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Una vita indipendente per i disabili

Una quarantina di disabili chiede che la Regione Lombardia garantisca il diritto all'assistenza personalizzata

5 Giugno 2008

26/02/2008

La Regione Lombardia garantisca il diritto delle persone disabili alla vita indipendente: l’appello viene da una quarantina di disabili, che si sono rivolti al Consiglio regionale, impegnato in queste settimane nella discussione della riforma della legge sulle prestazioni socio-sanitarie.

«Abbiamo proposto le bozze di alcuni emendamenti che introducono nella nuova legge il principio che ogni disabile deve poter scegliere come vivere – afferma Ida Sala, segretaria del Comitato per la vita indipendente, creato nel 2000 dai firmatari dell’appello -. In particolare, l’assistenza deve essere personalizzata, in modo tale che ogni disabile possa trovare le risposte alle sue specifiche esigenze».

Il Comitato chiede anche che sia introdotta in Lombardia l’Assistenza personale autogestita. «Garantirebbe la libertà del disabile di scegliere le persone che lo devono assistere – spiega Ida Sala -. Se i nostri emendamenti verranno approvati, il disabile avrà la possibilità di ricevere direttamente i fondi e di spenderli per coprire i costi dell’assistenza che si è scelto». Le proposte del Comitato sono state presentate all’assemblea del Pirellone dal consigliere regionale Luca Gaffuri (Pd).

In Lombardia per ora l’assistenza non è personalizzata e non lascia libertà di scelta ai disabili. «Fino a oggi la politica della Regione nei confronti dei cittadini con disabilità si è dimostrata nel suo complesso indifferente, distratta, certamente avara», sottolinea Ida Sala.

Il Comitato chiede che siano stanziati fondi specifici per l’assistenza personale autogestita e che la nuova legge definisca con chiarezza il concetto di vita indipendente. «Per alcune Asl della Lombardia la vita indipendente si realizza solo ricorrendo agli ausili informatici – aggiunge Isa Sala -. Per noi è qualcosa di molto più vasto, che riguarda la persona nella sua totalità». (d.p.)