Un lavoro nelle produzioni televisive, una vacanza in Italia con la fidanzata, un brutto caso di cronaca che gli vale una pesante condanna. Poi il vuoto e la solitudine del carcere, la volontà di offrire al mondo qualcosa di utile. Un progetto in ambito ambientale, un bando vinto, una macchina prototipo per la raccolta differenziata che diventa realtà e che dà lavoro ad altri detenuti. Poi una cooperativa sociale, la prima in Italia fondata da persone autori di reato per il reinserimento lavorativo dei detenuti, nel campo del videomaking.
Tante svolte nella vita di Fernando G., brasiliano di 44 anni. Un percorso, il suo, che si lega a quello di Sesta Opera San Fedele, associazione milanese di volontariato carcerario che quest’anno celebra i 100 anni di attività e che prende appunto il nome dalla sesta opera di misericordia (“visitare i carcerati”). Nel carcere di Bollate incontra Guido Chiaretti, Presidente di Sesta Opera, lo affianca, lo consiglia sul suo futuro lavorativo e lo aiuta a costruire la base della sua attività. «Non sarei riuscito a venire fuori dalla mia situazione senza questa compagnia così personale, un’assistenza morale, psicologica a materiale – racconta Fernando -. È stato presente in tutti i passaggi della mia attività, siamo diventati amici. Ma chi dal mondo libero ha voglia di venire dentro, passare per 11 cancelli, lasciare documenti e telefonino per magari passare un’ora a chiacchierare con un detenuto? La presenza dei volontari in carcere è davvero insostituibile per cercare una nuova strada nella vita». «Atakama», che in brasiliano significa «deserto», è il nome della cooperativa sociale che gli dà lavoro. Un nome per ricordare che anche nel deserto possono crescere bellissimi fiori.
«Come suggeriva il cardinal Martini per costruire percorsi di giustizia occorre visitare le persone in carcere e lavorare con loro, fianco a fianco – spiega il presidente Chiaretti -. Dare testimonianza che la società può dare loro fiducia, offrendo una seconda possibilità. E il primo passo è riconoscere, oltre i loro errori, la loro dignità di persona umana».
La storia
Sesta Opera San Fedele è una delle più antiche associazioni italiane di volontariato penitenziario. Nel 1923 un gruppo di liberi professionisti della Congregazione Mariana – gruppo di laici di spiritualità ignaziana (oggi Comunità di Vita Cristiana), che allora aveva sede presso l’Istituto Leone XIII a Porta Volta, oggi in San Fedele – dopo aver frequentato un corso di esercizi spirituali a Triuggio, tenuto dal gesuita padre Beretta, decise di dedicare alcune ore alla settimana ai reclusi del carcere di San Vittore, ottemperando così al precetto evangelico di visitare i carcerati. Nessuno di loro avrebbe mai pensato che questa iniziativa potesse avere uno sviluppo così significativo e duraturo.
Il 30 novembre 1963 venne formalmente costituita l’Associazione “Sesta Opera San Fedele”. Tra i soci fondatori si ricordano Giovanni Lazzati e Francesco e Giovanni Battista e Giuseppe Legnani, Luigi Gatti. Nel 1968, su impulso di Sesta Opera, Azione Cattolica Italiana si fece promotrice del Coordinamento degli enti e dei singoli volontari impegnati nell’assistenza carceraria, costituendo un Segretariato Enti Assistenza Carceraria (Seac). Forte della adesione di 120 Enti, il Sea., tramite l’opera di Gianbattista Legnani, poté far pressione sul legislatore perché riconoscesse nel volontariato carcerario la forma migliore di operatività per la rieducazione del detenuto. Nel 1975 diventa legge la proposta di Legnani, allora Presidente dell’Associazione, degli attuali art. 17 e 78 dell’Ordinamento Penitenziario, medianti i quali gli assistenti volontari furono formalmente istituiti per legge, legittimando quindi l’ingresso negli istituti penitenziari di cittadini impegnati nel volontariato in carcere.
Attualmente i suoi 200 soci operano a Milano – fuori e dentro nel carcere – negli Istituti di San Vittore, Opera, Bollate, nel Carcere minorile Beccaria, nel reparto speciale dell’Ospedale San Paolo e nel carcere di Cremona. «La mission – spiega Chiaretti – è quella di prestare assistenza morale e materiale ai carcerati e alle loro famiglie, promuovendone la dignità e attivandosi per la rimozione delle cause di emarginazione e per facilitarne il reinserimento nella società».
Fin dalle sue origini l’Associazione fa riferimento alla Comunità dei Padri Gesuiti di San Fedele di Milano.
Gli eventi
Le iniziative per i 100 anni dell’associazione iniziano venerdì 10 novembre con un evento “Nel cuore di Milano” (ore 17-19, Fondazione Ambrosianeum – via delle Ore 3 Milano), cui partecipano l‘arcivescovo Mario Delpini, il sindaco Beppe Sala e altre autorità civili e religiose di Milano, con gli interventi di Guido Chiaretti, Luigi Pagano (già direttore del carcere di San Vittore), Franco Bonisoli (ex detenuto) e Piero Colaprico (giornalista). Modera Fabio Pizzul.
Sabato 11 novembre (ore 9-13), presso l’Auditorium San Fedele (Galleria Hoepli 3/b), in collaborazione con Seac, si tiene il convegno «Il contributo del volontariato e della società civile per declinare il senso di umanità nelle pene» con gli interventi di Carlo Condorelli (Presidente Seac, padre Maurizio Teani s.j. (biblista), Claudia Mazzucato (Professore associato di Diritto penale nella Facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica), Monica Martinelli (Professore Associato di Sociologia presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica), Giovanni M. Pavarin (già Presidente dei Magistrati di Sorveglianza) e Patrizia Patrizi (Università di Sassari e Presidente Forum Europeo Giustizia Riparativa). Concluderanno Guido Chiaretti e il professor Andrea Rangone, docente al Politecnico di Milano e presidente di Digital360.
Dalle 15 alle 18, il Convegno continua nel carcere di San Vittore dove il mondo del volontariato dialoga con Giovanni Russo (Capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) e Antonio Sangermano (Capo del Dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità) per aprire nuovi percorsi di collaborazione. I lavori pomeridiani saranno aperti da Giacinto Siciliano, direttore di San Vittore, e dal racconto «Qui tutto è cominciato» di Guido Chiaretti e Lugi Pagano.
Mercoledì 15 novembre, alle 12, presso la Fondazione culturale San Fedele (piazza San Fedele 4, Milano – Sala Ricci), nell’ambito di “BookCity 2023” presentazione del libro Per una giustizia “degna del senso ultimo dell’essere umano” con il professor Giovanni Maria Flick (Presidente emerito della Corte Costituzionale, autore della prefazione), Claudia Pecorella (Professore ordinario di Diritto penale presso l’Università di Milano Bicocca, coordinatrice scientifica dell’opera) e Guido Chiaretti (curatore del libro); modera Ferruccio de Bortoli, giornalista.