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Ibva

Quel pane fatto da volontari per le famiglie bisognose

Un nuovo progetto di Ibva legato al social market «Solidando»: si chiama “Panificando” ed è un laboratorio che “sfornerà” quotidianamente panini per circa 750 nuclei familiari (di cui 150 ucraini)

18 Maggio 2022

Un supermercato solidale affiancato da un vero e proprio laboratorio di panificazione, per offrire alle famiglie bisognose, oltre ai prodotti tipici di un supermercato, anche pane fresco e di qualità. È “Panificando”, il nuovo progetto di Solidando, il primo supermercato solidale di Milano, aperto nel 2017 da Associazione Ibva, storico ente no profit meneghino con sede in via Santa Croce 15.

Si tratta forse del primo caso di un social market che riesce a produrre pane fresco quotidianamente per i propri utenti. «A Solidando al momento sosteniamo circa 750 famiglie, di cui 150 ucraine – spiega il direttore Matteo Ripamonti -. Queste famiglie possono fare la spesa da noi gratuitamente “pagando” con una tessera a punti. Ci sono tanti minori e anche per questo un nostro cruccio fin dall’inizio è stata oltre alla quantità di cibo offerto, anche la qualità. Il tentativo è quello di ridurre il più possibile il cosiddetto food social gap, ossia il fenomeno per cui a mangiare bene e sano sia soprattutto chi se lo può permettere. Crediamo invece che il diritto al cibo di qualità debba essere per tutti, e “Panificando” va proprio in questa direzione».

La realizzazione del laboratorio è stata possibile grazie alla donazione dei macchinari necessari da parte di Autogrill: forno, impastatrice, celle di lievitazione e tutto il necessario. La struttura, resa operativa nel giro di 4 mesi, è stata inaugurata giovedì 5 maggio alla presenza della vicesindaca di Milano Anna Scavuzzo, in un evento ad hoc organizzato in occasione della Civil Week. La produzione vera e propria di pane, invece, sarà a regime da lunedì 16 maggio grazie all’impegno di volontari.

Come e perché

«Inizieremo producendo 100 kg di pane, ma potenzialmente possiamo arrivare fino a 500 kg – racconta Giulia, 65 anni, una dei 30 panificatori volontari che hanno aderito all’iniziativa -. Io nella vita ho fatto tutt’altro, mi sono sempre occupata di comunicazione, ma da un anno sono in pensione, ovviamente ho più tempo libero, e quando ho sentito di questa possibilità ho immediatamente dato la mia disponibilità. Abbiamo fatto 32 ore di corso con gli esperti di Autogrill per imparare a usare le macchine, i dosaggi, le norme di sicurezza, e adesso non vedo l’ora d’iniziare. Ci siamo divisi i turni e ci alterneremo di settimana in settimana così da assicurare continuità nella produzione».

Se le chiedi il motivo della disponibilità a un tale impegno risponde: «Fare il pane materialmente con le mie mani, farlo gratuitamente, e sapere che quel pane sfamerà poi chi ne ha bisogno, o chi è arrivato qui fuggendo dalla guerra, è qualcosa che ha una nobiltà ancestrale. Il pane è il cibo per eccellenza della vita in comune, dell’accoglienza, e pensare che oltre a produrre del cibo, stiamo servendo una comunità, spesso ferita, è ciò che più mi ripaga».