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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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2 marzo

Il grazie dei Cori lecchesi a Benedetto XVI

Da un’idea dell’Associazione musicale “Harmonia Gentium” un grande concerto dedicato al Papa nella Basilica di San Nicolò: partecipano Accademia Corale, Cantate Domino, Carmina Mea, Vocis Musicae Studium, San Pietro al Monte e San Giorgio

20 Febbraio 2013

Un grande concerto polifonico con la partecipazione di sei cori lecchesi, nella Basilica di San Nicolò la sera di sabato 2 marzo. La proposta dell’Associazione musicale lecchese Harmonia Gentium è diventato rapidamente realtà grazie all’entusiastica adesione del prevosto di Lecco, monsignor Franco Cecchin. «Una sublime melodia che bene interpreti i nostri sentimenti di lode e di gratitudine al Santo Padre – spiega il presidente di Harmonia Gentium Raffaele Colombo -, come anche la nostra intensa gioia interiore per i tanti momenti di incontro e amicizia che Benedetto XVI ha offerto a tutte le realtà corali». Un concerto nel segno della stessa libertà testimoniata dal Papa nella dichiarazione di rinuncia al ministero petrino e al quale ogni coro – hanno detto sì Accademia Corale, Cantate Domino, Carmina Mea, Vocis Musicae Studium, San Pietro al Monte e San Giorgio – parteciperà con tre canti.

La serata si aprirà con una breve introduzione seguita dall’esibizione di ogni singolo coro e completata da una riflessione affidata a monsignor Cecchin. Il canto finale, cori e popolo assieme, del Discendi Santo Spirito, sarà di auspicio orante per il successivo Conclave. La musica sarà così chiamata a suggellare giornate davvero eccezionali nella storia non solo della Chiesa, ma di tutto il mondo, e l’omaggio al Papa avverrà proprio secondo le indicazioni del suo magistero: quella musica polifonica in cui è presente in modo profondo l’anima del popolo e con essa la fede cristiana, che trovano una straordinaria espressione proprio nella liturgia e nel canto liturgico che l’accompagna.

«L’incontro di amore tra l’anima e il Signore», ha ricordato in più occasioni Papa Benedetto XVI, ha come suo frutto naturale la gioia, e subito ne scaturisce il desiderio di esprimerla. Ma questa gioia è, per sua natura, superiore alle capacità espressive dell’uomo: «è difficile tradurla in parole». Si situa qui la funzione che la Provvidenza ha assegnato alla musica e al canto, che sono capaci di andare al di là della parola. Con la musica, sottolinea il Papa, «si dà voce al desiderio naturale di ogni persona umana di glorificare Dio con un canto d’amore».