Percorsi ecclesiali

La Pasqua 2024 nella Chiesa ambrosiana

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Giovedì Santo

«Solo Gesù è il fondamento del nostro sacerdozio»

In Duomo l'Arcivescovo ha concelebrato la Messa crismale con il clero diocesano, a cui ha rivolto una triplice supplica: «Restiamo uniti nel celebrare la Pasqua, non siate insensibili alle invocazioni di chi cerca consolazione, preghiamo e operiamo per la pace». Benedetti gli Oli santi, promulgato il nuovo Messale Ambrosiano

di Annamaria BRACCINI

28 Marzo 2024
L'Arcivescovo tra i preti in Duomo (Agenzia Fotogramma)

«Spesso non osiamo più neppure sperare la pace, ci rassegniamo al disastro assurdo della guerra. Siamo chiamati, invece, a credere che, se anche siamo un “non popolo”, possiamo diventare “popolo di Dio”. La mia supplica in questo momento solenne è: preghiamo per la pace, costruiamo la pace, compiamo opere di pace. La Chiesa dalle genti è posta come profezia dentro la storia umana per dire di una riconciliazione possibile».

L’appello con cui l’Arcivescovo conclude la Messa Crismale risuona nel Duomo gremito di 800 tra sacerdoti – oltre 750 i concelebranti, tra cui una decina di Vescovi, i membri del Cem e del Capitolo metropolitano al completo – e diaconi permanenti, tutti riuniti per la celebrazione eucaristica della mattina del Giovedì santo, in cui si rende evidente la «stretta unione dei presbiteri con il Vescovo». Messa in cui si svolge il tradizionale, e sempre suggestivo, rito della benedizione del crisma e degli olii dei catecumeni e degli infermi.

La benedizione degli Oli

«Come è edificante questo ritrovarci per celebrare i santi misteri e ringraziare per il nostro essere consacrati in questa Chiesa con il battesimo, in questo presbiterio per servire il popolo cristiano con l’annuncio della parola, con la celebrazione dei sacramenti della salvezza, con il servizio dell’autorità per orientare il cammino dei fedeli sulle vie della missione», sottolinea l’Arcivescovo, cui sono accanto il rettore del Seminario monsignor Enrico Castagna – presenti anche alcuni Superiori e i seminaristi -, l’Arciprete della Cattedrale monsignor Gianantonio Borgonovo, il vicario episcopale per la Formazione permanente del Clero monsignor Ivano Valagussa e il neo responsabile per il Diaconato permanente don Filippo Dotti.  

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«Dove abbiamo inciampato»

Coraggiosa e particolarmente incisiva, l’omelia non nasconde le «tante ferite» del clero di oggi, con il verbo «inciampare», ripetuto più volte. «Forse tu hai inciampato nella sconfitta e nel fallimento. Forse proprio le persone che ti erano più care e più vicine, quelle che consideravi più promettenti, forse proprio loro ti hanno deluso e abbandonato. Gesù, che ha immaginato così la missione, ha previsto anche questo. Forse hai inciampato nell’impotenza di fronte a miserie, bisogni, urgenze, sfide troppo più grandi rispetto alle risorse disponibili. Gesù ha immaginato e, a quanto pare, anche voluto questa sproporzione. Forse tu hai inciampato nella tua inadeguatezza, nella delusione» o in quella che viene da un confratello. E, ancora: «Forse non riesci a condividere il modo con cui il Papa esercita il suo Ministero. Forse trovi che il tuo Vescovo non è all’altezza del suo compito e non sa essere d’aiuto a questa Chiesa Noi siamo qui in tanti, certo qualcuno è assente e ha le sue buone ragioni, ma qualcun altro lo è perché è arrabbiato, perché alcune mie scelte lo hanno ferito».  

Di fronte a tutto questo, consiglia monsignor Delpini, «è bene che non vestiamo la maschera di una serenità imperturbabile o di un ottimismo per principio. Noi ci raduniamo perché abbiamo molto di cui ringraziare, ma anche molto da confessare, molto da guarire. Noi non vogliamo restare imprigionati nelle nostre amarezze, ripiegati sulle nostre ferite».

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La guarigione

Anche perché «il fondamento del sacerdozio, del diaconato, della nostra fraternità nel Clero diocesano non è il culto, non è un progetto pastorale, non è un servizio da rendere, ma solo Gesù. Fratelli io vi invito: cerchiamo Gesù, restiamo uniti a Gesù».

«Le nostre ferite, le nostre tristezze, i nostri risentimenti invocano la guarigione. In questa celebrazione benediciamo gli olii per la celebrazione dei sacramenti che sono per la nostra guarigione e per guarire tutto il popolo cristiano. Vi supplico, non restate insensibili alle invocazioni della gente che cerca consolazione, speranza, guarigione. La nostra missione è essere riconciliati con Dio per riconciliare tutti nella fraternità universale L’olio guarisce anche noi, versato sulle nostre ferite e su quelle dei fratelli e delle sorelle guarisce non come una sorta di magia, ma come un gesto di Cristo, una parola amica, una fraternità accogliente radunata dalla compassione».

Il nuovo Messale ambrosiano 

Evidente, in questo auspicio, il richiamo alla preghiera. Infatti l’Arcivescovo osserva: «In questa celebrazione della Messa Crismale io, a nome di tutta la Chiesa ambrosiana nel mio ruolo di capo-rito, firmerò il decreto della pubblicazione della nuova edizione del Messale ambrosiano. Come dico nel decreto, è solo uno strumento, ma è uno strumento prezioso per pregare insieme, per pregare ogni giorno, per lasciarci conformare alla preghiera di Gesù».

La distribuzione dell’Eucarestia (Agenzia Fotogramma)

A conclusione della celebrazione, appunto la firma del decreto di promulgazione  da parte dell’Arcivescovo, che siede sulla sua cattedra, introdotto da monsignor Giuseppe Como, vicario episcopale per l’Educazione e la Celebrazione della Fede.

Infine – dopo un breve intervento di ringraziamento rivolto all’Arcivescovo dal Vicario generale, monsignor Franco Agnesi – è lo stesso monsignor Delpini a ringraziare i presenti e a ricordare i preti anziani e malati che non hanno potuto essere in Duomo (il Giovedì santo è la giornata della Colletta per l’Opera Aiuto fraterno) e coloro che hanno lasciato il Ministero ordinato. 

Il nuovo Messale, o meglio, una seconda edizione del Messale ambrosiano, dopo molti anni di attesa arriva a compimento con un lavoro capillare di revisione, analisi e aggiornamento, entrerà in uso dalla I domenica del prossimo Avvento, il 17 novembre 2024. Annunciato dall’Arcivescovo il 20 febbraio scorso, il libro liturgico sostituisce la I edizione risalente al 1976, con un ultimo aggiornamento del 1990, e interviene specialmente sul “riallineamento” tra il Messale e il Lezionario e relativamente alle preghiere proprie dei santi.

Al termine della Messa è stato anche distribuita la Lettera ai presbiteri della Diocesi sul ministero della Penitenza sacramentale «Ci sarà gioia in cielo» (a cura della Penitenzieria del Duomo, con introduzione dell’Arcivescovo – leggi qui).

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