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Esperienza

Sei giovani dell’Azione cattolica ambrosiana volontari in Iraq

Dal 25 settembre al 6 ottobre cinque ragazze e un ragazzo svolgeranno attività di animazione ed educazione in campi per sfollati a Erbil, nel Kurdistan, regione reduce dall’occupazione dell’Isis. Il progetto è svolto dall'Ac in collaborazione con Terre des Hommes

25 Settembre 2023
Erica Michelon e Giuseppe Franceschi

Sei giovani dell’Azione cattolica ambrosiana, dal 25 settembre al 6 ottobre, vivranno un’intensa esperienza di volontariato a Erbil, in Iraq, dove saranno coinvolti come animatori dei bambini e degli adolescenti in due campi per famiglie sfollate. Si tratta di un progetto che l’Ac ha organizzato in collaborazione con la ong Terre des Hommes.

Ad accogliere in Iraq i giovani ci sarà la cooperante Miriam Ambrosini, 35 anni, in passato responsabile del settore Giovani dell’Ac ambrosiana, che da 8 anni lavora come coordinatrice di Terre des Hommes in Iraq. Il gruppo di giovani è formato da cinque ragazze e un ragazzo: Laura Minuti, di Milano, è studentessa di Filosofia; Gaia Borsa e Noemi Bonifacci, 22 e 21 anni, vivono a Legnano, la prima è studentessa di Film making, la seconda sta svolgendo il Servizio civile in Comune; Silvia Fraire, 22 anni, è laureanda in Comunicazione interculturale. Del gruppo fanno parte anche due giovani originari di Lavis, in Trentino, che vivono a Milano per ragioni di studio e da tempo frequentano le attività dell’associazione: sono Erica Michelon, 22 anni, laureanda in Statistica, e Giuseppe Franceschi, 23 anni, studente di Medicina.

Gaia Borsa

Il territorio

Terre des Hommes opera nel Kurdistan iracheno, la regione federale autonoma a nord-est del Paese che fu occupata dal sedicente Stato islamico durante l’offensiva dell’Isis nel 2014 e che porta ancora oggi le ferite della guerra. Si tratta di una regione storicamente multireligiosa dove, accanto ai musulmani, vive una cospicua comunità di cristiani assiri e caldei ed è presente anche la minoranza che pratica l’antica religione yazida. Le violenze dell’Isis, però, hanno lasciato un lungo strascico di lacerazioni sociali di cui i campi di rifugiati sono un segno tangibile.

Noemi Bonifaci

Come spiega Miriam Ambrosini, i due campi in cui lavoreranno i giovani volontari milanesi accolgono l’uno un migliaio di famiglie e l’altro almeno altre 1.500. Si tratta di persone impossibilitate a tornare nei loro villaggi per ragioni burocratiche, come la mancanza di documenti e limitazioni agli spostamenti tra le regioni, o perché a rischio di ritorsioni in quanto accusate (in modo più o meno fondato) di aver collaborato in qualche modo con lo Stato islamico. «A fare le spese di questa situazione di difficile soluzione sono soprattutto i bambini e gli adolescenti, del tutto estranei ai fatti di guerra, che costituiscono almeno il 60% della popolazione dei campi».

Silvia Fraire

L’impegno e le aspettative

I sei giovani milanesi alloggeranno nella città di Erbil e lavoreranno accanto agli operatori professionali di Terre des Hommes che nei campi per gli sfollati svolgono attività di doposcuola e di aggregazione sociale con bambini e ragazzi dai 4 ai 16 anni. Inoltre, porteranno alla ong i 7.000 euro che i giovani e l’Azione cattolica hanno raccolto a favore delle attività scolastiche dei ragazzi dei campi.

«Ci impegneremo in attività di animazione ed educazione che avranno un impatto tangibile sulla ripartenza dell’anno scolastico per i bambini e i ragazzi della comunità – spiega Gaia -. Vogliamo aiutare a creare un ambiente stimolante, che li ispiri a imparare, incuriosirsi, crescere». «È la mia prima esperienza di volontariato all’estero. Sentivo tanto l’esigenza di partire e ora sono molto emozionata», aggiunge Erica. «Ho deciso di partecipare a questa iniziativa perché desidero conoscere una realtà diversa e un contesto storico e culturale che mi è ignoto. So che riceverò molto a livello personale. Spero di essere all’altezza di ciò che ci attende», afferma Giuseppe.

Laura Minuti

Nel corso della loro permanenza in Iraq, Miriam Ambrosini accompagnerà i giovani volontari alla scoperta dalla società locale con alcuni incontri e testimonianze sulla guerra dell’Isis, la minoranza curda, il mix multietnico della religione e la presenza della comunità cristiana. «Parto per una grande curiosità personale – dice Silvia -. Per ragioni di tirocinio legato al mio studio, lavoro con rifugiati politici in Italia che arrivano da Siria e Iraq. Sarà molto interessante vedere dal vivo la situazione del Kurdistan».