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Anniversario

Metanopoli celebra la sua storia

I 70 anni dalla benedizione della parrocchia di Santa Barbara da parte di monsignor Montini (3 dicembre 1955) celebrati in una Messa presieduta dall’Arcivescovo, che ha inaugurato l’esposizione di 16 arazzi d’arte contemporanea, provenienti dal Duomo di Cosenza e visitabili per un anno

3 Dicembre 2025
La chiesa di Santa Barbara durante la Messa presieduta dall'Arcivescovo

Il 3 dicembre 1955, nei primi vespri della festa di Santa Barbara, monsignor Giovanni Battista Montini, da meno di un anno Arcivescovo di Milano, si recò a Metanopoli per benedire la chiesa dedicata alla patrona dei “lavoratori del fuoco” e per inaugurare il Centro Studi dell’Eni, aperto ufficialmente il giorno successivo. Con quella celebrazione prendeva forma il cuore spirituale della nuova città, pensata accanto alle attività dell’Ente Nazionale Idrocarburi: un luogo centrale nella visione urbanistica e sociale voluta in quegli anni, ispirata ai principi della dottrina sociale della Chiesa e a un’idea integrale di comunità.

Fin dalle origini, la presenza dell’Eni e la nascita della chiesa di Santa Barbara si sono intrecciate: la chiesa divenne presto un riferimento per le famiglie dei lavoratori che arrivavano a San Donato Milanese da diverse regioni italiane, accompagnando i momenti importanti della vita dell’Ente e svolgendo una funzione di coesione per la giovane comunità. Alla benedizione del 1955 erano presenti Montini e Enrico Mattei, all’epoca presidente dell’Eni e da poco nominato dal cardinale Schuster presidente del Comitato Costruzione Nuove Chiese Parrocchiali della Diocesi di Milano (incarico poi confermato da Montini).

L’omelia di Montini

Durante l’omelia (vedi qui), Montini pose una domanda destinata a diventare rappresentativa del significato di quella giornata: «Che cosa può fare Cristo qui?»

Indicò con chiarezza i rischi di un progresso tecnico ed economico non bilanciato da un equivalente progresso morale. Avvertì del pericolo della materia, che può far trascurare i valori dello spirito; dei pericoli dell’economia, quando si scambia per fine ciò che è solo un mezzo; dei pericoli della tecnica, il cui sviluppo può «far perdere all’uomo la sua personalità»; e dei pericoli della ricchezza, che «mortifica ogni aspirazione ideale e ogni senso di dignità e di libertà». «Se il progresso morale non è proporzionato al progresso materiale,» affermò, «quest’ultimo si rivolta contro l’uomo.»

Per questo invitò autorità, dirigenti, sacerdoti, tecnici, padri e madri del mondo operaio a collaborare per «creare un mondo nuovo, quello del lavoro cristiano», unico in grado di generare una società veramente umana.

Un momento della celebrazione

Una storia che continua

Nel corso dei decenni, la realtà di Metanopoli e di San Donato Milanese è profondamente cambiata: la città si è sviluppata, diversificata e oggi vive di molte realtà professionali, sociali e culturali diverse da quelle che segnarono i suoi inizi. Il legame storico con l’Eni rimane parte importante dell’identità del territorio e accanto ad esso si è consolidata una comunità pienamente cittadina, con dinamiche proprie e nuove generazioni che contribuiscono alla vita locale con una pluralità di esperienze.

In questo contesto, la parrocchia di Santa Barbara ha mantenuto una funzione di riferimento stabile: attraverso l’oratorio, le attività educative e pastorali, la presenza di movimenti ed aggregazioni laicali, le iniziative culturali e l’attenzione alle famiglie e alle fragilità, ha accompagnato l’evoluzione del quartiere e della città. Il 70° anniversario diventa occasione per rileggere il percorso compiuto: dalle origini legate alla nascita di Metanopoli e dell’Eni fino al presente di una comunità viva, matura e articolata, nella quale la Chiesa continua a essere un luogo di incontro, di crescita e di servizio alla città.

Celebranti e autorità al termine della Messa

La celebrazione del 70° anniversario e l’apertura dell’Anno Giubilare

Domenica 30 novembre l’Arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini ha presieduto la solenne celebrazione del 70° anniversario della chiesa di Santa Barbara. Con lui hanno concelebrato numerosi sacerdoti nativi, di ministero e operanti nelle parrocchie di San Donato, insieme alle istituzioni e alle autorità civili e militari del territorio. Erano presenti inoltre rappresentanti dell’Eni, delle molte realtà aziendali insediate a San Donato Milanese e, soprattutto, la comunità dei sandonatesi, con la partecipazione delle sei parrocchie cittadine, strette attorno alla chiesa di Santa Barbara per ricordarne la storia e rinnovarne il cammino. Al termine della Santa Messa, l’Arcivescovo ha impartito la benedizione e inaugurato ufficialmente la mostra dei sedici arazzi realizzati da artisti contemporanei, allestita nel matroneo della chiesa.

