Ci ha lasciati ieri monsignor Angelo Sala, che per dieci anni è stato a fianco del cardinale Martini, a partire dal 1982, come responsabile della Pastorale diocesana del lavoro. I funerali si terranno venerdì 16 alle 16 presso l’oratorio di Robbiano a Giussano. Li presiederà monsignor Luigi Stucchi, Vescovo ausiliare emerito e amico personale di monsignor Sala. Saranno visibili su YouTube a questo link.
La sua è stata una vita sacerdotale spesa sul fronte dei poveri e dei lavoratori, sempre pronto a progettare, stimolare, lanciare messaggi a chi incontrava sul suo cammino.
Lo ricorda così Francesco Brugnatelli, oggi avvocato, all’epoca suo collaboratore laico in Curia.
Era il periodo a cavallo fra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta.
Tramite il mio impegno nella Gioventù operaia cristiana ero venuto a contatto della Pastorale del Lavoro di Milano, che aveva organizzato un convegno per la Giornata della solidarietà proprio su giovani e lavoro. Si decise di mettere insieme un po’ di realtà (inclusa la Fondazione Clerici) per fare un lavoro di ricerca-indagine fra i giovani di ambiente operaio e popolare: io fui chiamato a coordinarlo presso l’ufficio di Pastorale del lavoro, che all’epoca era in via Sant’Antonio, sul lato opposto dell’attuale Centro diocesano. Erano saloni enormi (quanto di meno funzionale a un ufficio), ma le persone che incontrai li riempivano con la loro umanità: don Sandro Pellagatta, don Giulio Viganò e il responsabile don Angelo Sala (divenne monsignore più avanti e noi lo prendevamo bonariamente in giro per questo titolo).
Il lavoro era frenetico: da un lato le richieste di contatto dal mondo del lavoro e sindacale (l’Alfa Romeo all’epoca era una realtà ancora viva e pulsante) erano all’ordine del giorno; dall’altro c’era l’impegno a organizzare la Pastorale del lavoro anche a livello zonale e decanale. Don Angelo era infaticabile, sempre in giro a fare incontri o a preparare incontri e veglie del cardinale Martini (per il quale aveva una venerazione assoluta), che poi spesso accompagnava.
Era una persona molta preparata, capace di stare fra gli operai e di dialogare con tutti. Ma il tratto che lo distingueva era la sua bontà. Sorrideva molto, scherzava, amava rilassarsi con un sigaro, si faceva bonariamente prendere in giro per la sua Inter. Ironia della sorte, quest’anno che lo scudetto è ormai vicino, i festeggiamenti li dovrai fare dal cielo.
Carissimo don Angelo, ti ricordiamo tutti con molto affetto e gratitudine per il tuo impegno per i lavoratori, i più poveri e per la diffusione del Vangelo.
Francesco Brugnatelli