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Milano

Quale futuro per Nocetum?

Scaduto l’affitto, entro il 20 gennaio il centro dovrà partecipare al bando comunale per la riassegnazione degli spazi di Cascina Corte San Giacomo, che ha risanato e riqualificato con un lavoro ultratrentennale a servizio del territorio. Gloria Mari: «Vogliamo continuare a essere sentinelle alle porte della città, ma il bando sta assorbendo energie e risorse preziose»

di Laura BELLOMI

10 Gennaio 2021
Il complesso di Nocetum

«Ci auguriamo che in futuro altri, che come noi hanno riqualificato beni abbandonati, non debbano partecipare a bandi per continuare a essere al servizio della collettività». Sono giorni intensi a Nocetum, il centro di via San Dionigi da più di trent’anni in ascolto dei bisogni del territorio. Gloria Mari e collaboratori lavorano a testa bassa per partecipare entro il 20 gennaio all’avviso pubblico con cui il Comune di Milano assegnerà per i prossimi trent’anni gli spazi di Cascina Corte San Giacomo, proprio quelli che Mari, suor Ancilla Beretta e, negli anni, Lucrezia Russo, innumerevoli volontari e collaboratori della Cooperativa sociale Nocetum, hanno risanato e rilanciato in chiave sociale investendo più di 2 milioni gli euro. Ora il contratto d’affitto è scaduto (nel frattempo il canone è sempre stato regolarmente pagato) e il Comune, pur mantenendo un diritto di prelazione per il Centro, ha indetto la gara.

«Frequentiamo la chiesetta dei Santi Filippo e Giacomo dal 1988 e in questi spazi viviamo stabilmente, con contratto d’affitto appunto, dal 2000. Vogliamo continuare a essere sentinelle alle porte della città, come chiestoci dal cardinal Martini, ma il bando sta assorbendo energie e risorse economiche che avremmo potuto utilizzare per il territorio», osserva Mari, consacrata dell’Ordo Virginum.

Al limitare fra il Corvetto e la campagna di Chiaravalle, Nocetum da sempre lavora in rete con tante realtà cittadine, dalle università ai centri di ricerca, promuovendo relazioni inclusive e rigenerazione territoriale. Attualmente il Centro è composto dalla Cooperativa sociale – che accoglie mamme e minori in convenzione con il Comune -, dall’Associazione Nocetum (20 soci e 50 volontari all’opera per valorizzare il patrimonio ambientale, storico e culturale, sostenendo anche le famiglie del quartiere) e dalla Comunità Nocetum, riconosciuta nel 2012 associazione privata di fedeli dal cardinale Scola. «Ora et labora sono le linee guida del nostro operare – spiega ancora Mari -. Desideriamo innovare sempre più la nostra offerta per dare risposte concrete ai bisogni delle persone e del territorio».

Capaci di fare del sogno una realtà – o meglio, di dar vita alla profezia -, le consacrate hanno trasformato un luogo abbandonato in un centro che oggi, oltre all’accoglienza, promuove integrazione, spiritualità e reinserimento lavorativo: a Nocetum, infatti, sono attivi anche un laboratorio di trasformazione di prodotti ortofrutticoli, una cucina professionale, una city farm e la bottega, che vende i prodotti degli 11 mila metri quadrati di orto e frutteto. Negli ultimi vent’anni il centro ha ospitato e guidato verso l’autonomia più di 2 mila persone, in particolare mamme e minori di tutto il mondo, e ha accompagnato centinaia di famiglie nella ricerca di un lavoro e di una casa, inserendo più di 200 bambini a scuola e sostenendone altrettanti con il doposcuola. Grazie ai volontari e ai collaboratori della Cooperativa, lo scorso anno la distribuzione di viveri e medicinali non si è fermata nemmeno durante i mesi più duri della pandemia.

Inoltre, Nocetum è stato fondatore della Valle dei monaci, la rete che tanto ha contribuito a riqualificare il Corvetto e l’adiacente Parco della Vettabbia, portando avanti iniziative legate alla custodia del creato e di coesione sociale: non a caso, un anno fa è stato riconosciuto Comunità Laudato si’.

Infine, ma la lista sarebbe ancora lunga, negli anni sono stati accolti più di 30 mila tra studenti e visitatori per incontri e uscite didattiche. E persino l’Onu ha riconosciuto Nocetum «modello per la costruzione della città interetnica e multiculturale del futuro». La città del futuro, appunto. Quella stessa in cui Mari, le consorelle, gli operatori e i volontari tutti vogliono continuare a spendersi, bando permettendo.

La Diocesi: apprezzamento e sostegno

Pubblichiamo la lettera che mons. Luca Bressan ha inviato all’Associazione Nocetum.
«A  nome dell’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini, intendo con questa lettera esprimere il convinto apprezzamento da parte della Diocesi alla presenza e all’opera di Nocetum. La Chiesa ambrosiana esprime il suo sostegno e il suo grazie per una presenza che riconosce utile, unica e significativa in molti campi, da quello sociale a quello ecumenico, da quello pedagogico ed educativo a quello dell’integrazione sociale, con un forte fondamento nella preghiera e nella testimonianza cristiana. La presenza di Nocetum, iniziata nel 1988 nella chiesetta dei Ss. Filippo e Giacomo, luogo di preghiera e dialogo ecumenico, è riuscita negli anni a restituire alla città l’intero complesso immobiliare Cascina San Giacomo trasformando il bene da rudere in condizione di estremo degrado a posto aperto e fruibile a tutti. Nell’intera area oggi a bando (Cascina, Bosco - frutteto), Nocetum ha dato vita negli anni a diversi progetti e iniziative volte a valorizzare l’antica vocazione del borgo coniugando i temi dell’accoglienza, del lavoro e della custodia del Creato portando così a compimento anche un’opera di riqualificazione "sociale". Il lavoro delle realtà che operano nella Cascina San Giacomo, in costante collaborazione con le istituzioni e con il territorio, ha saputo, partendo dall’ascolto, costruire un modello di inclusività e accoglienza. La Diocesi ritiene l’opera svolta da Nocetum di grande importanza e, pertanto, con riferimento al Progetto di valorizzazione e rilancio della Cascina Corte San Giacomo in via San Dionigi 77 a Milano, intende esprimere attraverso questa lettera il proprio convinto sostegno all’idea progettuale "Solidarietà e natura in armonia. Nocetum per la promozione di socialità, cultura e tutela ambientale"».
Monsignor Luca Bressan
Vicario episcopale per la Cultura, la carità, la missione e l’azione sociale