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Formazione

Politica e religioni, tra laicità e teocrazia

Sabato 19 febbraio nuovo appuntamento del percorso diocesano dedicato alla «Fratelli tutti». Tra i relatori don Lorenzo Maggioni: «La Chiesa si interessa a ogni aspetto, ma rispettando il dono più grande che ha ricevuto, la libertà in tutte le sue forme»

di Annamaria Braccini

13 Febbraio 2022
Foto Andrea Cherchi

Un nuovo incontro per il ciclo 2021-2022 del percorso socio-politico diocesano che intende interrogarsi sulla Fratelli tutti (vedi qui la locandina), sabato 19 febbraio dalle 9.30 in San Giorgio al Palazzo (piazza San Giorgio 2, Milano) declinerà il tema del rapporto tra politica e religioni. Tra i relatori don Lorenzo Maggioni, docente di Teologia delle religioni in Seminario, in Cattolica e all’Istituto superiore di Scienze religiose.

Quali saranno i punti-cardine della sua riflessione?
La mia comunicazione, intitolata «A Dio quel che è di Dio: teologia e politica a confronto», si articolerà in una pars destruens e in una pars construens. La prima verrà dedicata a smentire l’idea corrente secondo cui il mondo cristiano sia capace strutturalmente di rispettare la laicità e l’autonomia dello Stato, mentre altre religioni sono esposte al rischio di una teocrazia. Questa convinzione non ha basi storiche e, oltretutto, non tiene conto del fatto che ogni religione, di per sé, essendo una visione omnicomprensiva della realtà, tende ad avere anche una visione sociopolitica sotto l’egida della propria convinzione teologica. Quindi la teocrazia è una caratteristica insita in tutte le fedi, cristianesimo compreso. Pensiamo ai secoli passati, alla lotta per le investiture che ancora oggi, per certi versi, esiste in alcune parti del mondo, indice del fatto che tutte le Chiese sono esposte a una visione teocratica della realtà.

Don Lorenzo Maggioni

E la pars construens?
Dirò che, nel contratto sociale allargato che viviamo, i cattolici devono avere un’identità più precisa. Negli anni scorsi si è sostenuto che cattolici di destra e quelli orientati a sinistra non avessero più valori in comune: a me sembra un’affermazione radicale e depressiva, rispetto alla quale ritengo che occorra ritornare su questi aspetti per trovare una sorta di unità di intenti sulle questioni fondamentali. Mi pare che nel campo dell’etica individuale, su questo, ci sia ancora molto lavoro da fare.

Spesso si sottolinea che non può esservi un’ingerenza della Chiesa nelle questioni politiche o comunque nelle decisioni legislative del nostro Paese. Un più equilibrato apporto è pensabile?
In senso simbolico proprio nell’espressione «A Dio quel che è di Dio», credo che si possa delineare tale rapporto. Come è ovvio, il riferimento è alla frase evangelica «Date a Cesare quel che è di Cesare», ma il fatto che ogni uomo sia creato a immagine di Dio dice che tutta la realtà è di Dio e che, quindi, la Chiesa non può che interessarsi a ogni aspetto, rispettando, però, il dono più grande che abbiamo ricevuto, la libertà in tutte le sue molteplici forme. Il cristianesimo ha in sé un’arma grande, il rispetto profondo della libertà e dei diritti fondamentali delle persone, per cui il limite è dato proprio dal non prevaricare, arrivando, magari, a un compromesso non blando, ma più alto possibile con gli altri.

Chi deve prevalere, lo Stato o l’aspetto religioso della persona?
Nel contratto sociale è insito il conflitto: proprio la Fratelli tutti offre alcune indicazioni fondamentali su come viverlo quale occasione di crescita per tutta la società. Bisogna andare avanti un passo dopo l’altro, nella consapevolezza che le grandi sfide possono costruire una società più giusta, più egualitaria, più capace di essere accogliente e rispondente alle diverse culture che ormai convivono sempre più.

Gli altri relatori

Oltre a don Lorenzo Maggioni, all'incontro del 19 febbraio interverranno Daniela Milani, professore ordinario di Diritto ecclesiastico e canonico all'Università degli Studi di Milano («Il diritto al culto tra libertà e responsabilità»), e un rappresentante di Fondazione Oasis («Islam e politica: sguardi incrociati tra le due rive del Mediterraneo»). Occorre segnalare la propria presenza a sociale@diocesi.milano.it. Per partecipare è necessario il Green pass rafforzato.