«Salire sul monte è bellissimo»: queste le parole che il Papa ha rivolto ai cresimandi durante l’incontro allo Stadio Meazza in occasione di Family 2012, e che sono state riprese come tema ispiratore della giornata trascorsa dall’Arcivescovo in visita ai campeggi ambrosiani in Valtellina. Momenti significativi, quelli trascorsi dal cardinale Scola a Santa Caterina Valfurva, all’insegna della natura, come del resto impone la vita in campeggio, ma anche della preghiera e del raccoglimento.
Al suo arrivo l’Arcivescovo è stato accolto con un caloroso applauso dai ragazzi del campeggio di Induno Olona, entusiasti ed emozionati di ricevere la visita del Cardinale proprio nell’anno in cui il loro paese festeggia il 60° di vacanze in campeggio. Oltre ai giovani, ad attendere Scola c’erano anche le istituzioni civili, militari e religiose: in particolare erano presenti il sindaco di Valfurva Angelo Cacciotto, il consigliere comunale di Induno Olona Maurizio Tortosa, il parroco di Santa Caterina don Andrea Caelli e alcuni esponenti delle locali Forze dell’ordine. A nome delle loro istituzioni e comunità hanno ringraziato l’Arcivescovo per la visita e gli hanno donato alcuni oggetti simbolici: una picozza da montagna e un libro sulla storia di Induno Olona.
«Voglio dire il mio grazie a tutti voi per questa meravigliosa accoglienza – ha esordito il cardinale Scola -. Vi ringrazio anche perché mi permettete di esprimere un pensiero che mi sta a cuore. Noi viviamo in un tempo in cui sembra contare solo il calcolo, si fa fatica ad andare oltre la conoscenza scientifica, che è certamente utile, ma che tuttavia non basta. Ci sono infatti altre dimensioni importanti nella vita. C’è quella dell’incontro che si sviluppa in campeggio, dell’amore che è un valore che ci permette di alzarci la mattina. Ma il campeggio ci da qualche cosa di più: ci dà il senso giusto dei beni della terra, ci invita a guardare in alto verso Dio. Il campeggio è una forma di vacanza all’aria aperta che ci mette maggiormente in contatto col creato».
Successivamente l’Arcivescovo si è recato nel limitrofo campeggio di Dolzago, dove ha celebrato la Santa Messa alla presenza di centinaia di ragazzi provenienti da varie comunità ambrosiane, da Rozzano al Gratosoglio, da Cantù a Rovagnate. Malgrado il sole di montagna, i ragazzi e i loro accompagnatori hanno seguito intensamente la celebrazione e l’omelia pronunciata dal cardinale Scola. «Salire sul monte è bellissimo: questa frase del Santo Padre identifica bene il senso di questa bella forma di vacanza che è il campeggio. Ma ci aiuta anche a comprendere il senso pieno della vita, che è un percorso, un pellegrinaggio verso una meta – ha spiegato a tutti l’Arcivescovo -. La prima strada per capire la mèta è guardare al bene della terra in cui siamo chiamati a vivere».
Il Cardinale ha poi ricordato gli anni in cui lui, ragazzo, andava in campeggio con l’oratorio: gli anni del boom economico, in cui si aveva un rapporto disordinato con la terra. Ha perciò invitato i giovani ad avere uno stile sobrio e rispettoso del creato e ha voluto concludere il suo discorso con un prezioso consiglio: «Ricordatevi, ragazzi: per poter affrontare la vita come salita che porta alla mèta, facendoci godere tutto il percorso, bisogna parlare con Dio».
Al termine della celebrazione, rispondendo alle domande dei giornalisti presenti, l’Arcivescovo ha poi sottolineato come «per uscire da questo momento di crisi, oltre a tutte le iniziative che possiamo e dobbiamo mettere in campo, decisiva è l’esperienza della bellezza». Il cardinale Scola ha voluto anche ricordare le vittime dell’alluvione e delle frane che colpirono la Valtellina esattamente venticinque anni fa, alla fine del luglio 1987. «È importante aiutare i ragazzi a fare memoria di questi eventi dolorosi affinché – per quanto è in nostro potere – questi tragici fatti non si ripetano». Il Cardinale ha pranzato sotto una tenda del campeggio di Induno Olona e poi si è recato a “La Benedicta”, alloggio in cui ha incontrato un gruppo di ragazzi dell’Azione Cattolica per un saluto finale.