«Pensare il Figlio di Dio 1700 anni dopo Nicea» è il tema del XXVIII Congresso nazionale dell’Associazione Teologica Italiana, che Villa Cagnola di Gazzada Schianno (Varese) ospita dal 28 agosto all’1 settembre (vedi qui il programma).
L’imminente anniversario del Concilio di Nicea (325-2025) offre lo spunto per l’appuntamento. Anziché però immaginare una sua commemorazione o un approfondimento storico-patristico, si è scelto di ricordarne il gesto fondamentale, ovvero quello di aver inscritto la vicenda di Cristo in un quadro filosofico nuovo, diverso rispetto al suo luogo di origine, per renderne così possibile una nuova comprensibilità e significatività. Il Concilio di Nicea ha avuto il coraggio di pensare la divinità del Figlio nel contesto del tempo; lo stesso gesto impone oggi ripensamenti profondi.
Attualmente la teologia lamenta da più parti la mancanza di un quadro filosofico-metafisico di riferimento che permetta di comprendere la vicenda di Gesù e le stesse affermazioni cristologiche nel mutato contesto culturale. Per affrontare questa lacuna, fra i molti evidentemente possibili sono stati individuati tre snodi (ontologie relazionali – eternità e tempo – individualità e singolarità), che vorrebbero andare al cuore della questione e provare a declinarla nei suoi eventuali sviluppi. Al fondo di questi tre snodi stanno le tematiche della libertà, della storicità e dell’identità. All’orizzonte sta invece la possibilità di narrare Gesù nel contesto contemporaneo.