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Parliamone con un film

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Solitudine

Le assaggiatrici: una storia di violenza, in cerca di una speranza a cui aggrapparsi

Nonostante sia po’ timido nel mostrare gli orrori della guerra dal punto di vista delle protagoniste, il film giova di una storia che non può lasciare indifferenti, oltre alle buone interpretazioni in lingua tedesca

di Gianluca BERNARDINI

1 Aprile 2025

Dopo Berlino, Estate ’42 ecco ancora la Seconda guerra mondiale raccontata da una prospettiva inedita. Silvio Soldini dirige Le assaggiatrici, tratto dall’amatissimo romanzo di Rosella Postorino.

Rosa Sauer e altre sei donne vengono prelevate dalla polizia tedesca. A loro è affidato un compito tanto importante quanto segreto; scopriranno infatti solo dopo il primo morso di essere state selezionate per un banchetto speciale: una tavola imbandita con il pasto di Adolf Hitler. Loro dovranno mangiarlo, qualche ora prima di lui, e verificare così che non sia avvelenato.

Una storia di donne

Quella delle assaggiatrici è una realtà che è venuta alla luce solamente di recente, tramite la testimonianza di una di esse. Soldini ne fa un film solo in parte di tensione (le sequenze migliori sono quelle in attesa della risposta del corpo al cibo ingerito) e soprattutto di donne.

Il film è un po’ timido nel mostrare come le protagoniste stiano vivendo gli orrori della guerra. Ciò nonostante Le assaggiatrici si giova di una storia che non può lasciare indifferenti e delle buone interpretazioni in lingua tedesca (apprezzabile il tentativo di Soldini di uscire dalla zona di comfort).

Questa, in fondo, resta una storia di violenza, ma cerca disperatamente una speranza a cui aggrapparsi. Può essere la solidarietà femminile, così come uno spiraglio di amore, seppur ingannevole, nato tra una vittima e un soldato.

Momenti di condivisione

Certo, l’orrore storico del nazismo non può essere stemperato. L’oscurità ritornerà presto nel film, coerentemente con il dramma raccontato. La vicinanza con la morte si fa anche strumento di ricerca spirituale. Le possibilità di essere avvelenate sono per le donne le stesse che ha Hitler di perdere la guerra, si dirà in una battuta memorabile.

Ogni sorso e ogni boccone possono essere gli ultimi eppure, anche nella tensione del momento, l’essere umano riesce a rendere il pasto un momento di condivisione.

Di fronte a tante possibili “ultime cene” si staglia positiva la figura del cuoco, la migliore. Un uomo buono, potenzialmente assassino suo malgrado. È inquadrato mentre osserva le donne sedute alla sua tavola e racconta loro, talvolta con ironia, ciò che succede nel mondo esterno. Un pasto con la morte a fianco, può comunque generare del bene?

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La scheda del film

Regia di Silvio Soldini. Con Elisa Schlott, Max Riemelt, Alma Hasun, Nicolo Pasetti, Marco Boriero.

Genere Drammatico, Italia, Belgio, Svizzera, 2025, durata 123 minuti.

Uscita cinema giovedì 27 marzo 2025 distribuito da Vision Distribution.

 

Temi: Seconda guerra mondiale, donne, violenza, nazismo, libertà, cibo, solitudine