Il Giubileo, nelle diocesi, sta volgendo al termine. La celebrazione di chiusura è prevista per domenica 28 dicembre. C’è ancora un mese, quindi, per godere di questo tempo di grazia e per riconciliarsi con il Signore, rinnovando il proprio cammino di fede.
In questo Anno santo la Chiesa ha offerto momenti di preghiera, celebrazioni, percorsi penitenziali e gesti concreti di carità. Un invito continuo a tornare all’essenziale, ad aprire il cuore alla misericordia e alla speranza, lasciandosi trasformare dall’amore di Dio.
Ora che il Giubileo è nella fase finale, non possiamo lasciare che questo tempo scivoli come un evento tra i tanti. La grazia è ancora offerta, è ancora a portata di mano. È il momento giusto per affrettarsi. Non per ansia, ma per desiderio: di guarigione interiore, di riconciliazione, di luce nuova. Ogni gesto compiuto – una confessione sincera, una Messa vissuta con più attenzione, un atto di perdono, un servizio al prossimo – diventa un seme capace di portare frutto anche dopo la conclusione ufficiale dell’Anno Santo. Il Giubileo ricorda che Dio non si stanca mai di noi, che la sua misericordia non conosce scadenze. Da qui la nostra speranza.
I tempi speciali che la Chiesa propone, tuttavia, sono come finestre spalancate: l’aria fresca che lasciano entrare – seppur con scadenze – può cambiare l’atmosfera dell’intera casa della nostra vita. Per questo è importante non rimandare, non attardarsi nell’indecisione, non lasciare che le occupazioni quotidiane soffochino il richiamo dello Spirito.
Chi sente nel cuore un invito – ancorché piccolo o timido – lo segua. Chi non ha ancora trovato il momento giusto, lo cerchi adesso. Chi è lontano, si lasci avvicinare.
Questo è il tempo favorevole. Questo è il dono che viene offerto ancora una volta: un’occasione preziosa per rimettere Dio al centro, per ritrovare la pace interiore, per riscoprire la gioia della fede vissuta con sincerità. In cammino, come pellegrini di speranza.



