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1 maggio

«Otto per mille in Diocesi,
un’azione sempre più diffusa e trasparente»

Ogni anno con questi fondi la Chiesa cattolica sostiene migliaia di progetti per il bene comune e in favore dei più deboli. In occasione della Giornata nazionale sul tema «Dalle firme, progetti di misericordia», facciamo il punto “ambrosiano” con don Massimo Pavanello, incaricato diocesano del Sovvenire

20 Aprile 2016

L’1 maggio si celebra la Giornata nazionale dell’8×1000. Il tema di quest’anno è «Dalle firme, progetti di misericordia». Con don Massimo Pavanello, incaricato diocesano del Sovvenire, facciamo il punto sulla realtà ambrosiana (in allegato i dati).

Innanzitutto una parola sul tema: firme/misericordia…
I progetti di misericordia sono le “opere di misericordia” vissute strutturalmente e nella forma comunitaria. L’Anno Santo chiede una pratica più intensa di queste azioni. La firma per il loro sostegno, attraverso l’8×1000, è una delle possibili declinazioni: coinvolge, responsabilizza, promuove situazioni “corporali e spirituali” simili – appunto – alle note opere di misericordia.

Come viene distribuito l’8×1000 nella diocesi?
I bilanci sono pubblici e pubblicati. Dal cespite dell’8×1000 sono stati destinati nel 2015: al culto e alla pastorale 7.315.525,02 euro; alla carità 6.575.448,65 euro. La Caritas ha invece distribuito in proprio, traendo i denari dalla stessa fonte, 4.765.449,00 euro. Qualcuno obietta che la voce “carità” non stia al primo posto. I dettagli, però, manifestano le reali gerarchie. Faccio un esempio: agli oratori – per attività di doposcuola, recupero dell’emarginazione… – sono andati 330 mila euro. Questa voce, nel bilancio, è attribuita a “culto e pastorale”. Non si tratta invece, di fatto, già di una forma di carità? E questo non è un caso isolato.

Il denaro sembra gestito solo dal “centro”. È così?
No. A ciascun Vicario episcopale di Zona è affidata annualmente una somma da distribuire con discrezionalità sul suo territorio. Questo favorisce il confronto locale e certifica una volta di più che i fondi 8×1000 arrivano ovunque. La cosa non è sempre saputa. Per tale motivo, a breve, arriveranno indicazioni affinché la conoscenza e la trasparenza siano ancora maggiori. A tutte le realtà destinatarie dei fondi 8×1000 sarà richiesto, per esempio, di rendicontare – secondo standard equiparabili – il proprio operato, comprovando inoltre la comunicazione pubblica che l’opera è stata resa possibile grazie ai fondi 8×1000.

Questi fondi servono anche per il sostentamento del clero. Cosa dicono, qui, le cifre?
Per quanto riguarda la diocesi di Milano le cifre riservano qualche felice sorpresa. Nel 2011, per esempio, l’Istituto diocesano sostentamento clero ha usato 20.379.192,43 euro per integrare le proprie risorse e garantire il mensile ai preti. Nel 2014, invece, ha prelevato da questa voce solo 6.258.671,80 euro. Attraverso una oculata gestione del patrimonio e una congiuntura favorevole di alcune condizioni esterne, l’Idsc ha aumentato la propria redditività liberando parte dell’8×1000 prima impiegato per il sostegno del clero.  

In quale percentuale le persone hanno firmato per la Chiesa cattolica?
Sono stati l’82,5%. Ogni anno si svolge questo singolare “referendum”. E regolarmente la Chiesa cattolica raccoglie grande stima, anche da chi non vi appartiene. Evidentemente, nonostante innegabili fatti incresciosi, i maggioritari comportamenti virtuosi spezzano il pungiglione degli scandali.

Il sistema del Sovvenire, tipicamente italiano, abbraccia però geografie ampie. Ci ricorda qualcosa?
Gli esempi sono molti: dagli interventi di emergenza a fronte di crisi umanitarie e/o climatiche al sostegno di 600 preti italiani missionari nel mondo; dal progetto “In un altro mondo” – attraverso il quale diversi giovani fanno esperienza di volontariato internazionale – al concorso Fisc/Sovvenire dove ai premiati è riservato un viaggio in Terra santa. Tutte esperienze fatte accanto ai più fragili della terra, nei luoghi in cui sono arrivati i fondi dell’8xmille. Lo raccontano anche gli spot tv in onda in questi giorni. Sette riguardano progetti realizzati in Italia e due nei Paesi in via di sviluppo.