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Covid

Pronto Soccorso, pochi casi di positivi asintomatici

Concluso lo studio di ASST Santi Paolo e Carlo e Università degli Studi di Milano: dal 12 al 19 luglio su circa 2.650 accessi solo poco più dell’1% di chi non presentava patologie correlate al Covid era invece positivo

25 Luglio 2022

Uno studio di ASST Santi Paolo e Carlo e Università degli Studi di Milano volto a misurare la percentuale di accessi nei Pronto Soccorso negli Ospedali San Paolo e San Carlo di pazienti con tampone positivo al COVID-19. L’obiettivo è stato quello di valutare l’impatto dei positivi asintomatici sulla popolazione ospedaliera, nel periodo dal 12 al 19 luglio 2022, corrispondente al picco della ondata Omicron 4/5.  Su 2.560 accessi ai Pronto Soccorso degli Ospedali San Carlo e San Paolo di Milano, il 4.8% degli accessi è risultato positivo al tampone nasofaringeo ma solo poco più dell’1% di chi non presentava patologie non direttamente correlate al COVID era positivo.

Ecco i risultati dell’analisi da cui ha preso avvio l’indagine elaborata dal professor Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica della Statale di Milano, in collaborazione con il professor Davide Chiumello, direttore del Dipartimento di Emergenza e Urgenza dell’ASST dei Santi Paolo e Carlo, coadiuvato dall’ingegner Alberto Giovanni Gerli del Dipartimento di Scienze della Salute dell’ateneo milanese per l’analisi dei dati.

Impatto ancora forte

Secondo l’indagine, su un totale di 122 postivi (pari al 4.8% degli accessi totali) 97 persone (il 79.5% del campione) si sono recate al pronto soccorso per patologie correlate ad una sintomatologia COVID e soltanto 25 si sono recati al pronto soccorso per altre patologie e hanno scoperto di essere positivo al tampone.

Questa indagine indica che la pandemia da COVID-19 continua ad avere un impatto molto forte sulla popolazione, non solo a livello di contagi, ma anche di ricoveri ospedalieri e decessi: solo una bassa percentuale (in base ai dati raccolti il 20%) dei ricoveri sono di pazienti positivi al tampone asintomatici mentre i rimanenti sono in ospedale per patologie correlate al COVID. Spiega Il professor Stefano Centanni, Direttore del Dipartimento Cardio Respiratorio dell’ASST Santi Paolo e Carlo e docente di Malattie del Sistema Respiratorio presso l’Università degli Studi di Milano, che ha partecipato alla ricerca: «L’analisi che emerge da questi dati suggerisce di porre ancora grande attenzione alle possibili evoluzioni nel prossimo autunno/inverno in cui le condizioni climatiche potrebbero variare l’impatto clinico del virus».

Permane una quota di positività della popolazione, ma si può stimare che soltanto tra l’1% e il 3% della popolazione è attiva senza saperlo. «Il quadro epidemiologico è in miglioramento – precisa La Vecchia -. Abbiamo raggiunto il picco dei positivi e nelle prossime settimane dovremo assistere ad un rallentamento di contagi. Questa variante BA.4/5 ha creato una immunità sulla popolazione molto alta, con un numero di contagiati reali superiore ai numeri registrati: poiché oltre agli asintomatici vanno considerati i pauci sintomatici guariti in pochi giorni senza richiedere accesso alle strutture sanitarie. Tuttavia gran parte dei ricoverati lo sono per e non con il Covid. La bassa frequenza di positivi asintomatici apre inoltre quesiti sulla utilità ora del contact tracing».