La celebrazione del 30 novembre ha segnato anche l’apertura dell’Anno Giubilare del Settantesimo, un percorso che, lungo tutto il 2025 e fino alla festa di Santa Barbara del dicembre 2026, proporrà celebrazioni, iniziative pastorali e attività culturali rivolte alla città e al territorio, per valorizzare la storia, la fede e il patrimonio umano che hanno accompagnato la crescita di Metanopoli e della sua comunità.

La restaurata chiesa di Santa Barbara: capolavoro del ’900

La chiesa di Santa Barbara a Metanopoli è considerata una delle realizzazioni più significative dell’architettura sacra del Novecento italiano. Progettata da Mario Bacciocchi su impulso di Enrico Mattei, unisce rigore moderno, chiarezza strutturale e un forte valore comunitario: l’impianto a navata unica, la facciata essenziale e la collocazione urbana sottolineano il ruolo della chiesa come cuore simbolico e sociale della nuova città. A rendere l’edificio un unicum è anche il suo eccezionale corredo artistico, frutto del coinvolgimento di importanti protagonisti dell’arte italiana del secondo dopoguerra — tra cui Andrea e Pietro Cascella, Pericle Fazzini, Arnaldo e Giò Pomodoro, Bruno Cassinari, Fiorenzo Tomea e Franco Gentilini — che hanno lasciato opere integrate nell’architettura, in un dialogo continuo tra spazio sacro e arte contemporanea. Negli ultimi anni la comunità parrocchiale ha condotto un’imponente opera di restauro della chiesa e delle opere d’arte in essa custodite, restituendo oggi un edificio pienamente fruibile e capace di mostrarsi ai visitatori nel suo splendore originario.

Alcuni degli arazzi esposti

La mostra «Trame Sacre a Santa Barbara»

La chiesa di Santa Barbara in Metanopoli si conferma un polo culturale, oltre che spirituale, per l’intera comunità della città grazie al suo involucro architettonico e alle opere d’arte che ospita al suo interno, tra cui l’importante e grande mosaico collocato nell’area presbiteriale. Oggi questo anniversario rinnova tale orgoglio, unitamente a una nuova centralità contemporanea attorno alla quale si snodano iniziative in grado di coinvolgere un ampio pubblico. Le celebrazioni rappresentano dunque un’occasione per diffondere la conoscenza, partendo dalla struttura religiosa, un intero territorio con le sue rilevanze storiche, culturali e artistiche.

In occasione delle celebrazioni dei 70 anni dell’edificazione di Santa Barbara, per volere del parroco don Umberto Bordoni, la chiesa ospita 16 grandi arazzi a tema religioso, biblico ed evangelico, realizzati da artisti internazionali per la cattedrale di Cosenza, la cui curatela è stata affidata a Giacinto Di Pietrantonio. Le opere saranno visibili per un intero anno tramite visite guidate che si terranno ogni sabato (16 – 17), domenica (17.30 – 18.30) e su richiesta (vedi qui la locandina).

L’idea progettuale, sostenuta dalla Regione Calabria, programmata e coordinata dall’associazione 8centoCosenza aps, nasce dalla Fondazione Riccardo Misasi Ereditare la Terra che ne ha curato gli aspetti organizzativi accompagnando la direzione artistica e quella artigianale.

«Tale operazione – spiega Giacinto Di Pietrantonio – costituisce un unicum nella storia della relazione tra religione e arte contemporanea. Essa va pure letta come risposta al messaggio rivolto agli artisti da Paolo VI in chiusura del Concilio Vaticano II dell’8 dicembre 1965 nel quale il Papa invitava gli artisti a tornare a dialogare con la Chiesa come era stato per millenni. Ciò dimostra che l’arte in quanto sempre contemporanea può e deve tornare a lavorare e a dialogare nei luoghi sacri».

Gli artisti hanno liberamente interpretato i temi con la loro creatività realizzando delle opere di straordinario impatto visivo e ricercata scelta cromatica del tessuto, dense di significato. I grandi arazzi di 400 x 140 cm. ciascuno sono stati eseguiti presso le officine tessili Desta, azienda calabrese specializzata nella produzione di paramenti e arredi sacri.

Foto Andrea Canali