«Sport e Vita Cristiana» è il tema che il Consiglio pastorale diocesano ha discusso nella XIII sessione, svoltasi al Centro pastorale di Seveso il 22 e 23 novembre, producendo un testo approvato all’unanimità dall’assemblea.
La sessione ha fatto emergere un’importante ricchezza, non a tutti nota, riguardo l’attività sportiva svolta in Diocesi e in particolare negli oratori, presentata all’inizio della seduta con la sintesi del lavoro di analisi effettuato da ogni Zona pastorale. Il numero di persone coinvolte – atleti, volontari, famiglie – è decisamente notevole: oltre 600 società sportive sono attive negli oratori e partecipano a diversi campionati, in particolare con il Centro sportivo italiano. Una ampiezza e una attrattività che non possono non interessare la missione della Chiesa.
I valori olimpici
Ospite del Consiglio è stato il presidente regionale del Coni Marco Riva, che ha illustrato lo stato dei lavori e il programma delle imminenti Olimpiadi invernali. Riva si è soffermato sui valori olimpici, trasferendoli sull’impegno quotidiano di chi svolge attività sportiva. Una testimonianza ricca di informazioni, da cui si è percepito l’entusiasmo di chi crede fermamente nei valori educativi dello sport.
I lavori di gruppo
Si è poi passati ai lavori di gruppo, dedicati ai sei ambiti di discernimento individuati dalla Commissione preparatoria:
- Visione e Missione dell’attività sportiva.
- Modelli di collaborazione, ovvero come riportare in vigore il Patto educativo.
- Formazione per sostenere i volontari nell’impegno educativo.
- Azione pastorale per costruire “ponti” efficaci verso lo sport che opera fuori dagli oratori.
- Sinodalità, come valorizzare la corresponsabilità laicale nel rapporto tra comunità cristiana e società sportive.
- Strutture, evidenziando la necessità di gestirle e migliorarle, partendo dagli strumenti normativi esistenti.
Sinergie educative
Nella serata di sabato il presidente del Csi Milano Massimo Achini e Paolo Bruni, coordinatore della sezione Sport della Fom, hanno sottolineato, oltre alla proficua collaborazione in essere da diversi anni tra le due realtà, il lavoro che lo sportello «Sport e Oratorio» svolge per aiutare società e oratori a trovare le sinergie per un impegno educativo d’eccellenza. Preziose in questo senso le testimonianze di don Manuel Mazzucco, responsabile della Pastorale giovanile di Gaggiano, e di Cesare Rivetta e Daniele Rebuzzini, rispettivamente presidente e vicepresidente della Freccia Azzurra. Significativa l’affermazione di don Manuel: «A Gaggiano oggi dire Freccia e Oratorio è la stessa cosa».
Al centro la persona
Domenica i lavori si sono conclusi con diversi interventi dei consiglieri, le cui considerazioni sono state raccolte in un breve testo consegnato all’Arcivescovo, auspicando che i Giochi di Milano Cortina 2026 siano l’occasione per veicolare un messaggio alle società sportive e alle comunità cristiane.
Il punto-chiave emerso è che al centro dell’attività sportiva c’è la persona, da accompagnare nella sua crescita umana e spirituale, e rispetto alla quale lo sport è mezzo e non fine. Questa convinzione va acquisita sia dai praticanti, sia da allenatori, dirigenti, genitori, volontari e sacerdoti.
Lo sport va riportato pienamente nell’ambito dell’azione pastorale, come spazio privilegiato di crescita personale e comunitaria nel contesto del Patto educativo, strumento che deve essere condiviso dai Consigli pastorali e dai Consigli dell’oratorio e conosciuto da tutta la comunità. Occorre poi dare nuova energia alla Comunità educante, coinvolgendovi tutte le figure educative presenti nella comunità stessa e prestando attenzione agli operatori sportivi, appartenenti o “ospiti” della comunità stessa.
È necessario investire nella formazione a tutto campo, trovando modalità e iniziative rivolte anche ai genitori. Una responsabilità che va definita dalla Diocesi tramite i suoi organismi (Fom e altri) e attuata dal Csi e dagli altri enti di ispirazione cristiana, competenti in questo ambito e diffusi capillarmente.
Da rafforzare è anche la comunicazione tra società sportive e comunità cristiana, per condividere visione, linguaggi e obiettivi. Sottolineata anche la necessità di riprendere a parlare di una “cultura dello sport” lontana da “patologie” come il ricorso a sostanze pericolose, il rischio degli abusi, l’ossessiva ricerca del risultato. La missione educativa della Chiesa può generare alleanze significative con altre realtà sportive del territorio: in questo senso si è evidenziato il grande lavoro delle Assemblee sinodali decanali, potenziali “ponti” tra parrocchia e mondo sportivo.
In ultimo, si è rilevato la necessità di gestire gli impianti sportivi oratoriani, luoghi di relazione e accoglienza: la loro cura dice lo stile della comunità. Serve una progettualità qualificata e autorevole, individuata attraverso linee-guida diocesane, che al criterio della sostenibilità economica affianchi una visione pastorale condivisa dalla comunità.




