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Limbiate

«Attanasio pensava di essere un missionario, e lo era»

Ricordi commoventi, testimonianze significative e presentazione di progetti legati al suo nome nella serata che la città natale ha dedicato all'Ambasciatore a un anno dall'assassinio in Congo

di Annamaria Braccini

22 Febbraio 2022
Luca Attanasio

Gli amici di sempre, i diplomatici di carriera, i sindaci del territorio e chi lo ha conosciuto in Paesi e continenti lontani. E, poi, naturalmente, la moglie, il parroco che lo vide crescere in oratorio, i moltissimi che non hanno voluto mancare, nella nativa Limbiate, al ricordo di Luca Attanasio, ambasciatore in Congo, a un anno dalla sua barbara uccisione, perpetrata in un agguato vicino a Goma, nell’est del Paese. Persero la vita anche il carabiniere della scorta Vittorio Iacovacci e l’autista che li accompagnava, Mustapha Milambo, mentre viaggiavano con un convoglio del Programma alimentare mondiale.

Una serata ricca di testimoniane e di commozione, moderata dalla direttrice di Focus Africa Antonella Napoli presso il Teatro Comunale, in occasione della presentazione del libro del vaticanista Fabio Marchese Ragona, Luca Attanasio, storia di un ambasciatore di pace. Un volume nato non dalla conoscenza personale, ma «da una figura che mi ha affascinato e che penso possa insegnare molto ai giovani, coloro per i quali ho scritto queste pagine», dice l’autore. 

Le cerimonie di ricordo

La serata è aperta dal sindaco di Limbiate, Antonio Romeo, amico personale del diplomatico, che «ricorda l’amore di Luca per la sua città» e annuncia l’avvio del progetto elaborato con il Politecnico di Milano per la ristrutturazione della Villa Medolago-Attanasio, destinata a divenire «un polo culturale integrato, con la valorizzazione della fruibilità del parco e il potenziamento del centro storico in cui è collocato il complesso, attraverso la creazione di una nuova biblioteca, una galleria, sale di studio, caffè letterario, attività per bimbi, spazi per start-up». Otto milioni di euro la spesa prevista, di cui cinque rogati dallo Stato e il resto, attraverso un mutuo, a carico del Comune.

La moglie di Attanasio, Zakia
La moglie di Attanasio, Zakia

Sempre l’amministrazione e la comunità limbiatesi oggi hanno previsto ulteriori celebrazioni (vedi qui la locandina). Il 22 febbraio si aprirà con la commemorazione ufficiale al cimitero, la presentazione del monumento-scultura di Dario Brevi e la benedizione del sepolcro. Alle 18.30, nella chiesa di San Giorgio, Messa di suffragio, mentre alle 14 scenderanno in campo la Nazionale Italiana Cantanti, presieduta da Enrico Ruggeri (presente in teatro insieme ad altri colleghi) e la Play2Give, neonato progetto di charity sostenuto da giovani artisti, influencer e youtuber allenata da Fabio Capello.

L’incontro di calcio a 8 si terrà presso l’oratorio San Giorgio di Limbiate (via Giuseppe Mazzini 2). In particolare le due squadre si affrontano per promuovere la Fondazione “Mama Sofia”, nata per perseguire le idee dell’ambasciatore per un mondo migliore, e presieduta dalla moglie Zakia Seddiki Attanasio. Un primo progetto vede la partecipazione di 14 associazioni. Prima dell’inizio della partita verrà proiettato un video con il minuto di silenzio osservato nelle Ambasciate Italiane all’estero. Per garantire la massima visibilità sarà possibile seguire in diretta l’evento sui social ufficiali della Nazionale Cantanti e di Play2Give.

Gli amici e i diplomatici

Tra gli aneddoti degli amici e i racconti lontani – come il Capodanno del 2000 con i brothers o una notte di Natale piena di neve, tra sgommate un po’ ribalde e passeggiate solitarie per pensare -, si articola l’appuntamento serale, nel quale portano la loro testimonianza anche persone legate al mondo della diplomazia, come l’insegnante Luigi Carena o il collega nella sede di Casablanca – una delle prime destinazioni di Attanasio – che sottolinea: «Per me è ancora vivo, a lui ispiro la mia condotta spirituale e umana». Un’imprenditrice italiana, da molti anni in Congo, richiama la capacità di Attanasio di fare rete, «avendo nell’ambasciata di Italia a Kinshasa un riferimento certo, sostenendo l’idea di portare avanti il nome del nostro Paese nel mondo. «So che oggi molti confratelli cambieranno la foto di loro profili social con l’immagine di Luca – aggiunge un sacerdote saveriano -. Pensava di essere un missionario e lo era», scandisce.

Il video dell'incontro dei familiari con il presidente Mattarella
Il video dell’incontro dei familiari con il presidente Mattarella

Non mancano i video, tra cui quello del presidente Mattarella che, ricevendo i familiari, disse: «Luca Attanasio rimane un riferimento emblematico di come si interpreta il ruolo nelle istituzioni pubbliche» e la testimonianza di Mauro Bertocchi, ambasciatore d’Italia in Cile: «Da Berna a Casablanca, da Abuja e Kinshasa, ha lasciato una scia di ammirazione quasi incredula in tutti quelli che l’hanno conosciuto e che gli avevano valso, con la moglie, il “Premo internazionale Nassirya per la Pace” 2020. Ogni ostacolo era un semplice invito a muoversi e a trovare soluzioni», conclude Bertocchi, evidenziando che proprio in data odierna alcuni candidati a entrare in diplomazia sosterranno gli esami nella sala dedicata ad Attanasio e nell’edizione del Concorso a lui intitolata.   

Espressioni cui fanno eco l’ambasciatore Renato Varriale, che porta il saluto del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il segretario generale del Ministero Ettore Sequi: «Nel suo fascicolo personale ci sono tante lettere di ringraziamento anche di grandi imprese (aveva iniziato in Svizzera proprio nel ruolo di mediazione economica). La capacità di comunicazione è una delle qualità fondamentali del diplomatico moderno e Luca la possedeva in pieno».

Francesco Saverio De Luigi, presidente del sindacato dipendenti della Farnesina, evidenzia come tutte le ambasciate italiane nel mondo avranno le bandiere a mezz’asta e osserveranno un minuto di silenzio alle 10.30 del 22 febbraio.  

La lettera dell'Ambasciatore
La lettera dell’Ambasciatore

La moglie Zakia e le parole di Luca

Infine, prima di un omaggio musicale, sale sul palco la moglie Zakia, solo per dire: «Ricordare Luca proprio in questa data per me è una rinascita». E rimangono, allora, quelle parole di una lettera che questo generoso servitore dello Stato scrisse a se stesso, durante un ritiro dell’oratorio a 22 anni. «Non ti attaccare ai beni materiali, apri la porta ai più bisognosi, impara ad azzannare, non per fare del male ma per dare affetto. Basta credersi maestro, taci – sicuramente sbagli tu per primo – perché sei come loro. Fai del bene, ama senza riserve. Vai, dando il meglio di te stesso».  Ma soprattutto rimane il sorriso, pieno di orgoglio, in un video realizzato per il 2 giugno, nel quale Luca racconta di aver finalmente fatto decollare due voli per evacuare 300 persone, di cui 100 italiani, che, per i disordini, volevano lasciare il Congo. «Siamo l’unico Paese che ci è che è riuscito. Viva l’Italia, sempre un passo davanti».

 


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