Nonostante si discuta spesso del rischio di infiltrazioni mafiose nelle Grandi Opere, i numeri sui controlli antimafia negli appalti sono quasi sconosciuti. È per questo che il centro di ricerca Transcrime, il suo spin-off Crime&tech e M4 S.p.A. hanno condotto il primo studio empirico in Italia sui controlli di legalità in una Grande Opera: i lavori per la realizzazione della nuova ‘linea blu’ della metropolitana di Milano.
Lo studio, presentato all’Università Cattolica, ha fatto luce sull’entità e complessità dei controlli necessari per il presidio della legalità in un’opera strategica e con cantieri diffusi sul territorio.
I numeri dell’opera
La costruzione della Linea blu ha coinvolto oltre 1.300 imprese, quasi 4.500 contratti e più di 16.000 lavoratori, impiegati sui 15 km di cantieri diffusi sul territorio di Milano per oltre 10 anni. I lavori sulla M4 si sono strutturati come una Grande Opera ‘a filiera corta: oltre la metà (57%) dei lavori eseguiti è rimasta al primo livello di appalto. Il 94% delle imprese coinvolte ha sede legale in Italia e, di queste, quelle lombarde hanno contribuito a più del 40% del valore delle opere. Il 67% dei lavoratori è nato in Italia, di cui circa il 17% ha più di 60 anni. Tra i lavoratori giovani è stato determinante il contributo di quelli nati all’estero – prevalentemente in Albania, Romania ed Egitto – con una percentuale di under 30 quasi doppia rispetto alla rispettiva quota tra i lavoratori nati in Italia.
I lavori hanno richiesto oltre 5.400 verifiche antimafia, attivate da M4 in linea con il Protocollo di legalità sottoscritto nel 2014 con la Prefettura di Milano. Di queste, circa il 40% delle verifiche è stato soddisfatto tramite iscrizione delle imprese in white-list antimafia. Il restante 60% ha richiesto invece un’istanza di informazione liberatoria alle Prefetture, di cui Il 99,9% ha avuto esito positivo; solo in 6 casi (lo 0,1%) è stata emessa un’interdittiva antimafia.
Senza contare le segnalazioni. M4 ha inoltrato all’ANAC 35 segnalazioni per accertare la sussistenza di false dichiarazioni sui requisiti ex D.lgs. 163/2006: il 75% ha condotto all’applicazione di sanzioni economiche e alla segnalazione nel casellario informatico ANAC. Il numero di sanzioni è diminuito nel tempo grazie a una maggiore diffusione della cultura della legalità tra le imprese coinvolte, facilitata anche dall’introduzione di una piattaforma proprietaria di monitoraggio (SILEG-M4), riconosciuta come misura incrementale antimafia dalla Prefettura di Milano e che può essere messa a disposizione a titolo gratuito per opere di pubblica utilità con convenzioni specifiche, facilitando i controlli antimafia a livello nazionale.
«Siamo orgogliosi di presentare i risultati di questo studio, frutto della preziosa collaborazione con Transcrime e Crime&tech – ha dichiarato Alessandro Lamberti, Presidente di Metro 4 S.p.A. -. La Linea Metropolitana 4 non è stata solo una sfida ingegneristica, ma un impegno costante per elevare la legalità e la trasparenza a pilastri della nostra governance. La piattaforma SILEG-M4 è uno strumento fondamentale che ha garantito il rigoroso presidio dei cantieri e ha confermato che investire in legalità è la base per la sostenibilità delle Grandi Opere pubbliche in Italia».
«I dati messi in luce da questo studio – ha spiegato il professor Ernesto Ugo Savona, direttore di Transcrime – sono molto utili per comprendere come gestire i controlli di legalità nelle Grandi Opere complesse e come migliorare il sistema antimafia nei lavori pubblici. Ad esempio, l’applicazione sperimentale di indicatori di rischio permetterebbe di definire le priorità nelle verifiche antimafia, ridurre i tempi di risposta delle autorità e quindi efficientare il bilanciamento tra controlli di legalità ed esigenze dei cantieri».




