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Milano

Cura e salute, il rischio di dimenticare i più deboli

Il convegno di martedì 14 ottobre, promosso dall’Auxologico con la partecipazione dell’Arcivescovo, sarà l’occasione per riflettere sulle urgenze attuali della sanità. Ne parla il presidente della Fondazione Mario Colombo

di Annamaria BRACCINI

13 Ottobre 2025
sanità

Il convegno promosso dall’Auxologico, in collaborazione con la Diocesi e l’Ambrosianeum, che vedrà la presenza dell’arcivescovo e di molti altri relatori di alto livello (martedì 14 ottobre dalle ore 9, presso l’ospedale San Luca, piazzale Brescia 20 a Milano – locandina), si interroga sul rapporto tra la cura necessaria per tutti e le risorse. A rispondere sul perché di questa scelta è il presidente della Fondazione Auxologico, Mario Colombo. «La domanda se potremo ancora curare tutti – dice – è al centro del convegno che abbiamo voluto organizzare insieme al Servizio diocesano per la Pastorale della salute».

Un interrogativo oggi, non retorico…
Sì e che interroga in primis coloro che si trovano a definire le regole di funzionamento e finanziamento del sistema sanitario nazionale, gli amministratori di ospedali e di strutture sanitarie, fino ad arrivare agli operatori della salute e ai singoli cittadini. Ricordiamo che la possibilità di accedere alle cure è innanzitutto fortemente disomogenea nelle diverse Regioni, limitata dalle estenuanti liste di attesa, spesso carente in alcuni ambiti, in particolare nella cura agli anziani, nelle patologie croniche e in quelle psichiatriche, tanto che si può parlare di vere e proprie povertà sanitarie.

Qual è l’obiettivo che si pone l’assise?
Vorremmo mettere in evidenza, suscitare la riflessione e la ricerca di soluzioni per i nuovi e complessi interrogativi che pone l’equazione tra domanda di salute, tendenzialmente infinita, e le limitate risorse disponibili per soddisfarla. La sacralità della vita umana e il valore intrinseco della cura devono stare a fondamento degli sforzi che possano ricondurre lo sviluppo tecnologico, l’accrescimento delle conoscenze mediche, le analisi economiche e organizzative alla base delle politica sanitaria e delle scelte imprenditoriali, all’unico obiettivo di operare per la cura della persona.

Qual è oggi l’urgenza maggiore?
Quando si affrontano i temi della cura e della ricerca sanitaria occorre tenere presente che l’oggetto di esse è la persona umana, la sua vita come soggetto unico e, nello stesso tempo, componente di una relazione sociale e familiare. Il rischio che si corre, di fronte allo squilibrio evidente tra i bisogni di salute e le risorse complessive a disposizione per soddisfarlo, è che i soggetti più deboli possano essere “scartati” o dimenticati. Riteniamo si debba riflettere sulla adeguatezza dell’assetto istituzionale Stato-Regioni nella materia sanitaria (che durante l’emergenza Covid ha mostrato evidenti debolezze) sullo spreco delle risorse derivanti dalla inappropriatezza; sulla necessità di potenziare i settings assistenziali alternativi al ricovero acuto per venire incontro a una popolazione sempre più anziana. Ma la nostra riflessione si estende anche alle conseguenze di un incontrollato inseguimento dell’innovazione tecnologica che perde di vista la persona e la sua vita, e alla carenza di una programmazione politico-sanitaria.

Quali sono i numeri della Fondazione Auxologico?
Auxologico è un ente no profit, nato nel 1958 dalla lungimirante iniziativa di carità di un sacerdote ambrosiano, monsignor Giuseppe Bicchierai. Attualmente è riconosciuto come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, un ente sanitario che associa l’attività di cura a quella di ricerca biomedica nei settori della cardiologia, neurologia, endocrinologia e riabilitazione. È presente con 26 strutture sanitarie e di ricerca in Lombardia, Piemonte, Lazio e in Romania, prendendosi cura ogni anno di più di un milione di persone.