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Memoria

La Milano anti razzista non dimentica Abba

A 15 anni dall’omicidio del 19enne Abdoul Guiebre, ucciso per avere rubato un pacco di biscotti, un evento sportivo in suo nome nel Parco Sempione e una targa nel Giardino pubblico di Cassina de' Pomm

di Bruno CADELLI

14 Settembre 2023
Una fase di gioco della Abba Cup

Abba vive ancora nel cuore di Parco Sempione, il polmone verde di Milano gonfio di inclusione e libertà. Sono passati 15 anni dal 14 settembre 2008, giorno in cui Abba, Abdoul Guiebre, 19enne originario del Burkina Faso, nato in Italia, viene ucciso in via Zuretti a colpi di spranga. Un’aggressione brutale per aver rubato un pacco di biscotti.

«La mattina in cui è stato ucciso la notizia è rimbalzata da un telefonino all’altro, in città si faceva fatica ad ammettere che l’uccisione fosse di stampo razzista». Selam fa parte del «Comitato per non dimenticare Abba e fermare il razzismo», collettivo promotore dell’Abba Cup, festival per coltivare memoria e cultura. Basket, calcio e musica non cancellano il passato, ma possono costruire il futuro delle nuove generazioni: «Ci trovavamo di fronte da un lato a una legittimazione della violenza e dall’altro la negazione che questa fosse di stampo razzista. I due responsabili sono stati condannati, ma non è mai stata riconosciuta l’aggravante per motivi razziali».

Selam racconta la storia di quindici anni fa, una sentenza mai digerita e l’impegno del Comitato nell’organizzare la manifestazione. Tre giornate dal venerdì alla domenica hanno animato l’ultimo week-end e la presenza in contemporanea di «Expo per lo sport» non ha spento l’entusiasmo. Il cuore pulsante del festival per non dimenticare Abba è il campo da basket, dove la passione per la pallacanestro abbatte le barriere: «Lo sport parla una lingua semplice, conta la voglia di giocare e il rispetto per l’avversario. Tutti qui devono avere un’opportunità».

Uno striscione che ricorda la vicenda

Quest’anno il Comune di Milano, pochi giorni dopo la Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, ha svelato una targa in memoria di Abba dedicandogli queste parole: «A pochi passi dalla strada dove trovò la morte, il Comune di Milano ricorda Abdoul Guiebre – Abba (1989 – 2008) affinché la memoria del suo omicidio serva a comprendere la necessità di rifiutare la violenza, l’odio e il razzismo per costruire città inclusive e una società di uguali». La targa, nel Giardino pubblico di Cassina de’ Pomm, fa parte iniziative del progetto «Milano è memoria», piattaforma nata nel 2017 per dare rilievo e ricordare persone, fatti ed eventi che testimoniano la storia e l’identità della città di Milano.

La storia di Abba ha coinvolto un’intera generazione, e secondo l’assessore comunale alla Cultura Tommaso Sacchi è «una vicenda drammatica che ha colpito non solo la famiglia di Abba, ma l’intera collettività. Milano sarà sempre contro ogni forma di razzismo». La Chiesa ambrosiana, guidata all’epoca dal cardinale Dionigi Tettamanzi, aveva rivolto un appello valido ancora oggi: «Una vita vale quanto un sacchetto di biscotti, quello che Abdul avrebbe sottratto ai due baristi? Sarebbe finita così se il giovane, anziché avere quei tratti somatici, fosse apparso agli aggressori come un milanese “doc”»? Non ci si divida davanti a fatti così, cresca la volontà di unirci, per favorire un clima di più serena convivenza con tutti».