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Inaugurazione

PizzAut apre a Monza e accoglie il presidente Mattarella

Domenica 2 aprile, Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo, il Capo dello Stato ospite d'onore al taglio del nastro della nuova pizzeria inclusiva. Il responsabile Nico Acampora: «Un messaggio di attenzione e vicinanza concreta»

di Ylenia SPINELLI

31 Marzo 2023
Nico Acampora con un giovane di PizzAut (foto Valentina Santoro)

Nel ristorante PizzAut di via Philips 12 a Monza fervono i preparativi. Domenica alle 11.45 è atteso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per il taglio del nastro di questa nuova pizzeria inclusiva, in cui si formano e avviano al lavoro ragazzi autistici.

Il telefono di Nico Acampora, ideatore di PizzAut – il cui primo punto di ristoro è stato inaugurato nel 2021 a Cassina de’ Pecchi, nell’hinterland milanese – continua a squillare. Domenica è una data importante, non solo per la presenza della più alta carica dello Stato, ma perché il 2 aprile si celebra la Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo, una disabilità ancora poco conosciuta, che coinvolge solo in Italia circa 600 mila famiglie, proprio come quella di Nico, che ha un bambino “speciale” di 14 anni.

La sua storia è già stata raccontata (leggi qui), ma con PizzAut tutto corre veloce e molto altro è ancora da scrivere.

Nico, che significato assume la presenza di Mattarella all’inaugurazione di domenica?
Va oltre PizzAut, è un messaggio più grande di attenzione e vicinanza concreta al mondo dell’autismo. In questa occasione il ristorante sarà aperto solo su invito, ma all’esterno sarà bello condividere con tutti l’emozione dell’evento.

Avete preparato una pizza speciale per il Presidente?
Ci stiamo ancora lavorando, ci saranno i colori della bandiera italiana con il rosso del pomodoro, il bianco della mozzarella, dobbiamo ancora scegliere che tipo di verde. Posso anticipare che si chiamerà “Articolo 1”, riprendendo la Costituzione: «L’Italia è una Repubblica fondata anche sul nostro lavoro».

Quanti ragazzi lavoreranno nella pizzeria di Monza?
Tra i 20 e i 25, poi dipenderà dalle richieste del ristorante. Hanno tra i 20 e i 30 anni, come i 19 ragazzi che già lavorano a Cassina de’ Pecchi.

È un posto grande?
Sono 1100 metri quadrati per avere spazi confortevoli per i ragazzi e per i clienti. C’è anche una cucina grande per organizzare corsi formativi per altri ragazzi autistici e quella che abbiamo chiamato «palestra dell’autonomia», ovvero due piccoli appartamenti, con tanto di lavatrice e letti per dormire, dove i nostri ragazzi potranno sperimentare la vita autonoma, fuori dalla famiglia. Sono percorsi di autonomia, non residenze, in cui i ragazzi verranno inizialmente seguiti e accompagnati per cercare poi di renderli il più possibile indipendenti.

Che bilancio può fare?
Dall’apertura del primo PizzAut sono stati due anni straordinari, di rara bellezza e fatica, ma siamo contenti per le relazioni che abbiamo costruito, per il progetto e naturalmente per il giudizio dei clienti in relazione al cibo. Su Google si trovano oltre 4 mila recensioni, quasi tutte con valutazione 4,99, quando il massimo è 5.

E i ragazzi che lavorano sono soddisfatti?
Molto. Ed è impressionante vedere quanto siano cambiati attraverso il lavoro: hanno una maggiore autonomia e una maggiore capacità di relazionarsi con gli altri.

Avete tante richieste di lavoro?
Sì, e questo è uno degli aspetti più complessi da gestire, perché non possiamo accoglierle tutte.

La cosa più difficile per un ragazzo autistico è relazionarsi con i clienti?
È solo una parte delle difficoltà. Poi c’è la gestione del tempo: per questo facciamo inserimenti graduali, con poche ore di lavoro che man mano aumentano.

Da papà di un bambino autistico, come vive questa ennesima sfida?
In maniera contraddittoria, perché questo nuovo PizzAut toglierà ancora più tempo al mio stare con lui e con la mia famiglia. D’altro canto sto lavorando per il suo futuro e per quello di tanti altri ragazzi come lui. La cosa bella è che sta cambiando la cultura e la sensibilità sull’autismo: tante altre aziende si sono dimostrate interessate ad assumere ragazzi autistici. In giro per l’Italia stanno fiorendo bar e ristoranti che vedono tra il personale ragazzi autistici accanto ad altri neurotipici. Il sistema si sta muovendo, ma chiaramente il percorso è ancora lungo, i numeri sono importanti e c’è ancora tanto da fare.

Il suo sogno è che PizzAut diventi una catena?
L’idea è quella di far sorgere, offrendo il mio know-how, altri ristoranti in Italia, con la speranza che non li debba seguire tutti io, ma si facciano avanti altre associazioni, altre famiglie per gestirli in maniera diretta. Vedremo…