Link: https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/sulla-via-degli-altari-212219.html
Sirio 09 - 15 dicembre 2024
Share

Cause

Sulla via degli altari

In attesa della proclamazione di Paolo VI come Santo, in Diocesi è lungo l’elenco di sacerdoti, religiosi, consacrati e laici già Beati, Venerabili o in attesa dell’apertura del processo

di Annamaria BRACCINI

1 Aprile 2018

Paolo VI è santo, dunque, e ne attendiamo la proclamazione formale nel prossimo ottobre. Coroniamo così un lungo cammino, iniziato pochi mesi dopo la sua morte, quando nel 1979 la Diocesi di Brescia e la Conferenza episcopale argentina, nel desiderio di iniziare la Causa di beatificazione, cominciarono a raccogliere le testimonianze. Giovanni Battista Montini si pone come primo Arcivescovo santo dopo San Carlo Borromeo e in questo è idealmente accanto a Santa Gianna Beretta Molla, la prima Santa ambrosiana sempre dal tempo del Borromeo. Ma non sono pochi i beati ambrosiani e tutti attendono di poter donare un miracolo, necessario, secondo le norme attuali, per procedere alla loro Canonizzazione.

Due sono stati Arcivescovi di Milano come Montini: i cardinali Andrea Carlo Ferrari (beatificato il 10 maggio 1987) e Alfredo Ildefonso Schuster (elevato agli altari il 12 maggio 1996).

Ci sono poi consacrate come suor Anna Maria Sala (beatificata il 26 ottobre 1980) e suor Enrichetta Alfieri (beata dal 26 giugno 2011), religiosi come padre Arsenio da Trigol (beatificato il 7 ottobre 2017) e padre Luigi Monti (9 novembre 2003) e missionari come padre Giovanni Battista Mazzucconi (beatificato il 19 febbraio 1984) e padre Clemente Vismara (26 giugno 2011).

Non mancano i sacerdoti diocesani, come Luigi Biraghi (fondatore delle Marcelline, divenuto beato il 30 aprile 2006), Luigi Talamoni (21 marzo 2004), don Luigi Monza (beatificato il 30 aprile 2006), don Carlo Gnocchi (beato dal 25 ottobre 2009) e don Serafino Morazzone (26 giugno 2011). Uomini di Dio divenuti esempi nel campo della carità, dell’istruzione, della cura del dolore innocente.

Li seguono un non minore numero di Venerabili: uomini e donne che la Chiesa ha già dichiarato essere esemplari e che si pongono come autentici modelli da imitare e pregare. Anch’essi, laici, religiosi e sacerdoti, esprimono la bellezza del volto della Chiesa. Tra i laici abbiamo Armida Barelli, Marcello Candia, Attilio Giordani, Giuseppe Lazzati e Adele Bonolis, laica impegnata nel mondo degli emarginati. Tra le religiose, madre Laura Baraggia, fondatrice delle Suore della Famiglia del Sacro Cuore di Gesù di Brentana, e madre Maria Matilde Bucchi, fondatrice delle Suore del Preziosissimo Sangue. Per i religiosi troviamo padre Benigno Calvi, padre Carlo Salerio (fondatore delle Suore della Riparazione a Milano) e fra’ Cecilio Cortinovis, l’indimenticato Cappuccino del Convento di viale Piave a Milano, e fratel Felice Tantardini, laico missionario in Birmania. In questa sequela anche un vescovo, monsignor Angelo Ramazzotti, oblato di Rho e Patriarca di Venezia, tra i fondatori dell’attuale Pime.

Dovremmo citare anche don Mario Ciceri, coadiutore di Sulbiate, e monsignor Carlo Sonzini, fondatore a Varese del giornale cattolico Luce e delle Ancelle di San Giuseppe Lavoratore.

Altri sono ancora in cammino: pensiamo a monsignor Aristide Pirovano, ai giovani Carlo Acutis e Jean Thierry Ebogo (carmelitano), a fratel Ettore Boschini e ai sacerdoti Francesco Pedretti, Luigi Giussani, Giuseppe Ballabio e Isidoro Meschi.