo lettera, non è un gioco grafico né uno slogan: è un annuncio.

Dice a ciascun ragazzo e a ciascuna ragazza che la propria vita è unica, chiamata per nome, pensata da Dio con amore. E il fatto che Gesù sia nato originale ne è la riprova!

Gesù non uniforma, non appiattisce, non toglie nulla di ciò che siamo; al contrario, libera la nostra originalità da ciò che la rende fragile o spenta e la fa fiorire.

Vivere da cristiani non significa rinunciare a sé stessi, ma diventare davvero sé stessi, con più libertà, più verità, più bellezza.

Per questo il compimento di ORIGINALE che coincide con la chiusura del Giubileo della speranza non segna la fine di un percorso, ma l’inizio di una vita vissuta con fiducia, sapendo che seguire Gesù rende ogni storia irripetibile e pienamente umana.

E come Epilogo del Giubileo. E ora: fatti avanti. È una chiamata che ci impegna dunque per il resto dell’anno oratoriano (scarica il pdf per l’animazione).

In Avvento, nei nostri oratori, tra bambini, ragazzi, adolescenti e famiglie, abbiamo seminato parole decisive: occhi aperti, vie raddrizzate, inizi nuovi, annunci che cambiano il cuore, luce che illumina il mondo. Ora è il tempo della gratitudine. Gratitudine per ciò che è stato vissuto, per le riconciliazioni avvenute, per i passi piccoli ma veri compiuti. La gratitudine è il primo atto della speranza accolta: riconoscere che Dio ha già operato, che non partiamo da zero, che qualcosa di buono è accaduto.

Ma la gratitudine, se è autentica, genera responsabilità.

Il Giubileo si chiude perché la vita riprenda, non perché tutto torni come prima.

Si apre un nuovo tratto di strada e l’anno oratoriano “Fatti avanti!” è tutt’altro che concluso: siamo poco oltre la metà del cammino. 

“Fatti avanti” oggi vuol dire questo: non restare fermi quando c’è da scegliere il bene, non tirarsi indietro quando c’è da perdonare, non voltarsi dall’altra parte quando c’è da prendersi cura.

Vuol dire aiutare i più piccoli a scoprire che la loro vita è preziosa, accompagnare gli adolescenti a credere che vale la pena impegnarsi, sostenere le famiglie nel loro desiderio – spesso faticoso – di educare alla fiducia.

Vuol dire, per gli oratori, accettare la sfida di una nuova epoca, senza nostalgia né paura, sapendo che il Vangelo non perde forza quando cambiano i contesti.

Chiudere bene il Giubileo, allora, non significa fare un bel gesto finale.

Significa aprire un tempo nuovo con consapevolezza, rilanciando ciò che abbiamo imparato: che Dio non abbandona la storia, che la speranza è più forte della morte, che la misericordia genera futuro.

Significa dire ai nostri ragazzi, con parole e scelte credibili: la comunità cammina con voi, non vi chiede di essere perfetti, ma di essere veri; non vi chiede di essere eroi, ma di farvi avanti, ogni giorno, lì dove siete.

Il Natale che celebriamo è la prova definitiva che Dio stesso si è fatto avanti, entrando nella nostra storia in modo umile e concreto.

Se Lui ha aperto la strada, anche noi possiamo continuare il cammino. Con gratitudine per il Giubileo che si chiude. Con coraggio per il tempo che si apre. Con la speranza che continua a non deludere mai.

E ora, davvero, fatti avanti.

 

Scarica il pdf per l’animazione di Natale e di domenica 28 dicembre (Epilogo del Giubileo)

 

Omelia dell’Arcivescovo per i SS. Innocenti

 

Domenica 28 dicembre alle ore 11 in Duomo, la Chiusura del Giubileo in Diocesi

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