Speciale

Armida Barelli è beata

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La testimonianza

Sulle orme di San Francesco

L’intera esistenza e la ricerca vocazionale della futura Beata sono state segnate dall’esempio del poverello di Assisi e sfoceranno nella nascita dell’Istituto secolare delle Missionarie della Regalità

di Ernesto Preziosi

3 Aprile 2022
Armida Barelli

La biografia di Armida Barelli (1882-1952) testimonia il suo sentirsi francescana. Il primo incontro con San Francesco lo ha nel collegio di Mezingen, dove fa la conoscenza di Sant’Elisabetta d’Ungheria. Racconterà di esser stata affascinata dalla biografia di questa giovane donna che vive in povertà come terziaria francescana. Nel 1910, su consiglio di Gemelli, entra nel Terz’Ordine: legge i Fioretti di San Francesco in una edizione del danese Jørgensen e sceglie il francescano Mazzotti come direttore spirituale. Nell’estate 1917, quando la sua ricerca vocazionale è ancora aperta, visita Assisi: «Sentii subito – scrive – che Assisi era la patria dell’anima mia: come san Francesco e santa Chiara mi erano vicini e presenti!». In una conversazione avuta con il Generale dei Minori, padre Cimino, si sente confermata sulla strada intrapresa: «Resti nel mondo e sia apostola. Sia vergine francescana e apostola nel mondo».

I luoghi

I luoghi francescani segnano le tappe del suo percorso. Si reca a La Verna nel 1918, mentre è in viaggio per Roma dove papa Benedetto XV le affida l’incarico di diffondere la Gioventù Femminile in tutta Italia. Lei chiede al Papa di avere come patrona della Gf Santa Rosa da Viterbo, «giovane, laica, propagandista», lui approva e le dice: «Sono terziario anch’io». Uscendo da quella udienza prova la sensazione di non «appartenersi più». Padre Cimino commenta: «Prima di andare dal Papa non è salita alla Verna? E la Verna non l’ha preparata a spogliarsi di sé per la crocifissione?». Il 4 ottobre di quell’anno, il 1918, è ad Assisi ed emette i voti dei consigli evangelici nelle mani del successore di san Francesco.

Nell’agosto 1919, è insieme a Gemelli a San Damiano per stendere la Regola delle “Terziarie Francescane del regno sociale del Sacro Cuore”, dove la nuova Famiglia spirituale si costituisce, il 19 novembre 1919. Diverrà l’Istituto secolare delle Missionarie della Regalità.

La spiritualità

La sua spiritualità si nutre dei luoghi che richiamano la presenza del Creatore: è lo spirito originario della santità francescana. Nei luoghi francescani costruirà delle Oasi per gli Esercizi spirituali. La testimonianza evangelica di Francesco accompagna la fondazione di tutte le Opere in cui Barelli è coinvolta e ne costituisce l’anima. Ed è vero anche per un’Opera intellettuale come l’Università Cattolica.

Armida assume il valore religioso della vita attiva, dell’azione, l’esaltazione dell’elemento volitivo come «operare» della coscienza per vincere i movimenti che degradano l’uomo, consentendogli l’unione con Dio, la visione ottimistica del mondo. Fa sua la fierezza con cui Francesco si era posto a vivere – ancora da laico – il programma di ogni cristiano, quello, dirà Gemelli, che «non ha nulla di originale in sé: ma originale è lo spirito e l’impeto con cui il Santo lo svolge».

Il programma di vita di Armida esprime «la volontà immedesimata con la volontà di Dio; l’apostolato compreso come vocazione; il lavoro compiuto con gioia». Per lei come per Gemelli il francescanesimo è qualcosa di essenziale centrato sull’annuncio, così come per Francesco che si toglie l’armatura, mette il saio e intraprende una milizia valeva molto di più.

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