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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Vaticano

Haiti, papa Francesco invoca lo stop alle violenze

Durante l'Angelus il Pontefice invoca «il sostegno rinnovato della Comunità internazionale». Appelli per i conflitti nella Repubblica Democratica del Congo, in Terra Santa e nella «martoriata Ucraina»

di Antonella PALERMO

11 Marzo 2024
(Foto Vatican Media/SIR)

Da Vatican News

Papa Francesco, dopo la preghiera mariana domenicale dal Palazzo apostolico, esprime «preoccupazione e dolore la grave crisi che colpisce Haiti e i violenti episodi avvenuti negli ultimi giorni» e si dice vicino alla Chiesa e al «caro popolo» da anni provato da molte sofferenze.

«Vi invito a pregare – afferma il Pontefice-, per intercessione della Madonna del Perpetuo Soccorso, perché cessi ogni sorta di violenza e tutti offrano il loro contributo per far crescere la pace e la riconciliazione nel Paese, con il sostegno rinnovato della Comunità internazionale».

Un Paese paralizzato

I residenti della capitale di Haiti hanno cercato di mettersi in salvo in seguito all’ultima ondata di violenza tra bande. Un gruppo delle Nazioni Unite ha lanciato l’allarme di una «città sotto assedio» dopo che gli aggressori armati hanno preso di mira il palazzo presidenziale e la sede della polizia.

 

I gruppi criminali, che già controllano gran parte di Port-au-Prince e le strade che portano al resto del Paese, hanno scatenato il caos negli ultimi giorni nel tentativo di spodestare il Primo Ministro, Ariel Henry, dalla guida del Paese più povero dell’emisfero occidentale. La polizia e le guardie di palazzo stanno lavorando per riconquistare alcune strade della capitale dopo che le bande hanno lanciato attacchi massicci ad almeno tre stazioni di polizia.

I leader dei Caraibi hanno lanciato un appello per una riunione di emergenza lunedì in Giamaica su quella che hanno definito la «terribile» situazione di Haiti. Il porto principale di Port-au-Prince ha chiuso i battenti, bloccando decine di container pieni di cibo e forniture mediche in un momento in cui, secondo i funzionari Onu, metà degli oltre 11 milioni di abitanti del Paese non ha abbastanza da mangiare e 1,4 milioni stanno morendo di fame.

Haiti
(Foto: Comision Interamericana Derechos Humanos)

Più di 15 mila persone costrette a fuggire 

Decine di persone sono state uccise e più di 15mila sono state costrette ad abbandonare le loro case da quando sono iniziati gli attacchi coordinati delle bande il 29 febbraio, mentre il Primo Ministro Ariel Henry si trovava in Kenya per sollecitare l’invio di una forza di polizia dal Paese dell’Africa orientale, sostenuta dalle Nazioni Unite, per combattere le bande ad Haiti.

«È una situazione piuttosto brutta», ha dichiarato Mike Ballard, direttore dell’intelligence di Global Guardian, una società di sicurezza internazionale con sede in Virginia. «Le bande stanno cercando di riempire un vuoto di potere». Le scuole, le banche e la maggior parte delle agenzie governative rimangono chiuse. Anche le stazioni di servizio hanno chiuso e i pochi che possono permettersi di pagare 9 dollari al gallone – più del doppio del prezzo normale – si sono riversati sul mercato nero.

Pace in Repubblica Democratica del Congo

Nelle parole del Papa anche il ricordo dell’inizio del Ramadan, stasera, per «i fratelli musulmani», il mese più sacro per l’Islam. A tutti loro il Pontefice esprime a tutti la sua vicinanza. E mentre saluta «con affetto la comunità cattolica della Repubblica Democratica del Congo a Roma», invita ancora una volta a pregare per la pace. Pace in questo Paese africano, «come pure nella martoriata Ucraina e in Terra Santa. Cessino al più presto le ostilità che provocano immani sofferenze nella popolazione civile».

Il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per le operazioni di mantenimento della pace vede segni di un «conflitto regionale» che si sta sviluppando nella parte orientale della RDC, dove la violenza sta aumentando da mesi. Osserva un’escalation in corso, in particolare nell’area della provincia del Nord Kivu, nella città di Goma. 

Terra Santa e Ucraina, scenari infiammati

Secondo Hamas, finora sono 31.045 le vittime, la maggior parte dei quali civili, nell’offensiva militare su larga scala condotta da Israele come rappresaglia per un sanguinoso attacco del 7 ottobre. Sempre secondo le autorità di Hamas, almeno 85 palestinesi sono morti nelle ultime 24 ore in più di 60 attacchi notturni, che hanno colpito anche abitazioni nel centro e nel sud di Gaza, soprattutto a Khan Younès. 

In Ucraina orientale, un attacco missilistico russo nella regione di Dnipropetrovsk, ha colpito un’azienda. Intanto, «La Russia ha iniziato a utilizzare una potente bomba aerea che ha decimato le difese ucraine e ha spostato l’equilibrio in prima linea. Lo ha fatto convertendo un’arma basilare dell’era sovietica in una bomba planante che può provocare un cratere largo quindici metri». Lo riferisce la Cnn.

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