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Politica e impresa

Campagna elettorale sempre più multimediale

Secondo un’indagine della Camera di commercio di Milano, che ha sentito oltre 30 agenzie di comunicazione, la prossima sfida alle urne si gioca soprattutto sui “social”

di Cristina CONTI

24 Maggio 2016

I social network, immediati e vicini alle nuove generazioni. Così i candidati alle prossime elezioni amministrative hanno destinato alla promozione in rete il 20 per cento del budget. E il social media più importante per farsi conoscere e apprezzare dagli elettori è Facebook, con quasi la metà delle preferenze, seguito da Twitter.

«È cambiato il modo di fare pubblicità rispetto al passato. La campagna elettorale rappresenta un momento di coinvolgimento per molte aziende del settore. Un lavoro particolarmente intenso e concentrato nel periodo prima delle elezioni, spesso portatore di novità nel modo di comunicare che resteranno in futuro. Oggi la campagna si gioca molto on line e sui social network che stimolano il dibattito anche da parte dei giovani. Ben si prestano rispetto ai tempi ristretti e alla possibilità di raggiungere e ampliare i propri interlocutori», spiega Umberto Bellini, presidente di Asseprim, la Federazione Confcommercio dei servizi professionali per le imprese, commentando i dati di un’indagine della Camera di commercio di Milano, che ha sentito oltre 30 agenzie di comunicazione.

Le campagne elettorali valgono circa un decimo del fatturato delle imprese del settore in questo periodo. Sono 8 mila quelle che si occupano di comunicazione e pubblicità in Lombardia e pesano un quarto a livello nazionale, dove sono 32 mila. Le più numerose sono le agenzie pubblicitarie, con oltre 4 mila attività, le imprese di rilevazione di opinioni e sondaggi, 2 mila, le oltre mille concessionarie pubblicitarie. Questi i numeri che emergono da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro imprese 2015 e 2014.

Nella classifica delle città lombarde, la palma per numero di agenzie del settore spetta a Milano con 5 mila imprese. La seguono Brescia con 860, Monza e Brianza con circa seicento, Bergamo con cinquecento e Varese con quattrocento.

Negli ultimi anni sono calate le imprese, del 2 per cento sia in Lombardia che in Italia, ma sono cresciuti gli addetti, che hanno toccato quota 42 mila in Lombardia (2 mila in più in un anno) e 90 mila in Italia (più 3 mila). Nella città metropolitana, in particolare, ci sono 33 mila addetti, 2 mila in più in un anno.